Coppie e fisco

«Ma così Berna lascerà
la Peppa Tencia ai Cantoni»

Samuele Vorpe, responsabile del Centro di competenze tributarie della SUPSI, spiega perché è contrario
all’imposizione individuale – Troppo complessa e inutilmente costosa – In Ticino servirebbero un’ottantina di funzionari in più
In Ticino si dovrebbero esaminare 85 mila dichiarazioni in più.
Giovanni Galli
05.09.2023 06:00

«L’imposizione individuale come incentivo per le coppie sposate ad esercitare una seconda attività professionale? Certo, nell’Amministrazione cantonale. Perché per attuarla serviranno un’ottantina di funzionari in più», celia Samuele Vorpe, responsabile del Centro di competenze tributarie della SUPSI. Battute a parte, ai suoi occhi il previsto cambiamento di sistema porterà solo complicazioni pratiche e costi supplementari, senza vantaggi tangibili per le coppie sposate. Ignorando il parere contrario di 21 Cantoni e insistendo per passare alla tassazione separata dei coniugi, secondo l’esperto il Consiglio federale sta imboccando una strada sbagliata. Mercoledì scorso, il Governo ha stabilito i parametri fondamentali del controprogetto all’iniziativa delle donne PLR che chiede un’imposizione individuale a prescindere dallo stato civile.

Combattere la penalizzazione

Scopo dell’iniziativa è di eliminare la cosiddetta penalizzazione del matrimonio, che a parità di reddito vede le coppie sposate pagare al fisco federale un importo superiore rispetto ai conviventi. Un messaggio sarà presentato entro marzo 2024. In futuro, i coniugi dovranno compilare la dichiarazione separatamente, al pari delle coppie non sposate. L’imposizione individuale è prevista a tutti e tre i livelli istituzionali. Confederazione, cantoni e Comuni. Le deduzioni per i figli a livello di imposta federale diretta (IFD) passeranno dagli attuali 6.600 a 12 mila franchi. Il progetto includerà anche adeguamenti della tariffa fiscale: le aliquote d’imposta per i redditi medio-bassi saranno ridotte e quelle per i redditi molto elevati leggermente aumentate. Per l’ente pubblico, il minor gettito previsto è di 1 miliardo di franchi: 800 milioni a carico della Confederazione e 200 dei Cantoni. Da parte dei contribuenti, a beneficiarne saranno soprattutto le coppie sposate con una ripartizione dei redditi piuttosto uniforme. Invece, per quelle con un unico reddito o un secondo reddito basso, la riforma comporta un onere fiscale più salato a livello di IFD.

Passaggio incomprensibile

Secondo Vorpe, che domani interverrà a Manno (Suglio) a un incontro sul tema promosso dal Gruppo di lavoro fiscaliste Ticino, il passaggio all’imposizione individuale è incomprensibile. Sia ben chiaro, dice, correggere le discriminazioni è doveroso. Nel 1984, il Tribunale federale aveva stabilito che, a parità reddito, una coppia sposata deve pagare meno imposte di una persona sola e non più di una coppia di conviventi. Fra le due categorie può essere tollerata una differenza massima del 10%. Nel frattempo, tutti i Cantoni hanno eliminato le discriminazioni. Una parte applica una forma di splitting. In Ticino, ad esempio, esiste il sistema della doppia tariffa. Per determinare l’imposta sul reddito si usano scale delle aliquote diverse per le coppie sposate e per le persone sole.

Più oneri e meno entrate

Un cambiamento a livello nazionale, nota l’esperto, rimetterebbe tutto in discussione: «Invece di semplificare le cose, le si complica. Non ci saranno più splitting, andranno riviste le tariffe e anche tutte le deduzioni. Non solo. Berna stima 1,7 milioni di dossier fiscali in più da esaminare, il che nei Cantoni avrà un onere sproporzionato. In Ticino se ne prevedono 85 mila, il che significa fra i 75 e 80 posti in più all’Ufficio di tassazione, che dovrà trattare più incarti, rispondere ai reclami, e procedere a un esame dettagliato delle singola dichiarazioni dei coniugi che, redditi a parte, hanno anche proprietà in comune. Insomma, la Confederazione, senza dover gestire un dossier in più, lascerebbe la Peppa Tencia ai Cantoni, che oltretutto si vedrebbero diminuire le entrate». Il tutto, senza un vero passo avanti sotto il profilo della giustizia fiscale.

Anzi, rincara Vorpe, si creerebbero nuove disuguaglianze, perché il nuovo regime penalizzerebbe in particolare le famiglie monoreddito. Nel senso che se un coniuge non lavora o ha un reddito basso, non potrà usufruire pienamente della sua quota di deduzioni per i figli. Il problema si porrebbe anche in tutti quei casi in cui il coniuge non ha un reddito sufficiente per assorbire la sua quota del 50%. Senza contare i problemi che si presenterebbero in caso di comproprietà di un immobile o di una persona che esercita un’attività indipendente. In questo caso, per avere diritto alla deduzione integrale per i figli, un uomo dovrebbe assumere la moglie senza reddito. «L’imposizione individuale elimina certe discriminazioni ma ne crea di nuove», spiega Vorpe. «Si andrebbe a lavorare per avere diritto alle deduzioni. Una forzatura. Non capisco proprio perché il Consiglio federale intende tirare dritto con un progetto uscito massacrato dalla consultazione». Ma ci sarebbero valide alternative a disposizione, senza complicare il sistema? «Certo, la Confederazione potrebbe sia riprendere lo splitting usato in parecchi Cantoni sia considerare la possibilità di passare, come già fatto da altri, a un’aliquota unica (flat rate tax) con deduzione sociale». L’imposizione individuale, però, viene praticata senza problemi in altri Paesi : «Attenzione, non si può paragonare il sistema svizzero con quelli in cui esiste l’imposizione alla fonte e non c’è la progressività dell’imposta simili alla nostra».

Contro la penalizzazione fiscale del matrimonio è stata lanciata un’iniziativa popolare anche da parte del Centro, che però vuole mantenere l’imposizione congiunta.