Certara

«Lugano, forse per quelle case bastava una multa»

Marco Moresi, sindaco del villaggio per trentun anni fino alla fusione con Lugano, commenta la decisione della Città di radere al suolo due case e una stalla costruite fuori zona
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Giuliano Gasperi
19.01.2024 20:30

«Cosa ci è venuto in mente di aggregarci con Lugano…». Parole dette oggi da un non meglio identificato coleta a Marco Moresi, che è stato sindaco di Certara fino alla fusione con la città. In valle sta suscitando una certa apprensione la scelta del Municipio di far demolire due abitazioni e una stalla edificate fuori zona e quindi abusive. Non che tutti stiano dalla parte del proprietario – un cittadino germanico che aveva acquistato gli immobili nei primi anni Duemila inanellando poi una serie di piccole irregolarità edilizie, tra cui la posa di un bacino di contenimento dell’acqua sorgiva nel bosco – ma una decisione come quella di Palazzo civico non si vede spesso alle nostre latitudini e il municipale Filippo Lombardi non ha escluso che ne verranno prese altre simili, «se non altro per parità di trattamento». Da lì il senso d’inquietudine all’ombra del Gazzirola e della cima di Fojorina.

«Un po’ di valli fra Airolo e Chiasso le ho frequentate – esordisce Moresi – e seguendo il ragionamento di Lugano andrebbe rasa al suolo la maggior parte dei rustici ticinesi». Il fatto è che gli edifici in questione, secondo la Città, non sono affatto classificabili come rustici e quindi non è possibile applicare le relative norme. «Inizialmente lo erano. La loro costruzione risale a inizio Novecento – racconta sempre l’ex sindaco – quando di regole pianificatore non ne esistevano, poi erano stati riattati negli anni Settanta». In quel momento Moresi sedeva in Municipio, dove era entrato nel 1972 per poi diventare sindaco dieci anni più tardi.

«Avevamo dato l’autorizzazione a sistemare quelle case in virtù di una regola che permetteva di estendere di un quarto la superficie del rustico. Per me era meglio avere sul territorio una casa riattata piuttosto che una diroccata e abbandonata. Così chi la abitava poteva tenere puliti i boschi, oltre che dare lavoro agli artigiani. Per questo, modifiche del genere venivano accordate bonariamente». Con il tempo sono cambiati i criteri e gli approcci, insieme a tutto il resto. Negli anni Ottanta è arrivato anche il primo Piano regolatore, che è in vigore ancora oggi. Quello di Moresi, comunque, non è un invito a violare le regole.

«Quando ero sindaco ho fatto anch’io degli errori realizzando alcune opere senza permesso, ma è sempre stato per il bene della collettività. In questo caso mi chiedo: non si poteva risolvere tutto con una multa, senza ricorrere alle ruspe?». Così facendo, tuttavia, Lugano avrebbe in qualche modo legittimato delle edificazioni fuori zona. L’ex sindaco rimane perplesso. «Allora bisognerebbe introdurre una legge valida in tutto il cantone e istituire una commissione che spieghi come vanno riattati i rustici. Io in generale sono per costruire e per mantenere, non per demolire».