L’intelligence militare israeliana e le cifre sulle vittime a Gaza: cinque su sei sono civili

«Israele distruggerà Gaza City e sfollerà i suoi residenti abbiamo approvato il piano per sconfiggere Hamas con fuoco pesante e un’offensiva di terra. Presto, le porte dell’inferno si apriranno sopra le teste degli assassini e degli stupratori di Hamas, fino a quando non accetteranno le condizioni di Israele per porre fine alla guerra, a cominciare dal rilascio degli ostaggi e dal disarmo». Il ministro israeliano della Difesa, Israel Katz, non ha usato molti giri di parole nel post su X con il quale annunciava il via libera ai piani di battaglia per prendere il controllo di Gaza.
Israele non si ferma. E a farne le spese sono soprattutto i civili. Secondo un’indagine congiunta del Guardian, della rivista israelo-palestinese +972 Magazine e di Sikha Mekomit, un sito di notizie in lingua ebraica, 5 palestinesi su 6 uccisi dalle forze israeliane a Gaza erano civili. I numeri emergono da un database classificato dell’Aman, l’intelligence militare israeliana, nel quale alla data del 19 maggio erano stati elencati 8.900 combattenti di Hamas e della Jihad islamica palestinese morti o «probabilmente morti», a fronte di 52.928 vittime complessive (dati del ministero della Salute di Gaza al 14 maggio 2025). Questo significa che solo il 17% del totale dei palestinesi uccisi era affiliato ad Hamas, mentre l’83% era composto da civili.
Un grafico pubblicato ieri dal Guardian e relativo ai conflitti globali monitorati dall'Uppsala Conflict Data Program (UCDP) dal 1989, mostra come le vittime civili a Gaza siano state in percentuale molto superiori a quelle dei combattenti, e come i numeri della stessa guerra di Gaza siano molto vicini a quelli dei conflitti più sanguinosi: il genocidio di Srebrenica, il genocidio ruandese e l'assedio russo di Mariupol nel 2022.
Anche oggi, sono state almeno 50 le vittime dei raid israeliani nella Striscia. Una donna e 4 bambini sono morti dopo essere stati colpiti da un drone nella loro tenda di fortuna a Khan Younis. A Gaza City, gli uccisi sono stati 36, incluse 5 persone che cercavano cibo. Nel sobborgo di Sheikh Radwan è stata invece colpita una scuola che ospitava gli sfollati, 12 i morti secondo le fonti locali (un testimone oculare e i registri ospedalieri).
Tra le tante voci di disperazione, anche quella del parroco di Gaza che ha affidato questa mattina ai social la testimonianza di quanto sta accadendo: «Si continuano a sentire bombardamenti ininterrottamente. Alcuni lontani, altri più vicini - ha scritto - i bisogni di ogni tipo la popolazione civile di Gaza sono urgenti». Il sacerdote argentino, noto per il particolare legame che lo univa a papa Francesco, ha allegato ai suoi messaggi le fotografie dei bombardamenti in corso nella zona sud del quartiere di Zeytoun, a circa 500 metri dalla parrocchia.