L'Isis: "Ecco la bomba della strage"

Diffusa sulla rivista di propaganda jhadista Dabiq la foto del presunto ordigno esplosivo che ha fatto precipitare l'aereo di linea russo sul Sinai
Red. Online
18.11.2015 18:19

PARIGI - 'Colpo di scena' dell'Isis sull'ultimo numero di Dabiq, il suo magazine in lingua inglese: che rivendica l'abbattimento dell'aereo russo in Sinai con a corredo la foto della lattina-bomba che "ha distrutto" il velivolo "crociato". Ma anche il 'solito' orrore, con la notizia dell'uccisione dei due ostaggi, uno norvegese l'altro cinese, che a settembre l'Isis aveva 'messo all'asta', sempre su Dabiq.

La rivista, che in apertura ha il titolo "Just terror" e una foto delle stragi di Parigi di venerdì, scrive che: "Dopo aver scoperto la strada per compromettere la sicurezza dell'aeroporto di Sharm el Sheikh, per abbattere un aereo appartenente a un Paese della Coalizione internazionale contro l'Isis, abbiamo deciso di cambiare obiettivo con un velivolo russo. Una bomba è stata piazzata nell'aereo. Il risultato è stata la morte di 219 russi e altri 5 crociati, solo un mese dopo l'inizio dei raid russi".

Viene pubblicata la foto di una lattina di Schweppes "Gold" all'ananas, con accanto un detonatore e un innesco. È la lattina-bomba che avrebbe fatto esplodere l'aereo in volo.

Ventiquattro ore fa, il capo dei servizi segreti russi, Aleksandr Bortnikov, confermando che l'Airbus della Metrojet/Kogalymavia, era stato abbattuto da un attentato terroristico, ha annunciato che gli esperti hanno trovato trovate tracce di esplosivo di produzione straniera sui frammenti dell'aereo e che la bomba aveva una potenza fino a 1,5 kg di tritolo.

Oggi fonti vicine all'inchiesta hanno rivelato che l'ordigno artigianale era stato piazzato sotto al sedile di un passeggero. Proprio dove poteva essere finita la lattina-bomba. Dabiq contiene poi l'ennesima sequela di sinistra propaganda, dalla celebrazione degli "8 cavalieri" che hanno fatto strage a Parigi venerdì promettendo nuovi attacchi, fino alle nuove minacce a Roma e ai cristiani.

C'è poi l'ennesima pagina di orrore, con le immagini raccapriccianti dei due ostaggi, Ole Johan Grimsgaard Ofstad e Fan Jinghui, con i volti trasformati in maschere di sangue: "Giustiziati, dopo essere stati abbandonati dalle nazioni e dalle organizzazioni dei miscredenti", recita l'ultima pagina della rivista.

"Non possiamo cedere e non cederemo alle pressioni di terroristi e criminali. La Norvegia non paga riscatti", aveva detto a settembre - 24 ore prima dell'uscita di Dabiq - la premier norvegese Erna Solberg. Il giorno dopo l'Isis aveva 'aperto l'asta' per i due ostaggi, pubblicando un numero telefonico e precisando che "l'offerta" aveva un tempo limitato.

Tra le pagine patinate di Dabiq c'è anche il "necrologio" di due cugini, Abu Junaydah al Almani e Abu Hafs al-Almani (Almani, il tedesco ndr) entrambi tedeschi, uccisi in una battaglia dai ribelli siriani. Pubblicato giusto 24 ore dopo il panico scattato alla stadio di Hannover in Germania. Una coincidenza o un messaggio?

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