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L'ONU approva la giornata ricordo di Srebrenica

L'iniziativa era sostenuta dalle principali potenze occidentali e fortemente osteggiata dalla Serbia e dai serbi bosniaci
© EPA/SARAH YENESEL
Ats
23.05.2024 20:48

L'Assemblea Generale dell'ONU dichiara l'11 luglio la Giornata internazionale del ricordo del genocidio di Srebrenica, un'iniziativa sostenuta dalle principali potenze occidentali e fortemente osteggiata dalla Serbia e dai serbi bosniaci.

La risoluzione, che ha ottenuto 84 voti a favore, 19 contrari e 68 astensioni, è stata presentata da Germania e Ruanda, per osservare ogni anno il ricordo del genocidio del 1995. Il testo condanna la negazione del massacro e l'esaltazione dei criminali di guerra, chiedendo che le restanti vittime siano trovate e identificate e che tutti i responsabili ancora in libertà siano assicurati alla giustizia.

«La nostra iniziativa mira a onorare la memoria delle vittime e a sostenere i sopravvissuti che continuano a vivere con le cicatrici di quel momento», ha affermato l'ambasciatrice tedesca Antje Leendertse, ribadendo che il documento non è contro Belgrado. Il presidente serbo Aleksandar Vucic tuttavia, ha affermato che il testo è «altamente politicizzato» e non contribuirà alla riconciliazione in Bosnia e nella regione, ma piuttosto «riaprirà vecchie ferite». «Le divisioni diventeranno sempre più profonde, la risoluzione causerà instabilità nella regione», ha detto in Assemblea Generale.

I coautori del testo hanno aggiunto, su richiesta del Montenegro, una frase in cui si specifica che la colpa di alcuni individui non può essere attribuita «ad un gruppo etnico, religioso o di altro tipo nel suo insieme», ma questo non è bastato per compensare le preoccupazioni di Belgrado (che nega il genocidio). Anche la Russia ha criticato una risoluzione «provocatoria», che «minaccia la pace e la sicurezza» in Bosnia e in tutta la regione, come ha affermato l'ambasciatore all'ONU Vassily Nebenzia accusando gli occidentali di «serbofobia».

Intanto, il leader nazionalista serbo-bosniaco Milorad Dodik ha annunciato l'intenzione di proporre alla Federazione croato-musulmana, una delle due entità che compongono la Bosnia-Erzegovina, un accordo sulla «dissociazione pacifica» della Republika Srpska, l'altra entità del paese a maggioranza serba, della quale Dodik è presidente. Spiegando che il popolo serbo non può più vivere nelle attuali condizioni in Bosnia-Erzegovina.

Il massacro di circa 8000 uomini e ragazzi bosniaci musulmani nel 1995, dopo che Srebrenica fu invasa dalle forze serbo-bosniache, ebbe luogo durante le guerre dei Balcani che seguirono la disintegrazione della Jugoslavia e fu considerata all'epoca la peggiore atrocità commessa in Europa dai tempi della Seconda Guerra Mondiale.