Elezioni cantonali

Lega in festa, con il PLR tra i pensieri

In oltre 500 a Pregassona per la presentazione delle liste al Governo e al Gran Consiglio - Lo spauracchio liberale radicale, l’alleanza con l’UDC e il ritorno di Attilio Bignasca - GUARDA LE FOTO E I VIDEO
I candidati al Consiglio di Stato della lista Lega-UDC: da sinistra Norman Gobbi, Piero Marchesi, Roberta Soldati, Daniele Caverzasio e Claudio Zali. (Fotoservizio Gabriele Putzu)
Massimo Solari
20.01.2019 15:52

PREGASSONA - Salametto, polenta, brasato e un buon Merlot ticinese a bagnare il tutto. Le tradizioni non vanno cambiate e, come alla vigilia delle cantonali del 2015, la Lega ha lanciato la sua campagna verso il 7 aprile al Capannone di Pregassona. Seicento le porzioni previste, per altrettante persone accorse alla festa del movimento di via Monte Boglia. E tra un canto popolare e un selfie con il candidato preferito, sono state presentate le liste per il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio. L’obiettivo? C’è chi come il sindaco di Lugano Marco Borradori che ha invitato a restare con i piedi ben piantati a terra: «La Lega è ormai una realtà consolidata, ma basta un passo falso per creare degli squarci che altri partiti sarebbero subito pronti a occupare. Ricordo che nel 2015 abbiamo staccato il PLR solo per 400 schede. Teniamo dunque duro, questa è la battaglia più importante». Borradori ha inoltre difeso l’alleanza con l’UDC: «Ho percepito malumore e amarezza, ma questo è un sentimento sbagliato. L’unione delle forze è una scelta strategica, anche in prospettiva. Avere le spalle coperto dal primo partito nazionale non è qualcosa di scontato». Parole, queste, che si sono parzialmente scontrate con quelle del consigliere di Stato uscente Claudio Zali: «Solo noi garantiamo di governare senza secondi fini e senza dover rispondere a un partito nazionale. Abbiamo le mani libere e i ticinesi lo sanno». Zali non ha mai menzionato l’UDC, ma su un aspetto ha seguito Borradori, indicando a più riprese quello che è ritenuto il principale avversario politico: «Il PLR è dietro l’angolo, non credete che miri al seggio del PS. La loro lista guarda a destra, è evidente». Zali ha quindi posto l’asticella per il 7 aprile: «Confermare il sottoscritto e Norman in Governo e crescere in Parlamento».

Un obiettivo condiviso anche dal collega Norman Gobbi: «È giunto il momento di rilanciare la necessità di avere due leghisti in Governo». Gobbi ha quindi difeso il matrimonio con i democentristi: «Questa volta corriamo con l’UDC, perché nulla è scontato e l’attuale assetto non potrà durare per sempre». E se lo slogan scelto dai due consiglieri di Stato uscenti è «Attenti a quei due», c’è anche chi ha provato osare. «Attenti a quei due, ma c’è anche un terzo» ha affermato Daniele Caverzasio, l’ultimo candidato leghista del quintetto completato dagli UDC Piero Marchesi e Roberta Soldati, pure intervenuti a Pregassona. «Perché no, sogniamo una maggioranza chiara in Consiglio di Stato» ha rilevato Caverzasio, alludendo al terzo seggio e invitando i presenti «a non mollare. Dobbiamo continuare a essere presenti dove c’è difficoltà e ingiustizia. Prima i ticinesi».

Ad accompagnare gli applausi ai candidati al Governo sono quindi stati quelli ai 90 in corsa per il Parlamento. E tra loro è tornato a fare capolino Attilio Bignasca. «Niente Cuba e niente Sardegna, a volte ritornano» ha dichiarato Antonella Bignasca, annunciando «il conte zio». Da parte sua il diretto interessato ha motivato così la nuova discesa in campo: «Perché credo che il popolo ticinese meriti un Gran Consiglio più reattivo e meno polemico, rispetto a quello attuale. E penso che la mia esperienza possa servire in questo senso».