L’innovazione ticinese prende il volo: il Parco ha ottenuto la certificazione

Dopo quasi sei anni di lavori preparatori, oggi a Bellinzona è stata costituita la Switzerland Innovation Park Ticino, la società incaricata di gestire il parco dell’innovazione ticinese. Un punto di arrivo («in realtà è piuttosto un inizio», ha commentato il presidente del Consiglio di Stato ticinese Christian Vitta) reso possibile dal riconoscimento, due giorni prima, del Parco ticinese come parte integrante della rete Switzerland Innovation, l’iniziativa federale con lo scopo di rafforzare la Svizzera come Paese dell’innovazione.
«Per il Ticino è un momento storico», ha esordito Vitta, il quale ha ricordato gli obiettivi strategici che hanno spinto Governo e Parlamento a sostenere il progetto con un credito di 10 milioni di franchi sull’arco di 4 anni. «Oggi si concretizza una visione nata nel 2016 all’interno del tavolo di lavoro dell’economia. Parliamo di un progetto strategico per lo sviluppo economico del Cantone in quanto mira a facilitare lo scambio di conoscenze e, di riflesso, ad attrarre aziende e talenti sul territorio». Dal canto suo, Marina Carobbio Guscetti, direttrice del DECS, ha sottolineato l’importante lavoro svolto attraverso il coinvolgimento delle istituzioni, del mondo economico e della ricerca universitaria: «La convergenza tra politica universitaria e politica dell’innovazione rappresenta un’opportunità per tutto il Ticino. Sia in termini di posti di lavoro ad alto valore aggiunto, sia in termini di rete di ricerca e capacità di attrarre nuove imprese».
La fondazione Agire
Fondamentale, in questo percorso di avvicinamento alla rete federale, è stato il lavoro svolto dalla Fondazione Agire, l’agenzia per l’innovazione del Cantone Ticino presieduta da Luca Bolzani. Su mandato del Cantone, la Fondazione ha infatti guidato lo sviluppo del Parco ticinese dell’Innovazione, oltre ad aver condotto l’intero processo di candidatura, culminato con la sua approvazione definitiva.
I preparativi per il riconoscimento dell’Innovation Park Ticino hanno individuato tre potenziali centri di competenze, attualmente in fase di sviluppo: il centro di competenze sui droni (Swiss Drone Competence Center) a Lodrino; il centro di competenze nella scienza della vita (Life Sciences Competence Center) a Bellinzona; e il centro di competenze nel settore del Lifestyle Tech (Lifestyle Tech Competence Center) a Lugano.
Collaborazioni virtuose
«Come Cantone, ora, ci attendiamo che questi centri di competenze possano consolidarsi e che nuove iniziative possano svilupparsi attorno al Parco dell’innovazione», ha detto Vitta. Per questo, sarà fondamentale creare una dinamica virtuosa tra ricerca universitaria e aziende. Un concetto ribadito anche dal presidente del CdA di Switzerland Innovation Park Ticino, Mauro Dell’Ambrogio: «Il Ticino ha ricevuto l’approvazione federale per operare con il marchio Switzerland Innovation. Si tratta di un riconoscimento per nulla scontato; come non è scontata, la decisione della politica ticinese di finanziare questa avventura». Un’avventura che presenta anche rischi, ha detto Dell’Ambrogio: «La certezza che un progetto individuato come strategico garantisca i frutti sperati non esiste».
Chi vi partecipa?
Di principio, i centri di competenza sono luoghi «aperti». Un’azienda interessata a fare ricerca e innovazione può quindi candidarsi per partecipare. Tuttavia, l’ingresso non è gratuito: le imprese dovranno infatti finanziare almeno il 50% dei costi dei progetti che intendono sviluppare. «In cambio, avranno l’opportunità di collaborare con altre aziende dello stesso settore, lavorare a stretto contatto con ricercatori e beneficiare della qualità garantita dal marchio Switzerland Innovation». Un esempio? «Immaginiamo un’azienda internazionale della moda interessata a sviluppare un tessuto tecnico: realizzarlo in Ticino, a questo punto, potrebbe garantirle il valore aggiunto del marchio svizzero».
Orizzonte 2025
A illustrare i prossimi passi è stato Gianmaria Frapolli, direttore della nuova società incaricata di gestire il Parco ticinese. «In questa fase stiamo analizzando i business plan dei tre centri di competenza. Vogliamo valutarne attentamente il contenuto, individuando eventuali aspetti da migliorare. Entro giugno 2025, poi, assegneremo i finanziamenti». La documentazione finale dovrà descrivere i progetti e menzionare le collaborazioni (anche finanziarie) con le aziende, ha spiegato Frapolli. Il quale ha concluso: «Con il Parco dell’innovazione vogliamo mettere in relazione la ricerca accademica con le aziende del territorio, nell'intento di attrarre nuove imprese e creare posti di lavoro».
«Uno dei maggiori strumenti economici del Ticino»
«La Svizzera, con il suo territorio limitato e privo di materie prime, deve puntare sull’intelligenza e sulla solidità finanziaria per mantenere la sua competitività». Parte da questa premessa la riflessione di Luca Bolzani, presidente della Fondazione Agire che in questi anni ha accompagnato la crescita del progetto ticinese, oggi, consegnato alla neonata società. «L’11 novembre, il Parco Ticino è diventato ufficialmente il 9. parco satellite della rete nazionale», ha spiegato Bolzani. Il quale ha chiarito come «ogni Centro risponde alle peculiarità del territorio e si basa su collaborazioni con aziende locali, università e istituti di ricerca come USI e SUPSI». Ma è soprattutto grazie alla partnership con il Parco di Zurigo e il Milano Innovation District (MIND), che il Ticino si propone come ponte strategico tra la Svizzera tedesca e la Lombardia. «I tre Centri fungeranno da piattaforme per lo sviluppo di progetti, incentivando investimenti anche da parte di aziende estere». Guardando al futuro, Bolzani ha sottolineato come «entro giugno 2025, i business plan dei Centri saranno valutati dal CdA della neonata Switzerland Innovation Park Ticino SA, con l’obiettivo di garantirne l’autonomia finanziaria». Autonomia che potrà fare affidamento anche su un finanziamento di 10 milioni di franchi per i prossimi quattro anni stanziato dal Gran Consiglio. Dal punto di vista logistico, invece, il Parco troverà la sua sede centrale nelle ex Officine di Bellinzona, mettendo così fine alle difficoltà attuali legate all’assenza di una sede unica. «Con il passaggio di gestione da Fondazione Agire alla nuova società - ha concluso Bolzani - il progetto entra in una fase cruciale, che vedrà concretizzarsi le potenzialità di questi Centri per lo sviluppo economico e l’attrattività del territorio ticinese». E ciò nella convinzione che la Fondazione Agire ha consegnato al Cantone «uno dei più importanti strumenti per il futuro economico del Ticino».