Guerra

«L'offensiva a Kursk? Una mossa per sconvolgere la gestione russa della guerra»

L'operazione militare nella regione dovrebbe comunque aver raggiunto l'apice e non è ipotizzabile un'ulteriore avanzata da parte delle truppe ucraine
©RUSSIAN DEFENCE MINISTRY PRESS S
Red. Online
13.08.2024 15:45

Settimana scorsa, l'Ucraina è riuscita a portare a termine un'incursione su territorio russo. Teatro della manovra militare la regione di Kursk che ha visto l'arrivo di quasi 10.000 soldati i quali sono riusciti a conquistare quasi 350 km quadrati. Ventotto le località finite sotto il controllo di Kiev e più di 120.000 i civili scappati dalla zona. Questo, almeno, secondo il governatore della regione, Alexeï Smirnov, che ha presentato le cifre ieri pomeriggio.

Bene, ma ora che parte del territorio russo è stata conquistata, quali saranno le prossime mosse dell'esercito ucraino? E Mosca, sarà chiamata alla reazione? «Considerate le forze in campo, l'offensiva ucraina non si spingerà molto oltre in quanto ha raggiunto l'apice e gli obiettivi prefissati» spiega il caporedattore della Rivista militare svizzera Alexandre Vautravers in un'intervista a Watson. «Sarebbero necessarie brigate e mezzi logistici supplementari per assistere a un cambio di passo e permettere così la progressione delle truppe di Kiev».

L'azione militare, insomma, avrebbe raggiunto il suo obiettivo. Ma di cosa si tratta? Secondo Vautravers, lo scopo della manovra è sconvolgere la gestione russa della guerra obbligando Mosca a inviare a Kursk soldati limitando così la libertà di azione dell'esercito russo. «I russi perderanno giorni se non addirittura settimane a causa di questo spostamento di truppe e materiale» sottolinea il caporedattore della Rivista militare svizzera. In questo contesto, le truppe ucraine potrebbero decidere di iniziare una guerra difensiva nella regione in modo da obbligare il Cremlino a investirvi forze ed energie.

La Russia, del resto, non può permettersi di cedere al nemico parte delle proprie terre. «I russi devono riprendersi questo territorio. Putin non può lasciare la sua popolazione nella situazione in cui si trova attualmente» sottolinea Vautravers. Per riuscirci, una sola è la via percorribile. «Le truppe di Mosca hanno bisogno del triplo degli uomini messi in campo da Kiev». I conti sono allora presto fatti: se a Kursk sono presenti 10.000 soldati ucraini, la Russia dovrebbe inviarne 30.000 per riuscire a condurre con successo una manovra offensiva. Ed è proprio su questo fattore che conta Kiev: spostare di colpo 30.000 uomini da un fronte all'altro non è infatti evidente. «Per Putin si tratta del resto di ricollocare il 10% delle proprie forze attualmente dispiegate in Ucraina» sottolinea Vautravers.

Secondo il caporedattore della Rivista militare svizzera non sono invece reali obiettivi militari per l'esercito ucraino la stazione di pompaggio gas di Gazprom o la centrale nucleare presente nella regione.

Oltre a essersi prese una porzione di territorio di quasi 350 km quadrati, le truppe di Kiev hanno catturato anche diversi soldati russi, reclute soprattutto. Una mossa strategica anche questa secondo Vautravers. I combattenti catturati potrebbero essere scambiati con soldati ucraini detenuti in Russia. Il principale vantaggio di catturare delle reclute è però un altro: trovandosi in mani ucraine, esse non potranno nel giro di qualche mese rimpiazzare le truppe che attualmente stanno combattendo al fronte. Ciò contribuirà ad indebolire l'esercito di Putin.

In questo articolo: