L'economia russa è scivolata in una «stagnazione tecnica»

L'economia russa è scivolata in una «stagnazione tecnica» nel secondo trimestre di quest'anno. A dirlo, con forza, è l'amministratore delegato di Sberbank, German Graf. Il quale, d'altro canto, in precedenza aveva avvertito che la politica monetaria restrittiva della Banca centrale russa, presto o tardi, avrebbe fatto precipitare il Paese in recessione. Intervenuto all'Eeastern Economic Forum, Gref ha pure affermato che i dati di luglio e agosto tradivano una crescita oramai prossima allo zero.
«Un fattore determinante, ovviamente, è il tasso di interesse di riferimento» ha detto il banchiere. «Secondo le stime interne di Sberbank, il tasso si attesterà intorno al 14% entro la fine dell'anno. È sufficiente per l'economia per iniziare la ripresa? A nostro avviso, no. Dato l'attuale livello di inflazione, la ripresa può essere prevista solo quando il tasso sarà al 12% o inferiore».
La Banca Centrale russa aveva alzato il suo tasso di interesse di riferimento al 21%, il massimo degli ultimi due decenni, nel settembre 2024 per contrastare l'aumento dell'inflazione, in gran parte dovuto alla spesa militare. Sebbene i responsabili politici abbiano successivamente abbassato il tasso al 18%, a dimostrazione di un graduale allontanamento dalla lotta all'inflazione, si sono astenuti da tagli più drastici. E questo, banalmente, perché la spesa pubblica in Russia rimane elevata.
Il senso di disagio di Gref è stato condiviso da alti funzionari governativi al forum di Vladivostok. Il ministro dello Sviluppo economico, Maxim Reshetnikov, ha affermato che l'economia si sta «raffreddando più velocemente del previsto» e che le nuove previsioni del governo saranno presentate «a breve». La scorsa settimana, invece, il ministro delle Finanze Anton Siluanov ha detto a Vladimir Putin che le proiezioni di crescita per il prossimo anno sono scese all'1,5%, dal 2,5%, con alcune stime che puntano addirittura verso l'1,2%.
Il rallentamento si verifica in un momento in cui le finanze statali russe mostrano una crescente tensione. Ad agosto, il Ministero delle Finanze ha riferito che il deficit di bilancio ha raggiunto i 4,88 trilioni di rubli (61,1 miliardi di dollari) tra gennaio e luglio, superando già l'obiettivo annuale del governo. Allo stesso tempo, il calo dei prezzi globali del petrolio, il rafforzamento del rublo e i crescenti attacchi ucraini ai siti di stoccaggio e pompaggio del petrolio russo hanno eroso i guadagni derivanti dalle esportazioni.
Secondo Kommersant, i ricavi da petrolio e gas sono diminuiti per il quarto mese consecutivo ad agosto, raggiungendo i 505 miliardi di rubli (6,2 miliardi di dollari), il 36% in meno rispetto a luglio e il livello più basso da metà 2025. Il governo ha limitato le esportazioni di benzina per stabilizzare i prezzi interni, riducendo ulteriormente i ricavi.