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Le rivendicazioni ticinesi, due poesie per salutarci e altre storie

Ottava puntata della «Cara vecchia rassegna stampa» – Una delle poesie, aulica in italiano, è dedicata a una statuta sfregiata; l'altra, popolare in dialetto, è dedicata a un “pôro scemo” – Perché sui giornali, cento anni fa, c’era anche questo
© CdT/ Chiara Zocchetti
Red. Online
23.02.2024 06:00

La Cara Vecchia Rassegna Stampa finisce qui. Perlomeno nella sua forma attuale. Dopo otto settimane a raccontare cosa scrivevano esattamente cento anni fa i cinque quotidiani ticinesi dell’epoca, è tempo di una pausa; una piccola pausa. La CVRS ritornerà infatti già a metà marzo con una puntata monotematica dedicata a un poeta del popolo luganese: una storia pazzesca e in gran parte dimenticata che non vediamo l’ora di raccontarvi. Altre monografiche poi seguiranno nel corso del 2024, poi si vedrà: se avete proposte o desiderata questo è il momento di fare sentire la vostra voce: scriveteci a [email protected].

Nel frattempo, nell’ultima puntata c’è tempo di occuparci della questione che definirà gli anni Venti a livello politico: le rivendicazioni ticinesi a Berna. Per il resto, solo grandi classici: polemiche elettorali, carrellata di persone che sono rimaste nella storia del nostro cantone (un sindaco in carica per 56 anni!) e il chiudere per quel che è possibile le storie sospese o a cui non avevamo reso piena giustizia.

E due poesie, una aulica in italiano dedicata a una statuta sfregiata e una popolare, in dialetto, dedicata a un “pôro scemo”. Perché sui giornali di allora, c’era anche questo.

Buon ascolto!

LA CVRS è un podcast del Corriere del Ticino ideato, scritto e letto da Federico Storni e generalmente migliorato da Jenny Covelli.