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L'UE vuole un patto sull'intelligenza artificiale

L'obiettivo, prima di qualsiasi legge, è sviluppare e utilizzare i nuovi strumenti in maniera responsabile – Un terreno comune è già stato trovato con i mesi massimi del settore
Sam Altman, CEO di OpenAI, a colloquio con il presidente francese Emmanuel Macron. © Yoan Valat
Red. Online
29.05.2023 06:00

Un patto sull’intelligenza artificiale. È il piano, rivela Politico, attraverso cui l’Europa intende anticipare possibili derive e problemi. Il boom di ChatGPT e affini ha innescato la cosiddetta corsa dei regolatori. Una corsa globale, sebbene guidata dall’Unione Europea, vero e proprio poliziotto digitale dell’Occidente. L’obiettivo è sviluppare e utilizzare questi nuovi strumenti in maniera responsabile.

«Siamo nel bel mezzo delle cose» ha dichiarato negli scorsi giorni Margrethe Vestager, vicepresidente esecutivo della Commissione responsabile per gli affari digitali. «E mentre siamo nel bel mezzo delle cose, vediamo che l’IA generativa e i modelli di linguaggio di grandi dimensioni si stanno sviluppando molto, molto velocemente». Troppo velocemente, forse.

In occasione del G7 a Hiroshima, in Giappone, i leader dei vari Paesi si sono impegnati a sostenere «discussioni internazionali sulla governance e l’interoperabilità dell’intelligenza artificiale inclusiva (AI) per raggiungere la nostra visione comune e l’obiettivo di un’IA affidabile». Questa settimana, riferisce sempre Politico, i leader europei e degli Stati Uniti faranno eco a tale impegno, chiedendo valutazioni di «comportamenti e rischi emergenti» di IA come ChatGPT, secondo una bozza di dichiarazione per il loro prossimo Trade & Technology Council (TTC).

Il settore è aperto alle regole

La Commissione Europea, dal canto suo, aveva proposto una legge sull’intelligenza artificiale, con norme vincolanti sulle applicazioni di IA vietate e ad alto rischio, già nel 2021. La legge, tuttavia, è ancora in fase di revisione e difficilmente entrerà in vigore prima dei prossimi due anni. Per questo motivo, i funzionari dell’Unione stanno cercando in ogni modo di definire una sorta di patto volontario sull’IA, di concerto con aziende come Microsoft, Google e OpenAI. Sì, insomma, a principi non vincolanti sulla trasparenza e la responsabilità. Chiamatela pure soluzione provvisoria di fronte a una tecnologia in rapido sviluppo. I massimi funzionari dell’UE, leggiamo, hanno già trovato un terreno comune con i pesi massimi dell’industria.

Il settore dell’IA, fra l'altro, sembra aperto, se non apertissimo, a una forte regolamentazione. Dall’udienza al Congresso di Sam Altman, CEO di OpenAI, al concetto di rischio esistenziale evocato proprio dai fondatori della start-up californiana, passando per l’amministratore di Google Sundar Pichai. Durante vari colloqui a Bruxelles, per dire, il numero uno di Mountain View ha ribadito che la grande G intende posizionarsi come uno sviluppatore responsabile dell’intelligenza artificiale. Meglio, quindi, se l’autorità interviene in anticipo posizionando dei guardrail. Lo stesso Altman, dopo l’udienza, è stato in Spagna, Francia, Polonia e Regno Unito per presentare la sua versione di regolamentazione dell’IA. Pur con sfumature differenti rispetto a Pichai, pure lui preme perché vi siano dei paletti.

Ma chi guida?

Microsoft, concludendo, ha adottato un approccio simile eppure diverso. Il gigante tecnologico, che ha investito molto proprio in OpenAI, tramite il suo presidente Brad Smith ha fatto una proposta ai legislatori. Un tentativo di anticipare le mosse del Congresso in termini di legislazione e, quindi, di continuare a mantenere un certo vantaggio competitivo su Google.

Smith, in particolare, ha sollecitato una maggiore regolamentazione su questa tecnologia in rapida evoluzione, compresi i controlli di sicurezza informatica per le infrastrutture critiche e un regime di licenze per i modelli di intelligenza artificiale. «Non sono nemmeno sicuro che siamo in macchina» ha detto Smith ai giornalisti dopo aver respinto, con forza, l’idea che Microsoft fosse al posto di guida sullo sviluppo dell’IA. «Ma offriamo punti di vista e indicazioni di guida per coloro che stanno effettivamente guidando».

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