Politica

Legge fiduciari, sì alla revisione

Il plenum ha dato luce verde all’adeguamento del testo cantonale alla normativa federale – Il Consiglio di Stato è impegnato per una revisione totale
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
18.10.2021 20:43

Il Gran Consiglio ha approvato con 74 sì e 2 astensioni l’adeguamento della Legge cantonale sull'esercizio delle professioni di fiduciario alla normativa federale. La revisione, la seconda dal 2012, si era resa necessaria poiché dal 1. gennaio 2020 erano entrate in vigore due leggi federali: quella sugli istituti finanziari e quella sui servizi finanziari. Due testi che, in estrema sintesi, assoggettano i fiduciari finanziari all’autorizzazione e alla vigilanza della FINMA, l’Autorità federale che sorveglia i mercati finanziari.

Di qui, dunque, la necessità di adattare la legislazione cantonale. Il Consiglio di Stato ha prospettato l’abolizione dell’autorizzazione cantonale per i finanziari e ha proposto di confermarlo per le altre due categorie di fiduciari, ossia i commercialisti e gli immobiliari. Come detto, il Parlamento non c’è stato alcun ribaltone e il plenum ha fatto sue le conclusioni del rapporto della Commissione costituzione e leggi della relatrice Sabrina Gendotti (PLR). Pertanto, i fiduciari commercialisti e immobiliari continueranno ad essere preliminarmente autorizzati dall’Autorità di vigilanza, mentre i fiduciari finanziari sottostanno appunto alla FINMA.

I lavori commissionali e il dibattito in Gran Consiglio hanno evidenziato il confronto tra i favorevoli al mantenimento della legge cantonale, un unicum in tutta la svizzera e chi invece la vorrebbe abolire. Nel suo intervento, la deputata Roberta Passardi (PLR) ha difeso la legge, sottolineando come la maggioranza degli attori economici e finanziari consultati si fosse pronunciata a favore del testo, considerato «uno strumento legislativo prezioso» dal Ministero pubblico. «La legge cantonale è migliorabile ma necessaria», ha dal canto suo riconosciuto Andrea Censi (Lega). Più critico Nicola Corti (PS), che ha parlato di «puro maquillage di adattamento al diritto federale» in quanto «nel febbraio 2020 la commissione aveva chiesto al DI cosa avrebbe implicato l’abrogazione della normativa». La risposta dello scorso marzo «non è stata rispettosa dei rapporti istituzionali». Di «pulitura della legge cantonale» ha invece parlato anche Paolo Pamini (UDC), secondo cui si dovrebbe assoggettare all'albo dei fiduciari tutti coloro che hanno diritto di firma.

Intervenendo a nome del Governo, il direttore del DI Norman Gobbi ha confermato che il Consiglio di Stato è impegnato per una revisione totale ed è dunque pronto ad assegnare un mandato esterno a specialisti, per verificare cosa può essere migliorato.