L'economia domestica ultimo grido

Scarpe vecchie e parrucchiere in casa sono la regola
Red. Online
01.03.2011 07:29

Da quando siamo arrivati negli Stati Uniti l'espressione ?economia domestica? ha cambiato significato. Se in Svizzera si intendeva quasi sempre un tipo di assicurazione, qui la parola ?economia? si è riavvicinata al suo significato etimologico di "oculata amministrazione della casa" e, per noi, all'importo necessario per sbarcare il lunario.

Siamo infatti passati da due stipendi su cui potevamo contare in Svizzera ad un'entrata singola di mille dollari scarsi al mese. Dopo aver pagato le spese fisse - leggi affitto e bolletta elettrica - resta ben poco da far durare fino all'arrivo del prossimo assegno. Evidentemente non è una sorpresa: l'avevamo messo in preventivo. Diventare effettivamente parte di quella categoria di persone che Antonio Incorvaia e Alessandro Rimassa hanno definito ?Generazione mille euro? fa comunque cambiare qualche prospettiva. Specie rendendosi conto che di gente che vive con stipendi bassi come il nostro ce n'è parecchia. Anche qui negli USA dove 40 milioni di abitanti vivono sotto la soglia della povertà e, ci dicono, 2.500 dollari sono considerati da molti un salario di tutto rispetto. Ci si paga sopra anche una bella fetta di tasse che, per sicurezza, sono trattenute alla fonte. Alla dichiarazione dei redditi dell'anno successivo, qualcosa torna indietro. Perché una famiglia che vive con mille dollari debba vedersi decurtare preventivamente la busta paga di un buon 12 per cento, però, si capisce poco. Ovviamente anche il costo della vita è diverso. Rispetto ai prezzi svizzeri qui tutto costa meno. E si comprende come mai nei film americani si parli spesso di 50 dollari come di una cifra consistente; in effetti lo è. Lo realizzi anche dalle banconote che ti rilascia il bancomat: il minimo, e il taglio più comune, è il biglietto da 20.

Non vivere più da componenti della classe media di uno dei Paesi più ricchi del mondo ci sta insegnando tante cose. Se prima tutto ciò che comperavamo ci sembrava quasi vitale, oggi siamo costretti a contare ogni dollaro speso e a valutare attentamente la necessità dell'oggetto acquistato. Per esempio: se compravamo le scarpe in base alla moda del momento o alla stagione, adesso rimpiazziamo le vecchie calzature quando sono distrutte dai chilometri percorsi. Sono finiti anche i tempi in cui cenare fuori un paio di volte al mese non affossava il budget. Oggi ci si permette un'uscita al ristorante solo nelle occasioni speciali e la pizza la si fa a casa, una volta alla settimana. Anche i regali hanno assunto tutt'altra forma. Ci eravamo dimenticati di quanto sia bello scriversi una poesia o una lettera al posto di scambiarsi beni materiali spesso superflui. L'espressione ?economia domestica? ha proprio cambiato significato: questo mese i pantaloni per Francesco, il prossimo il maglioncino per Patrizia. Sono finiti anche i giorni del parrucchiere ogni quattro settimane o giù di lì. Adesso i capelli me li taglia Francesco e il taglio è sempre all'ultimo grido. Letteralmente.