Lugano è così in difficoltà? Ecco cosa dicono i numeri

Che parlino i numeri, e soltanto quelli. Almeno fino a questa sera, quando Lugano comincerà a discutere uno dei preventivi politicamente più in bilico della storia. Le posizioni sullo scacchiere partitico e le esperienze passate suggeriscono che il documento, alla fine, tra polemiche più o meno accese, verrà approvato, ma il risultato della votazione non cambierà una virgola negli equilibri contabili del bilancio di Lugano, che rimangono delicati.
Il punto è: quanto delicati? La situazione è tanto grave da giustificare le misure ipotizzate finora, in attesa di conoscere quelle definitive che verranno proposte dal gruppo di lavoro dei risparmi quando tornerà la primavera? «Calma...» ha suggerito, a microfoni spenti, un politico cittadino commentando l’eventuale vendita di Villa Heleneum per fare cassa, mentre il vicesindaco Roberto Badaracco, paventando tagli alla cultura, ha parlato di «isteria finanziaria». Altri politici sono invece convinti che la situazione sia grave e che servano misure incisive al più presto. Chiudiamo però la parentesi dialettica: vi abbiamo promesso di lasciar parlare i numeri.
Aumenta un po’ tutto
Abbiamo scelto gli indicatori che riteniamo più legati al dibattito attuale e di cui possiamo analizzare l’evoluzione negli ultimi tre anni (andando più indietro avremmo dovuto fare i conti con il distaccamento del LAC e degli Istituti sociali:non semplice; poi, con la recente adozione del nuovo sistema contabile MCA2, alcuni dati sono difficilmente confrontabili).
Cominciamo dalla voce più dolorosa per la Città: le spese di trasferimento, cioè l’insieme dei contributi destinati a Cantone, consorzi o altri enti per varie necessità. Tre esempi:la perequazione finanziaria (29,6 milioni previsti per il prossimo anno), il finanziamento delle case per anziani (38,5) e la quota parte per AVS, AI e altri aiuti sociali (35,4). Ebbene: dal 2021 al 2023, l’ammontare di tali uscite è sempre salito passando da 181,5 a 195,4 milioni. Questi sono dati di consuntivo, quindi certi. I preventivi parlano invece 197,7 milioni per quest’anno e 204,1 per il 2025. Milioni, questi, sui quali Palazzo civico non ha alcun margine di manovra: bisogna pagare a basta.
Discorso diverso per altre due voci di bilancio: le spese per il personale e quelle per beni e servizi, entrambe in crescita costante. Le prime sono passate dai 147,9 milioni del 2021 ai 155,5 del 2023. Per quest’anno e il prossimo (attenzione, parliamo di preventivi, che sono improntati alla prudenza e al pessimismo) dovrebbero salire ancora a 162,2 e poi a 162,8 milioni. Quanto alle spese per beni e servizi, sono aumentate dai 77,3 milioni del 2021 ai 90,7 del 2023, e dovremmo restare su quella quota anche nel 2024 e 2025.
Un altro ambito delicato per gli equilibri di bilancio è quello degli investimenti. Il loro andamento nell’ultimo lustro è meno netto rispetto a quello degli altri indicatori, ma tendenzialmente anch’esso in crescita: 61,6 milioni tre anni fa, 60,8 nel 2022 e 6,9 nel 2023 (pesano gli incassi per i famosi contributi LALIA: gli investimenti lordi ammontavano a circa 77 milioni). Per quest’anno sono stati stimati 60,5 milioni, per il prossimo 82,9. Proprio l’anno prossimo, il Municipio dovrà scegliere la formula con cui pagare stadio e palazzetto. Leasing? Riscatto immediato delle due strutture in costruzione? Parliamo in ogni caso di una decina di milioni di franchi annui.
Da capire che impatto questo e altri investimenti avranno sui debiti della Città. Quando nel 2013 avevano sfiorato il miliardo di franchi, la politica luganese si era mediamente presa un bello spavento, ripromettendosi di allontanarsi il più possibile da quella soglia psicologica. Fino al 2022 la tendenza era stata positiva, con una discesa fino a quota 856 milioni, ma l’anno successivo si è risaliti a 930,8. Il costo di rimanere a queste «altezze» dipende dall’evoluzione dei tassi d’interessi: un’altra cosa su cui la Città non può fare nulla.
Attenzione alla forchetta
E i ricavi? Se s’incassa di più, si può anche spendere di più, no? Il problema, per la nostra analisi, è che il dato principale in questo senso, cioè quello sulle entrate fiscali, è piuttosto instabile a causa dei tempi necessari per gli accertamenti e i calcoli del caso. In poche parole: si stima una certa somma (al ribasso) e anni dopo si scopre che era molto più alta. Basti pensare che Lugano, dal 2021 al 2023 ha incassato sopravvenienze fra i 34,8 (nel 2023) e i 67,2 milioni (l’anno prima).
Guardando gli ultimi tre consuntivi, di fatto le entrate sono sempre state pari o superiori alle uscite. Gli ultimi due preventivi (2024 e 2025) aprono invece una «forchetta» che porta Lugano nelle cifre rosse, con disavanzi di 9 milioni quest’anno e di 23,9 il prossimo. Previsioni. Anche i numeri, a volte, seppur involontariamente, possono ingannare.