Le ragioni della protesta "No TAV"

TORINO - Le proteste in Val di Susa contro l'apertura del cantiere del TAV, la linea ferroviaria ad alta velocità che dovrebbe collegare Torino e Lione, non accennano a placarsi. Domenica scorsa migliaia di persone hanno partecipato alla giornata di mobilitazione nazionale, caratterizzata anche da violenti scontri. Per capire i motivi dei «No TAV» abbiamo contattato Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana ed esperto della Commissione tecnica di valutazione delle problematiche TAV, un deciso sostenitore del movimento.Chi sono i «No TAV»? «Si tratta di un movimento di contestazione, radicato e radicale, a cui partecipano decine di migliaia di cittadini. Inizialmente composto dagli abitanti dei Comuni della cintura di Torino e della Val di Susa, dove dovrebbe passare il tracciato, oggi raggruppa persone di tutta Italia che si battono contro le grandi opere inutili». Perché lottare contro la linea ad alta velocità? «Questo progetto, nato nei primi anni '90, venne lanciato dal Governo come uno strumento contro l'inquinamento: il trasporto ferroviario, pur meno versatile di quello stradale, inquina meno. In realtà, però, se si considera l'immenso cantiere - 10 anni di lavori, 70 chilometri di gallerie, materiali di scavo da smaltire e decine di migliaia di viaggi di camion - si scoprono cose interessanti...».