L’estate degli impianti di risalita: «Ancora più dura che d’inverno»

Comunque la si guardi, per gli impianti di risalita è sempre una lotta. Che sia d’inverno o d’estate, le principali stazioni del cantone devono fare i conti con una concorrenza agguerrita. Se poi ci si mette anche un meteo poco costante, la frittata è presto fatta.
A inizio mese, l’associazione di categoria Funivie svizzere aveva diffuso un comunicato nel quale sostanzialmente si diceva che la stagione estiva nel Paese era iniziata bene, tranne in Ticino, dove la flessione era del 7%. Una frenata che in questi mesi di discussioni politiche attorno al rinnovo del credito quadro (il messaggio del Governo è stato licenziato ad aprile) potrebbe anche riservare qualche brutta sorpresa. Soprattutto se si considera che il messaggio vincola gli aiuti pubblici agli «sforzi di destagionalizzazione capaci di generare nuove fonti di ricavi». Ma come va, allora, la stagione estiva in Ticino?
Nuova Carì e il fattore meteo
«Il meteo non ci sta aiutando», premette il neo direttore degli impianti Nuova Carì, Ettore Schranz. «Rispetto all’estate scorsa siamo leggermente sotto. Dal 28 giugno, data d’inizio della stagione estiva, abbiamo registrato circa 650 primi passaggi. L’obiettivo, da qui alla fine della stagione – prevista per il 31 agosto – è quello di avvicinarci ai numeri dell’anno scorso, quando i primi passaggi totali erano stati circa 2.700». Secondo Schranz, raggiungere quel traguardo dipenderà in larga misura dalle condizioni meteo, che a Carì rappresentano un fattore decisivo. «A differenza di altre località turistiche dove, grazie alla presenza di strutture alberghiere, le persone arrivano anche in caso di previsioni incerte perché hanno già prenotato, Nuova Carì è una stazione di passaggio, senza ricezione alberghiera diretta». Insomma, se viene annunciata pioggia, spesso il turista rinuncia, anche se poi magari la giornata si rivela bella. Nel complesso, il turismo invernale resta nettamente dominante: durante la scorsa stagione invernale la destinazione ha infatti registrato circa 30.000 primi passaggi. E per destagionalizzare? «Abbiamo iniziato a proporre eventi di intrattenimento musicale, corsi di yoga e zumba. L’attività principale in estate resta il trekking, per cui il nostro territorio si presta molto bene».
Airolo-Pesciüm nella media
«Nel complesso, la stagione estiva sta andando abbastanza bene, anche se – forse ancora più che in inverno – il meteo gioca un ruolo determinante», esordisce Nicola Mona, direttore di Airolo-Pesciüm. «Attualmente abbiamo superato i 2.000 primi passaggi. Possiamo parlare di una stagione media: sicuramente non eccezionale, ma nemmeno deludente». L’obiettivo dei 10.000 primi passaggi è ancora lontano, ammette Mona. «Sono consapevole che si tratta di un traguardo piuttosto ambizioso, difficilmente raggiungibile già questa stagione. La scorsa estate ci siamo fermati a 5.000». Per dare un’idea del contesto, durante l’inverno il comprensorio si muove attorno ai 50.000 passaggi. «Il rapporto tra inverno ed estate è dunque di circa 10 a 1», sottolinea Mona. «Considerando la grande offerta di attività estive in Ticino, la concorrenza è elevata, ancor più che nella stagione invernale». Secondo Mona, per migliorare i risultati è fondamentale lavorare sulla promozione e sulla messa in rete della destinazione. «Dobbiamo diventare più attrattivi, costruendo un’offerta integrata che permetta al visitatore di pianificare un intero fine settimana in montagna». Progetti? «Crediamo molto nel concetto di benessere e nel valore rigenerante della montagna, anche se il nostro focus principale resta l’adrenalina, in particolare le discese in mountain bike. Stiamo valutando un ampliamento dell’offerta con percorsi regionali più estesi dedicati alle e-mountain bike».
Campo Blenio progetta
A Campo Blenio, durante l’estate, gli impianti di risalita restano chiusi, precisa dal canto suo il direttore Denis Vanbianchi. «Resta attiva la ristorazione, e abbiamo in gestione due case montane, Casa Cristallina e Casa Greina. Su questi ambiti, siamo in linea con la media degli ultimi anni». Quanto ai progetti per la destagionalizzazione, Vanbianchi conferma: «Abbiamo appena ricevuto il via libera a livello di Piano Regolatore. Ora possiamo iniziare a progettare. Tra le principali idee stiamo valutando delle casette sugli alberi, un laghetto con pesca sportiva, giochi d’acqua, sentieri didattici e percorsi per mountain bike. Vogliamo puntare sui pernottamenti».
