L'oppositore bielorusso Pushkin è morto in prigione «in circostanze inspiegabili»

L'artista bielorusso Ales Pushkin è morto in carcere «in circostanze inspiegabili dopo un intervento chirurgico in un ospedale della prigione». Era un oppositore politico del presidente Alexander Lukashenko, come riporta Radio Liberty.
Pushkin, 57 anni, è scomparso nella notte tra il 10 e l'11 luglio dopo che «nelle ultime settimane aveva perso 20 chili e nelle lettere aveva lamentato un dolore ai reni e aveva chiesto un cinto erniario», un apparecchio ortopedico contenitivo.
Il 30 marzo 2021 Pushkin era stato arrestato con l'accusa di «riabilitazione del nazismo», per aver esposto un ritratto del nazionalista bielorusso antisovietico Yauhen Zhikhar in una mostra nella città occidentale di Hrodno. Poi erano arrivate anche le imputazioni per incitamento all'odio e profanazione di simboli statali e, il 30 marzo 2022, la condanna a cinque anni di carcere.
In sua difesa erano intervenuti i difensori dei diritti umani di Vyasna, l'Associazione bielorussa dei giornalisti e il Comitato bielorusso di Helsinki, che lo avevano definito 'un prigioniero politico' e ne avevano chiesto il rilascio.
«La Bielorussia ha perso un uomo di talento e senza paura», ha scritto l'11 luglio su Telegram la leader dell'opposizione in esilio Sviatlana Tsikhanouskaya. «Ales è stato imprigionato per la sua creatività, che era l'incarnazione dello spirito indomito del popolo bielorusso», ha continuato, «sognava una Bielorussia libera e democratica».