L'evento

Losone prepara la grande festa per il mezzo secolo delle Medie

Il complesso scolastico, firmato dall’architetto locarnese Livio Vacchini e inaugurato nel settembre del 1974, sarà teatro di una manifestazione (il 15 maggio) con musica, esposizioni e visite guidate – Tra gli ospiti gli ex allievi Sinplus e Nuno Santos
Contraddistinto da quattro blocchi a «L», che vanno a comporre un quadrato; nell'adesivo in primo piano, Cristina Del Ponte Mainardi, docente all'istituto © Ti-Press/Samuel Golay
Jona Mantovan
06.05.2025 06:00

AGGIORNAMENTO: L'evento si terrà il 15 maggio (la data confermata è quella «di riserva»).

Una grande festa per celebrare i cinquant’anni delle scuole medie di Losone, un complesso di edifici firmato dall’architetto locarnese Livio Vacchini, in collaborazione con Aurelio Galfetti. L’appuntamento (inizialmente previsto giovedì 8 maggio) è confermato il 15, per una manifestazione che, dalle 17.30 e fino alle 20.30, animerà lo spiazzo (e non solo) al centro del grande quadrato composto dalla caratteristica forma a «elle» dei quattro blocchi dall’intelaiatura rossa. Il pubblico, oltre a gustare un aperitivo offerto, potrà partecipare a numerose attività: esposizioni, visite guidate (compresi i sotterranei, con il custode Stefano Canta, previa iscrizione all’indirizzo di posta [email protected]); tra le curiosità, anche il prototipo della cabina di proiezione per il Locarno Film Festival.

Non manca la musica

Anch’essa, tra l’altro, opera della medesima «mano» e realizzata tre anni prima del campus circostante, imbullonando due piscine in poliestere come fossero le valve di una conchiglia. Per l’occasione, sarà trasformata in uno spazio dedicato alla fruizione del cortometraggio in 3D (con visori) su Paul Klee «Unframed-Hand puppets».

Sarà anche possibile vedere da vicino il prototipo della cabina di proiezione impiegata al Locarno Film Festival

Ma non solo, perché nell’atmosfera primaverile non poteva mancare tanta musica, soprattutto se a suonarla saranno proprio ex allievi: da Cecilia Pioda con Basse frequenze a Nuno Santos passando per Robin & The Cats e i Sinplus dei fratelli Gabriel e Ivan Broggini. Significativa, poi, la locandina che promuove l’iniziativa, intitolata «Uno sguardo verso il futuro», il cui disegno è risultato vincitore di un concorso messo a punto per l’evento. Un ragazzo che scruta in alto, con il volto incorniciato da occhiali da sole dalla spessa montatura che ricalca, per forma e colori su ciascun occhio, proprio il famoso quadrilatero.

Il disegno vincitore del concorso «Uno sguardo verso il futuro, uno sguardo verso la scuola», divenuto la «copertina» dell'evento, realizzato da un allievo, Zeno
Il disegno vincitore del concorso «Uno sguardo verso il futuro, uno sguardo verso la scuola», divenuto la «copertina» dell'evento, realizzato da un allievo, Zeno

Una pletora di possibilità

Il bozzetto originale - insieme ai progetti grafici concorrenti, più altri manufatti prodotti dai giovani che frequentano l'istituto - è in esposizione nel blocco «A». Nel «B», invece, una mostra fotografica offrirà differenti inquadrature assecondate dalle sagome e dalle tinte degli elementi della costruzione. Nel «C», è in programma una presentazione dei risultati del sondaggio sul benessere promosso dall’assemblea degli allievi e del progetto di autovalutazione della qualità. L’ultimo «modulo», il «D», ospiterà l’esposizione interattiva «Conflitti, litigi e altre rotture» promossa dal dipartimento Educazione e ideata dal Centro psicopedagogico. Dalle 18.30 alle 19, di fianco alle palestre, saranno inaugurate le aule esterne, con un’introduzione al percorso botanico.

Costruito in appena nove mesi

Come rileva l’ex direttore Bixio Mainardi in una pubblicazione scaricabile dal sito internet losone.sm.edu.ti.ch, il bene culturale oggi tutelato dal Cantone è stato progettato in appena sei mesi - richiedendone altri nove per la realizzazione, costata dieci milioni - aprendo le porte il 16 settembre 1974 a ciò che allora era il ginnasio (filiera formativa sostituita nel 1978 dalle «medie»). Come riportato nella documentazione, all’epoca «c’era bisogno di una sede nuova. E la si voleva in fretta. Il tempo era poco, i soldi contati: sarebbero riusciti a costruire con le stesse scadenze e gli stessi costi di un prefabbricato? Una sfida quasi impossibile».

Tensioni e coesioni

La fonte succitata riporta pure alcune impressioni del corpo docenti: «Una disposizione che assicura momenti di convivialità e di svago, con l’ampio cortile e le aree verdi»; altre voci esaltano la luminosità delle aule, «ampie e accoglienti» e dove, «nonostante il grande numero di persone, l’ambiente rimane amichevole»; e, ancora, una riflessione sul «chiostro», che, «circondato dalle unità di fabbrica, stimola la coesione nel corso delle pause».

E così, a mezzo secolo dalla sua apertura, la realtà locarnese ha visto l’evoluzione di una società in continuo mutamento. Dapprima governata da un’impronta tradizionale e gerarchica, ha attraversato un periodo di democratizzazione e partecipazione attiva dei docenti, anche grazie alla generazione del ’68, protagonista dell’occupazione dell’aula 20 della Magistrale di Locarno, culminando con l’istituzione del Consiglio di Direzione e del Comitato dei genitori. Negli anni Ottanta, la nomina di direttori esterni ha suscitato tensioni, ma ha anche portato a un maggior affiatamento interno e a un rinnovato spirito di collaborazione. Per altri cinquant’anni. E anche di più.

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