Luca Ravenna: «È sempre il momento giusto per ridere»

Luca Ravenna, milanese di sangue ma da sedici anni oramai trapiantato a Roma, è un comico e autore televisivo italiano. Conosciuto dal grande pubblico per la serie Amazon LOL, Ravenna è da anni uno dei pilastri della stand-up comedy della vicina Penisola, una comicità simile ma diversa dal classico “cabaret”, che negli ultimi anni sta scalando le classifiche negli indici di gradimento. Luca è nel pieno del suo primo tour europeo e tra le grandi città a cui farà visita figura anche Lugano. Per l’occasione, il Corriere del Ticino lo ha intervistato. Intercettando il 35.enne a Parigi, dopo le fatiche accumulate fra Lisbona e Barcellona.
Luca, la prima
domanda è d’obbligo: come sta andando il tour?
«Il tour sta andando molto bene,
siamo felici. Fare una serata in giro per l’Europa di comicità prettamente
italiana personalmente mi scalda il cuore. Da come sta rispondendo anche il
pubblico sembra gradire».
Stai
portando il tuo spettacolo 568, tanto apprezzato in Italia, in giro per
l’Europa. Il pezzo cambia di tappa in tappa o rimane lo stesso?
«Come in
Italia il copione subisce dei cambiamenti: “quando gioco tra le mura amiche” il
luogo in cui mi esibisco determina lo spettacolo, all’estero devo tener
presente che potenzialmente mi sta ascoltando un ragazzo di Milano come uno di
Teramo, mi interfaccio con tutta l’Italia. Inoltre, lo spettacolo cambia anche
in base al clima e al “mood” della città. A Barcellona sono un po’ più sciolti
e rilassati rispetto a Parigi, dove si sono inizialmente trattenuti. Il tempo di due
battute e anche il pubblico più gelido, tuttavia, si scalda».
Luca
Ravenna, con l’amico e pure lui stand-up comedian Edoardo Ferrario, ha fondato
nel 2020 Cachemire, un podcast morbidissimo, progetto che quest’anno ha vinto
diversi premi. Come detto più volte dai due artisti Cachemire è nato per “esigenze”.
Luca e Edoardo, infatti, a causa della pandemia non hanno potuto esibirsi, da
qui l’idea di creare questo spazio in cui si ride e scherza di tutto. Ma un'ulteriore chiusura cosa comporterebbe per la professione?
«Grazie al tour sto vivendo e vedendo la situazione di molti Paesi europei. Nessuno di quelli finora visitati può permettersi un'altra chiusura, nessuno. La mia professione, di nicchia seppur in grande ascesa, fa del live la parte fondamentale. Sarebbe davvero una mazzata un eventuale lockdown. Ma ad oggi, con gli scongiuri del caso, mi sembrano impensabili nuove chiusure».


In un clima
generale molto teso tra guerra in Ucraina, la stessa pandemia e mille altre preoccupazioni che in questo momento abitano nei nostri pensieri, fare il
comico è più difficile o la professione è vista come un toccasana, un
ventata d’aria fresca?
«È un
periodo molto strano quello che stiamo vivendo. Ricordo di una serata a Padova,
era il giorno seguente dell’invasione russa ai danni dell’Ucraina, c’era un
clima pessimo prima della serata: eravamo tutti spiazzati ed emotivamente
provati dall’accaduto. Quando sono salito sul palco ho fatto due battute in
merito all’argomento e la situazione si è subito sciolta. Indubbiamente, scherzare su queste cose va fatto in modo delicato, ma è pur vero che in
situazioni come queste, più grandi di tutti noi, arriva il momento in cui due
ore di comicità possono far bene. Non ho mai visto nessuno pentirsi di una
risata. Ridere fa sempre bene».
Luca
Ravenna, è bene ricordarlo, il nostro territorio lo conosce molto bene: suo
padre abita a Lugano da 15 anni e durante l’infanzia le vacanze invernali erano
per Luca sinonimo di Grigioni. Siamo un popolo di autoironici o di permalosi?
«È vero,
conosco molto bene il Ticino. Conosco anche le rivalità tra lombardi e
ticinesi, ma credo che alla base di grandi contrasti ci sia sempre molto
rispetto. Seguo diverse pagine comiche ticinesi e sono davvero esilaranti.
Certo, bisogna conoscere il contesto, la storia e anche la morfologia del
vostro cantone, ad esempio: una battuta sul Monte Ceneri la capiscono in pochi
da noi in Italia, ma sapute queste piccole nozioni sul Ticino e i ticinesi
questi “meme” sono molto divertenti. È curioso della Svizzera il fatto che sia
l’unico luogo al mondo in cui si parla italiano, o quasi, pur non essendo una colonia
italiana. Ed è al tempo stesso un luogo molto più ricco dell’Italia».