Il Cairo

«L'Egitto resterà fedele al Trattato di Pace fintanto che lo farà anche Israele»

Lo ha detto il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, durante una visita ufficiale in Slovenia, smentendo che Il Cairo abbia mai valutato la possibilità di sospendere unilateralmente l'accordo
© KEYSTONE (EPA/ABDULRAHMAN AL-ABDULSALAM)
Ats
13.02.2024 15:56

Il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha affermato che l'Egitto resterà fedele al Trattato di Pace del 1979 con Israele «fintanto che lo farà anche Israele e l'impegno rimarrà reciproco». Lo ha detto durante una visita ufficiale svolta ieri in Slovenia, smentendo che Il Cairo abbia mai valutato la possibilità di sospendere unilateralmente l'accordo.

L'Egitto ha di fatto avvertito nei giorni scorsi che una eventuale massiccia offensiva a Rafah, città di confine tra Striscia di Gaza ed Egitto costituirebbe una violazione del Trattato del 1979, ma sulla questione fervono in queste ore negoziati tra le parti a cui partecipano, tra gli altri, la Cia, il Mossad e il Qatar. Per domani è poi previsto l'arrivo al Cairo del presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Shoukry ha espresso le sue osservazioni durante una conferenza stampa con la ministra degli Esteri della Slovenia, Tanja Fajon, incontrata ieri a Lubiana. Con lei e con il primo ministro sloveno, Robert Golob, ha parlato di relazioni bilaterali e cooperazione congiunta, affrontando poi anche la situazione in Medio Oriente.

«L'Egitto ha mantenuto il trattato di pace con Israele negli ultimi 40 anni - ha ricordato secondo quanto riferito dal portavoce del ministero degli Esteri su Ahramonline - che è il documento alla base delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi». Firmato dal defunto presidente egiziano Anwar El-Sadat e dall'allora primo ministro israeliano Menachem Begin nel 1979 a Washington, in seguito agli accordi di Camp David del 1978 e all'indomani della vittoria egiziana nella guerra del 1973 contro Israele, l'accordo pose fine all'occupazione israeliana della penisola del Sinai in atto a partire dalla guerra del 1967. Firmandolo, l'Egitto è diventato il primo Paese arabo a riconoscere ufficialmente Israele.

Il Trattato affida tra l'altro all'Egitto il controllo del 'Corridoio Filadelfia', una zona cuscinetto lunga 14 chilometri che lo separa dalla Striscia di Gaza. La sopravvivenza dell'intesa è stata messa in dubbio quando il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso l'intenzione di prenderne il controllo, iniziativa accantonata a seguito dell'avvertimento dell'Egitto, che avrebbe considerato questa azione come una violazione del Trattato da parte di Israele.

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