L’escalation colpisce Doha: «Risposta agli attentati»

«L’operazione è pienamente giustificata, in considerazione del fatto che la leadership di Hamas è la stessa che ha ideato e organizzato il massacro del 7 ottobre (del 2023, ndr), e non ha mai cessato di lanciare attacchi omicidi contro lo Stato di Israele e i suoi cittadini, inclusa la rivendicazione dell’attentato di ieri a Gerusalemme». Con questo comunicato, il premier Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz hanno per l’appunto giustificato il raid su Doha. «Lo Shin Bet e l’Idf hanno eseguito l’operazione a Doha in modo preciso ed efficace». Tutto qui. Netanyahu e Katz hanno fatto riferimento a «un’operazione di omicidio mirato contro alti esponenti di Hamas sul suolo del Qatar». L’esplosione sarebbe avvenuta nel quartier generale dell’organizzazione terroristica. Un attacco, in fondo, annunciato. I vertici dell’esercito israeliano avevano lanciato un duro avvertimento negli scorsi giorni ai principali leader di Hamas all’estero. Era domenica quando Eyal Zamir, capo di stato maggiore, ammetteva di averli nel mirino. Nel corso di un briefing operativo, Zamir aveva affermato che «la maggior parte dei dirigenti di Hamas rimanenti risiede all’estero». Ed ecco l’avvertimento: «E raggiungeremo anche loro». Sì, perché come ha spiegato Zamir stesso, «questa mossa segue una serie di attacchi significativi da parte di Israele in Yemen, Libano, Siria e altri teatri. Colpiamo ogni obiettivo per garantire la sicurezza dei cittadini israeliani». Detto e fatto, anche se in realtà non è ancora del tutto chiaro se sono stati colpiti davvero obiettivi importanti dei vertici di Hamas. Le notizie, in questo senso, fino a questa sera erano comprensibilmente discordanti. Altre seguiranno nelle prossime ore. Secondo l’ufficio politico di Hamas, il raid avrebbe ucciso il figlio dell’alto funzionario Khalil Al-Hayya - il quale, secondo altre fonti, sarebbe lui stesso tra le vittime - e un suo collaboratore.
«Violato ogni diritto»
Israele è quindi andato a colpire Hamas fuori dalla Striscia, a Doha, in Qatar. Come è noto, proprio il Qatar in questi mesi ha avuto un ruolo fondamentale quale mediatore nella guerra di Israele con Hamas. Lo stesso Qatar ha infatti parlato di un attacco «codardo» da parte di Israele. «È una flagrante violazione di ogni diritto internazionale». E poi: «Lo Stato del Qatar condanna fermamente questo attacco e afferma che non tollererà questo comportamento sconsiderato da parte di Israele, né la continua manomissione della sicurezza della regione, né qualsiasi azione volta alla sua sicurezza e sovranità». Il raid è stato criticato da più parti, a cominciare dalle Nazioni Unite. Il segretario generale Antonio Guterres ha in effetti tuonato: «È una flagrante violazione della sovranità e dell’integrità territoriale del Qatar». Guterres è andato oltre, affermando che il Qatar ha svolto un ruolo molto positivo nel tentativo di raggiungere un cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi tenuti da Hamas. «Tutte le parti devono impegnarsi per raggiungere un cessate il fuoco permanente, non per distruggerlo», ha aggiunto.
Washington sapeva
Ma quale ruolo hanno giocato gli Stati Uniti? «L’azione contro i principali capi terroristi di Hamas è stata un’operazione completamente indipendente da parte di Israele. Israele l’ha avviata, Israele l’ha condotta, e Israele si assume la piena responsabilità». La nota è dell’ufficio del premier, porta quindi di fatto la firma di Netanyahu. Ogni responsabilità dell’operazione scatenata a 1.800 chilometri dai confini israeliani è sua. Una rivendicazione intrisa d’orgoglio. Basti pensare alle parole del ministro delle Finanze, esponente di estrema destra, Bezalel Smotrich, che ha scritto: «I terroristi non hanno e non avranno immunità dalla mano pesante di Israele in nessuna parte del mondo. Abbiamo preso la decisione giusta e l’esecuzione è stata perfetta da parte dell’Idf e dello Shin Bet». Oppure a quelle di Amir Ohana, presidente della Knesset: «Questo è un messaggio per tutto il Medio Oriente». La dichiarazione di Benjamin Netanyahu, o del suo ufficio, o dei suoi ministri e collaboratori, scagiona di fatto gli Stati Uniti. Anche se Washington sapeva, era a conoscenza dell’imminente attacco come ha poi confermato la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt: «L’amministrazione Trump è stata informata dall’esercito degli Stati Uniti che Israele stava attaccando Hamas». E ancora: «Bombardare unilateralmente all’interno del Qatar, una nazione sovrana e uno stretto alleato degli Stati Uniti che sta lavorando molto duramente, correndo coraggiosamente dei rischi con noi per mediare la pace, non fa avanzare gli obiettivi di Israele o dell’America».
E ora, i negoziati come proseguiranno? Trump ha parlato con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu dopo l’attacco, insieme all’emiro e al primo ministro del Qatar. Netanyahu «ha detto al presidente Trump che vuole fare la pace e rapidamente, il presidente Trump crede che questo sfortunato incidente possa servire come opportunità di pace», ha detto Leavitt. Nel suo colloquio con i qatarini, Trump «ha assicurato loro che una cosa del genere non si ripeterà sul loro territorio», ha detto Leavitt.
Il messaggio del Papa
Tra le voci emerse oggi, anche quella di papa Leone XIV: «In questi minuti ci sono notizie veramente gravi, l’attacco di Israele contro alcuni leader di Hamas in Qatar. Tutta la situazione è molto grave. Dobbiamo pregare». Da Tel Aviv, Netanyahu non sembra andare nella direzione suggerita dal Pontefice. Il premier ha preso la parola, proprio dall’ambasciata degli Stati Uniti in Israele - in occasione della cerimonia per il Giorno dell’Indipendenza americana - affermando: «I giorni in cui i leader terroristi godevano dell’immunità ovunque sono finiti». La sensazione è che Israele non si voglia fermare qui, a Doha, ma voglia andare anche oltre. Non è un caso se da molte parti è stata dichiarata una certa preoccupazione, da Egitto, Turchia e Libano tra le altre. Paradossale ripensare che la giornata di oggi si era aperta con Israele che accettava la stessa proposta di accordo avanzata da Trump che Hamas stava discutendo.