«Le vittime di guerra nel 2024 sono almeno 200.000»

Il 2024 è stato un altro anno nero sul fronte delle guerre e della violenza armata nel mondo, con un incremento stimato delle vittime pari al 37% a livello globale e addirittura del 315% in Medio Oriente e Nord Africa.
Lo si legge nel rapporto annuale sui conflitti pubblicato dall'International Institute for Strategic Studies (Iiss), think tank britannico con sede a Londra e punto di riferimento nel mondo occidentale sulle questioni belliche e di sicurezza.
Il rapporto quantifica in almeno «200.000 le persone uccise» nei vari conflitti planetari nell'ultimo anno: «Un anno definito dalla continuazione della guerra fra Russia e Ucraina, dall'esplosione del conflitto a Gaza e dall'escalation dell'antagonismo di lunga data fra Israele e Iran», oltre che dal «costo umano del conflitto in Sudan».
Pessimistiche anche le indicazioni sul prossimo futuro. Riguardo al Medio Oriente, l'Iiss sottolinea come, «dato l'irriducibile sostegno degli Usa e dell'Europa occidentale a Israele, quella che è nata come una crisi regionale sia destinata a diventare in effetti» un conflitto «internazionale».
Mentre rispetto all'Ucraina, opina che, «malgrado l'elezione di Donald Trump e le sconfitte ucraine sul campo di battaglia abbiano ravvivato ipotesi di cessate il fuoco, né Mosca né Kiev appaiono disposte a considerarle» concretamente al momento; non senza definire «ancor più remora una conclusione finale della guerra». Il tutto in un contesto segnato da «una competizione fra potenze occidentali e potenze revisioniste che s'intensifica»; da «una frammentazione geopolitica» che indebolisce organismi pacificatori come l'Onu; da una crescita «degli attacchi al diritto internazionale»; e da fenomeni emergenti di rischio tra cui viene citato il potenziale «nesso fra cambiamenti climatici e conflitti».