Lesa maestà su Facebook, due condanne

BANGKOK - Un attivista fedele al governo thailandese deposto dal golpe è stato condannato oggi a trenta anni di reclusione per lesa maestà, in relazione a sei messaggi su Facebook considerati offensivi verso la monarchia. Il verdetto, emesso oggi da una corte militare di Bangkok, rappresenta la più pesante condanna mai emessa in Thailandia per tale crimine.
Pongsak S, un agente di viaggio, in passato aveva partecipato a diverse manifestazioni delle "camicie rosse" fedeli all'ex premier Thaksin Shinawatra, ed era stato arrestato otto mesi fa per i suoi post. La pena originaria era di dieci anni per messaggio, per un totale di sessanta anni. Ma come è di prassi in questi casi, il giudice ha dimezzato la pena in seguito all'ammissione di colpevolezza da parte del condannato.
Dal colpo di stato del maggio 2014, quella di oggi rappresenta la 23esima condanna per lesa maestà. Il provvedimento, presente da decenni nel codice penale thailandese, è stato applicato con crescente severità negli ultimi anni, proprio in coincidenza con l'acuirsi delle divisioni sociali e politiche nel Paese.Tipicamente, i condannati sono sostenitori dell'ex premier Thaksin.
Condannata anche una donna
Nello stesso giorno una corte militare nel nord della Thailandia ha condannato a 28 anni di reclusione per lesa maestà anche una donna di 29 anni madre di due bambini, in relazione a sette messaggi su Facebook considerati diffamatori della monarchia. Lo ha rivelato il gruppo degli "Avvocati thailandesi per i diritti umani".
La donna, di nome Sasiwimol, ha ricevuto originariamente una pena di 56 anni - otto per ognuno dei sette messaggi incriminati - ma se l'è vista dimezzare grazie alla sua ammissione di colpevolezza, una prassi comune per i reati di lesa maestà. In una testimonianza dello scorso giugno, tuttavia, la donna (incensurata e con due figli di sette e cinque anni) si era professata innocente.
Il provvedimento di lesa maestà prevede in teoria 15 anni di reclusione, il che rende la legge la più severa al mondo per questa categoria. Ma combinata alla legge contro i reati informatici, sempre più invocata dall'attuale giunta militare per i commenti online contro la monarchia, la pena può essere estesa.
L'impennata dei casi di lesa maestà dopo il golpe del 2014 avviene in un contesto di profonde divisioni politiche e sociali, mentre l'anziano re Bhumibol (87 anni) è vittima di un progressivo indebolimento.