I frutti di Bosco Gurin
«La strategia che ho costruito, comincia a dare i suoi frutti», dice un soddisfatto Giovanni Frapolli, che ammette come a Bosco Gurin la stagione estiva stia effettivamente procedendo molto bene. «Fino a qualche anno fa il periodo estivo per noi era praticamente inesistente, ora siamo sulla strada giusta. Se in inverno, ad esempio, contiamo l’arrivo di 200 persone al giorno, oggi in estate ne abbiamo altrettante, ma con un risparmio del 60% sui costi». Secondo Frapolli, infatti, i mesi estivi permettono di risparmiare sul personale, ma soprattutto sull’innevamento artificiale. «È chiaro, però, che affinché funzioni occorrono investimenti e io sono tra i pochi ad aver davvero investito in questi anni per andare verso una reale destagionalizzazione». Secondo l’imprenditore, infatti, non è sufficiente dotarsi di qualche pista di mountain bike, ma occorre innanzitutto capire cosa ricercano i turisti e dare alle località discoste una maggiore attrattività. «Oggi Bosco Gurin offre sì una pista di mountain bike e di monster roller, ma vanta anche una slittovia e presto una zip line che potrebbe essere tra le più lunghe in Svizzera». Investimenti, questi ultimi, di due milioni di franchi ciascuno. Senza dimenticare l’inizio dei lavori all’impianto solare, «che permetterà di ridurre i costi energetici sia in estate che in inverno, a beneficio di nuovi investimenti». Per richiamare la gente, sottolinea, «si deve poter offrire qualcosa, altrimenti nessuno viene fin qui». Per Frapolli, il nocciolo della questione sta proprio qui: le principali stazioni turistiche del Ticino dovrebbero cambiare passo. «Il Governo ha fissato regole precise per quanto riguarda le stazioni turistiche. E allora sono dell’idea che queste regole vadano rispettate da tutti».
Inizio in salita per il Nara
Più complicata, per contro, la situazione al Nara. Matteo Milani, presidente degli Amici del Nara, si inserisce sul tema con una battuta: «Per destagionalizzare servirebbe una vincita al lotto. E forse nemmeno quella basterebbe». Secondo Milani, per rendersi attrattivi tutto l’anno «servono tempo ed importanti investimenti. Il punto - dice - è che, per quanto riguarda la cifra d’affari, la clientela estiva vale circa un terzo di quella invernale: «In inverno, moltissimi fanno l’abbonamento stagionale, o comunque perlomeno la carta giornaliera per accedere alla stazione. Oltretutto, consumano al ristorante per via del freddo. In estate, invece, acquistano semmai la salita, ma l’accesso alla ristorazione non è scontato». In termini economici, quindi, il periodo estivo appare meno redditizio. «Sappiamo bene, tuttavia, che la via è segnata, e dobbiamo muoverci verso la destagionalizzazione». Le sfide, però, sono molteplici. «Intanto c’è un problema di burocrazia, ma soprattutto di limiti posti dalla pianificazione molto vincolante e adattabile solo con anni di attesa. Spesso anche per apportare piccole modifiche sono necessari iter molto lunghi. E poi, in estate, con il continuo moltiplicarsi di eventi e sagre in tutto il cantone, è sempre più complesso attrarre la clientela. La massa critica è quella che è, e noi finiamo per rubarci i visitatori». Non solo. Anche le previsioni meteo incerte possono giocare un ruolo cruciale, dice Milani. Nonostante ciò, la stagione estiva, partita a rilento, ora sta ingranando: «Il mese di giugno è stato in linea con quello dello scorso anno, mentre luglio è migliore. Anche se onestamente ci saremmo aspettati qualcosa in più, visto che lo scorso anno il tempo era stato brutto. Il nostro appello, ora, va in particolari ai ticinesi, affinché non si dimentichino dell’alto Ticino. Il rischio, infatti, è che senza il supporto della clientela, l’offerta prima o poi potrebbe anche tendere a ridursi drasticamente. Ne usciremmo tutti perdenti.