Marina di Carrara

L'Italia «congela» il super yacht «Scheherazade»

Formalmente sarebbe riconducibile all'oligarca russo Eduard Khudaynatov, ma secondo i giornalisti del team di Navalny appartiene al «capo»: Vladimir Putin
© Алексей Навальный / Maria Pevchikh e Georgij Alburov
Jenny Covelli
07.05.2022 11:39

«Il super yacht legato a Putin può eludere le sanzioni, salpando». Così titolava un articolo del New York Times pubblicato mercoledì. Che quest'oggi si è tramutato in «L'Italia sequestra il super yacht legato a Putin». Già, stiamo parlando di yacht (anzi, super yacht, appunto), di (pare) Vladimir Putin in persona e dei nostri vicini di casa, l'Italia. Ieri sera, venerdì 6 maggio, il Ministro dell’economia e delle finanze italiano ha emesso il decreto di congelamento dell’imbarcazione di lusso «Scheherazade», battente bandiera delle Isole Cayman e ormeggiata a Marina di Carrara, sospettata di appartenere direttamente al presidente russo.

Dal New York Times alla squadra di Navalny

Ma andiamo per ordine. Lo «Scheherazade» è un mega yacht di oltre 140 metri di lunghezza e 700 milioni di dollari di valore. Da alcuni mesi è fermo nel porto di Marina di Carrara, in Toscana e dall'invasione della Russia ai danni dell'Ucraina è al centro di indagini e inchieste. Una su tutte (forse la prima) quella, appunto, del New York Times datata 8 marzo: «Un mistero da 459 piedi in un porto toscano: è il superyacht di un russo?». Il giorno successivo, The Italian Sea Group, operatore globale della nautica di lusso specializzato nella costruzione e nel refit di motoryacht e navi fino a 140 metri, ha diffuso una nota: «In relazione ai commenti apparsi nei media, The Italian Sea Group, in funzione della documentazione di cui possiede e a seguito di quanto emerso dai controlli effettuati dalle autorità competenti, dichiara che lo yacht di 140 metri Sheherazade, attualmente in cantiere per attività di manutenzione, non è riconducibile alla proprietà del Presidente russo Vladimir Putin». Avanti veloce fino al 21 marzo: ecco l’inchiesta di Maria Pevchikh e Georgij Alburov, responsabili della squadra anticorruzione legata al dissidente russo Alexei Navalny. Certo che l’enorme yacht ormeggiato nel porto toscano appartiene che al presidente russo. «Oggi toglieremo 700 milioni di dollari a Putin». E i membri dell'equipaggio - rivelano - sarebbero in realtà elementi dei servizi di sicurezza russi.

Nel mirino dei controlli italiani

Il 22 marzo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si rivolge con un discorso al parlamento italiano e, tra le altre cose, chiede il «congelamento» dello Scheherazade, il provvedimento previsto nei confronti dei beni degli oligarchi legati al regime di Mosca. A quel punto lo yacht di 140 metri, uno dei più grandi al mondo, era già nel mirino della Guardia di finanza italiana e del CSF, il Comitato di sicurezza finanziaria istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze per monitorare il funzionamento del sistema di prevenzione e di contrasto del riciclaggio, del finanziamento del terrorismo, delle attività di Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale, del finanziamento della proliferazione delle armi di distruzioni di massa, nonché attuare le misure di congelamento disposte dalle Nazioni Unite, dall'Unione europea e a livello nazionale. In pratica l'ente che si sta occupando  di individuare sul territorio italiano beni riconducibili a oligarchi russi inseriti nella black list delle persone sanzionate stilata dall’Unione Europea in seguito all'invasione dell'Ucraina. 

Il lusso di Putin?

Lo yacht formalmente appartiene una compagnia offshore, la Bielor Asset ltd., con sede in Oceania, alle isole Marshall. Costruito nel 2020, pesa 10.167 tonnellate e può raggiungere una velocità di 18 nodi. Sei piani, due ponti per l’atterraggio di elicotteri, nove cabine per 18-20 ospiti e venti cabine per i membri dell'equipaggio (una quarantina), una grande piscina, palestre, cinema, aree di intrattenimento, persino un sistema di protezione dai droni. Secondo Superyachtfan, gli interni sono stati disegnati da Zuretti Yacht Design. Il costo di gestione? Tra i 50 e i 70 milioni di dollari l'anno.  Lo «Scheherazade» ha attirato l'attenzione già nello scorso mese di settembre, quando è stato sottoposto a una serie di lavori di manutenzione e ammodernamento nel cantiere di Marina di Carrara. Il costo? Circa sei milioni di euro. Il super yacht sarebbe stato pronto a salpare entro la metà di giugno. Ma questa settimana era stato messo in acqua e, stando al New York Times, erano già iniziati il rifornimento di acqua e carburante e le prove in mare. Era tutto pronto per salpare (destinazione Dubai)? Il «congelamento» da parte dell'Italia, ora, blocca in ogni caso tutto.  

Al New York Times gli abitanti di Marina di Carrara avevano dichiarato di chiamare abitualmente quel gigantesco barcone «lo yacht di Putin». Addirittura un ex marinaio (anonimo) ha confessato che lo stesso soprannome veniva utilizzato dai membri dell'euipaggio, «sostituito da personale russo quando la barca ospitava "il capo"». Il comandante inglese Guy Bennett-Pearce, dal canto suo, ha smentito di avere mai visto a bordo Vladimir Putin e si è appellato a un accordo di riservatezza. Secondo l’inchiesta di Maria Pevchikh e Georgij Alburov, il secondo in comando è Sergej Grishin, membro della Federalnaya sluzhba okhrany (FSO), l’agenzia russa che si occupa della protezione dei membri del governo di Mosca. Stesso discorso per il nostromo, Anatolij Furtel, a capo del gruppo incaricato di difendere la Bocharov Ruchey dove il presidente russo trascorre le vacanze, sul Mar Nero. Tra l'equipaggio, poi, ci sarebbero almeno una ventina di altri membri dell'FSO e del Federal’naja služba bezopasnosti, l’ex KGB.

«Inserite il titolare nella black list dell'UE»

Ma arriviamo a oggi. Venerdì sera il ministro dell'Economia italiano, Daniele Franco, ha firmato il decreto di «congelamento» dello «Scheherazade». «Gli accertamenti condotti dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza hanno evidenziato la presenza di significativi collegamenti economici e di affari del soggetto che ha la disponibilità, anche come titolare effettivo, dell’imbarcazione Scheherazade (battente bandiera delle Isole Cayman e ormeggiata a Marina di Carrara) con elementi di spicco del governo russo e con altri soggetti compresi nella lista concernente misure restrittive relative ad azioni che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina». Il ministero non fornisce il nome della persona a cui sarebbe attribuibile il possesso del super yacht. Ma riferisce che «il Comitato di sicurezza finanziaria ha proposto al Consiglio dell’Unione europea l’inserimento di tale soggetto nella suddetta lista».

Stando all'agenzia di stampa italiana Ansa, formalmente la proprietà dello «Scheherazade» sarebbe riconducibile all’oligarca Eduard Khudaynatov, ex presidente di Rosneft e proprietario di Villa Altachiara, la residenza sul promontorio di Portofino dove morì la contessa Francesca Vacca Agusta. Il nome di Khudaynatov, infatti, finora non compare nella lista UE degli oligarchi sottoposti a sanzioni. Nel frattempo lo yacht è stato «congelato». E l'allarme lanciato dal New York Times -  «Lo Scheherazade ha finora evitato il destino che invece ha travolto altri yacht di lusso» - è stato ascoltato. Un altro lussuoso gioiello galleggiante frozen.

In questo articolo:
Correlati