L'ultimo film girato da River Phoenix

"Dark Blood" dell'olandese George Sluizer è stato realizzato nel 1993
Fabrizio Coli
14.02.2013 23:59

Belli e dannati, miti di Hollywood. Secondo alcuni in questa categoria rientra anche River Phoenix. Sul dannato non ci sono dubbi, visto che è morto per un?overdose nel 1993, a 23 anni. Sul resto invece si può discutere, dal momento che a parte My own private Idaho di Van Sant, il giovane Indiana Jones della serie tv e poco altro, non è che abbia lasciato questo gran segno indelebile. Ma tant?è, questa è la vulgata.River Phoenix ora rivive anche alla Berlinale, dove ieri, fuori concorso, è stato proposto Dark Blood, il film mai finito che l?attore stava girando quando è morto. A dirigerlo è l?olandese George Sluizer, candidato all?Oscar con Spoorloos nel  1989 e poi dietro la macchina da presa per il seguente remake americano del film, The Vanishing con Jeff Bridges. Dopo la morte di Phoenix a pochi giorni dal termine delle riprese, Dark Blood è stato congelato dalle assicurazioni. Solo pochi anni fa Sluizer è riuscito a rientrarne in possesso e, usando la sua voce off per narrare le scene mancanti, ora lo propone al mondo. Una coppia hollywoodiana (lui è attore) ha un guasto alla macchina in una desertica riserva indiana contaminata dai test nucleari. Li salva Boy (Phoenix), mezzo sangue, vedovo, che si invaghisce della donna e che, con continue scuse e poi con la violenza, li tiene praticamente in ostaggio in mezzo al nulla. Se Judi Davis e Jonathan Pryce - la coppia - sono convincenti è proprio Phoenix ad essere fuori parte, perché il suo giovane psicopatico non riesce ad essere inquietante. Il film non prende una direzione chiara e anche le questioni degli indiani e dei guai causati dall?uomo bianco si perdono per strada.

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