L’offensiva del Consiglio di Stato per frenare il costo dei farmaci

Il potenziale di risparmio è enorme. Il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) lo ha stimato in oltre un miliardo di franchi a livello federale, equivalente a una riduzione del 3% dei premi di cassa malati. Di cosa parliamo? Di due iniziative cantonali approvate dal Consiglio di Stato nella seduta di mercoledì in Val Bedretto e presentate oggi alla stampa. La proposta (che dovrà essere dapprima discussa in Gran Consiglio per essere poi trasmessa in caso di adesione al Parlamento federale) prevede di ridurre la spesa per i medicamenti nell’ambito dell’assicurazione malattia obbligatoria (LAMal). In Ticino - ha ricordato il direttore del DSS, Raffaele De Rosa - i medicamenti sono ormai diventati la seconda voce di spesa. Parliamo di 376 milioni di franchi nel 2024, pari al 18% dei costi complessivi per l’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS). A livello nazionale, negli ultimi dieci anni la voce del costo dei medicamenti è letteralmente esplosa: «Sono stati superati i 9,2 miliardi di franchi, raddoppiando. Gli assicurati svizzeri spendono più che in ogni altro Paese europeo», ha aggiunto in entrata.
Il generico e l’originale
Ma veniamo ai contenuti delle due iniziative cantonali. La prima, denominata «Per l’obbligo di sostituzione di farmaci intercambiabili», vuole rendere obbligatoria la sostituzione di un farmaco originale con il medicamento generico o biosimilare. «La proposta si inserisce nella strategia della Confederazione che ha già aumentato il costo a carico del paziente che preferisce il prodotto originale, più costoso, nonostante esista la possibilità di optare per il suo generico», ha spiegato De Rosa. Attualmente, il disincentivo finanziario ha prodotto un risultato discreto - la quota di sostituzione è del 75% - ma inferiore rispetto ad altri Paesi europei. Fino ad oggi, ha chiosato De Rosa, sussisteva unicamente l’obbligo di informare il paziente sull’esistenza di un eventuale farmaco generico. In futuro, invece, si vuole obbligare il medico e il farmacista a sostituire, laddove esiste, l’originale con il generico.
La seconda iniziativa, denominata «Per la riduzione dei prezzi dei farmaci alla scadenza dei brevetti», punta invece a inserire un automatismo nella determinazione al ribasso del prezzo di un medicamento, alla scadenza del brevetto. In altre parole, scaduta la licenza, dovrebbe scattare l’automatismo di riduzione del prezzo. «A quel momento, i costi di ricerca e di sviluppo del farmaco sono stati coperti e un sovrapprezzo non è più giustificato», ha motivato De Rosa.
L’iter per l’approvazione delle due iniziative cantonali si preannuncia ancora lungo. Il banco di prova sarà il Parlamento federale, dove non si escludono le resistenze maggiori. De Rosa, però, resta fiducioso: «Come tutte le modifiche di una certa incisività incontreranno difficoltà, ma questo non vuol dire che non bisogna tentare. Confido nel sostegno del Gran Consiglio - che si è dimostrato sensibile al tema dei costi della salute - e, a livello federale, della deputazione ticinese. Al contempo, coinvolgeremo anche altri Cantoni per coordinare l’azione».
Modello da rivedere
Nel presentare le due iniziative cantonali, il direttore del DSS ha voluto richiamare il contesto in cui esse si inseriscono: una situazione tutt’altro che serena, caratterizzata da un aumento costante dei premi di cassa malati. De Rosa ha sottolineato che, negli ultimi anni, il Cantone ha sfruttato tutti i margini previsti dalla legge, introducendo misure come moratorie sul numero di medici, Spitex e infermieri, nel tentativo di contenere i costi. Un impegno importante, che spesso ha visto il Ticino anticipare decisioni poi recepite anche a livello federale.
E i risultati? Sicuramente non trascurabili, ma lo sforzo – ha ammesso De Rosa – non è stato sufficiente a frenare l’impennata dei premi. «Ne siamo consapevoli. Non fare nulla, però, non è la soluzione». Il direttore del DSS non ha nascosto la propria frustrazione di fronte agli sforzi messi in campo negli ultimi anni. «A livello federale, i veti incrociati delle diverse lobby continuano a ostacolare l’adozione di riforme strutturali, ormai sempre più urgenti». Più in generale, però, «è tutto il sistema LAMal che andrebbe rivisto», ha tuonato de Rosa. Il quale, al termine della discussione, ha proposto l’adozione, a medio termine, di una cassa malati unica. «Ritengo sia ormai urgente valutare la fattibilità di una cassa malati unica per la parte obbligatoria dell’assicurazione. Non necessariamente deve trattarsi di una cassa pubblica: entrare in questa distinzione significherebbe spostare il dibattito su un piano ideologico. L’importante è superare l’attuale concorrenza tra una quarantina di casse che finanziano prestazioni definite in modo identico dalla legge e dalle ordinanze federali. Il catalogo delle prestazioni è uguale per tutti, quindi non ha senso mantenere un sistema concorrenziale su questo fronte. Saranno gli studi di fattibilità a stabilire quale modello – pubblico o privato – presenti i maggiori vantaggi».
De Rosa ha accennato al fatto che il tema è già stato sollevato sia in Governo, sia tra i colleghi a livello federale. «Purtroppo, in questo ambito c’è ancora molta ideologia, legata soprattutto all’idea che una cassa malati unica debba necessariamente essere pubblica e finanziata proporzionalmente al reddito. Questo introduce elementi che, col tempo, fanno perdere consenso e rallentano lo sviluppo concreto delle proposte». Secondo De Rosa, una cassa malati unica sarebbe inoltre più efficiente. «Il potenziale di risparmio è interessante, non solo sul piano finanziario, ma soprattutto in termini di trasparenza del sistema. Inoltre, permetterebbe di evitare effetti perversi di natura burocratica e amministrativa, spesso onerosi, legati al cambio di cassa da parte di migliaia di assicurati, in particolare nel nostro Cantone». Ad ogni modo, ha ribadito più volte il direttore del DSS, «è sulla LAMal che occorre intervenire».
Le previsioni
Intanto, il fatidico momento della comunicazione dei premi di cassa malati si avvicina. Mancano meno di due mesi all’annuncio. Le stime parlando di un nuovo aumento che dovrebbe aggirarsi tra il 5 e il 6%. Al riguardo, De Rosa ha affermato di non avere indicazioni particolari per il Ticino, ma che «il punto di partenza è sempre l’evoluzione dei costi». Un dato che non è per nulla rassicurante.