Locarno: via la Corte d'appello, in arrivo il Tribunale di espropriazione (e non solo)

L’ultima parola spetterà alla popolazione, il prossimo 9 giugno, ma nel frattempo la Cittadella della Giustizia ticinese sta prendendo forma. Come anticipato dal Corriere del Ticino due anni fa e confermato recentemente dalla direttrice della Divisione della Giustizia Frida Andreotti, nello stabile di Lugano dell’ex Banca del Gottardo, ora di proprietà di EFG, è destinata insediarsi anche la Corte d’appello e di revisione penale. La conferma è arrivata lo scorso 28 febbraio anche dal Municipio di Locarno, che ha risposto a un’interrogazione del consigliere comunale Simone Beltrame (Il Centro). Sfumano così le speranze dei tanti esponenti politici locarnesi che, negli scorsi anni, hanno cercato di mantenere la sede penale in città. A tal proposito, nel 2018 l’allora consigliere comunale (oggi membro dell’esecutivo) nonché deputato in Gran Consiglio Nicola Pini era stato relatore di un rapporto in Commissione gestione e finanze del Parlamento cantonale per un credito di quasi 12 milioni di franchi per la ristrutturazione del Pretorio di Locarno, con l’invito di mantenere la CARP a Locarno «in un’ottica non solo di distribuzione regionale, ma soprattutto di separazione anche fisica tra primo e secondo grado».
«Purtroppo però le valutazioni del governo cantonale sono state diverse – commenta il Municipio – anche sulla base di esperienze internazionali, nazionali e di altri cantoni che vedono coesistere varie istanze sotto lo stesso tetto. Inoltre si è chiaramente manifestato un problema di spazio per quanto riguarda il Pretorio di Locarno, impossibilitato ad accogliere anche la CARP (…) D’altronde il suo insediamento deciso nel 2009 aveva già chiaramente la qualifica di temporaneo».
Una decisione, ribadisce l’esecutivo locarnese nella risposta all’interrogazione di Beltrame, «retta da diverse scelte di ordine superiore, promosse dal Consiglio di Stato e avvallate dal Parlamento cantonale, approvando i relativi messaggi e crediti». Dunque nessun margine di manovra in questo senso, margini che si limiteranno alla possibilità di una compensazione con l’arrivo in città di un’altra sede giudiziale. Che tuttavia non sarà l’autorità di prima istanza LAFE, come richiesto dal consigliere comunale centrista. «Il Municipio – spiega la risposta dell’esecutivo, firmata dal sindaco Alain Scherrer - oltre a consolidare la presenza delle altre autorità giudiziarie cantonali sul territorio, quali Preture civili , la futura Pretura di protezione del Distretto di Locarno e le Giudicature di pace, oltre che naturalmente uffici esecuzioni, fallimenti e registro fondiario, ed evidenziando pure la presenza capillare sul territorio di autorità para-giudiziari quali in particolare gli Uffici di conciliazione in materia di locazione, è più orientato a sostenere la presenza sul territorio cittadino del Tribunale di espropriazione (…) ciò in considerazione dello spiraglio aperto da Gran Consiglio e Consiglio di Stato, in modo da garantire un’equa distribuzione delle Istituzioni a livello cantonale».
Spiragli che potrebbero portare ulteriori opzioni alla città, con il Dipartimento delle Istituzioni che «ha aperto la porta anche a dei ragionamenti per l’ubicazione di altre strutture cantonali».