Sotto la lente

Madri da paesi diversi unite da un cammino condiviso

L’Associazione Il Tragitto si occupa di socializzazione, formazione, consulenza e prima infanzia - «Qui si creano anche amicizie che permettono di uscire dall’isolamento e creare dinamiche di aiuto molto forti»
La responsabile della sede locarnese Beatrice Lafranchi. ©CdT/Gabriele Putzu
Davide Rotondo
Davide Rotondo
12.12.2022 06:00

Donne che provengono da Paesi diversi e lontani con i figli al seguito. Ognuna di loro con una cultura e religione diversa ma che si ritrovano in momenti di condivisione, unite dalla consapevolezza di vivere in un posto nuovo in cui non sanno, a volte, come orientarsi correttamente. «Le attività dell’Associazione Il Tragitto permettono di creare una rete tra i partecipanti – ci racconta la responsabile della sede locarnese Beatrice Lafranchi –. Quando si parla di persone con passato migratorio si tende a limitare il pensiero al difficile percorso che hanno vissuto. Il Tragitto offre invece spazi di scambio e condivisione che permettono l’emergere di risorse individuali. Questo aspetto è valorizzante, soprattutto per donne che si trovano catapultate in una realtà sconosciuta e diversa da quella da cui provengono». Finora l’associazione ha conosciuto i vissuti di donne di 47 nazionalità diverse. «Il gruppo eterogeneo è fonte di grande ricchezza». Eritrea, Siria, Afghanistan, Iran, Brasile, Argentina, El Salvador, Ucraina. «C’è tanta emozione, la percepiamo e viviamo anche noi in questo spazio dove la relazione è fondamentale», continua Beatrice.

Un’idea di successo
L’idea nasce nel 2010 a Lugano, quando prima che si costituisse l’associazione c’era un semplice ma efficace progetto. «Tutt’oggi si chiama “Incontriamoci” e si tratta di un’attività di socializzazione che prevede momenti di incontro tra donne con figli in età prescolastica presi a carico da un’équipe educativa in uno spazio separato da quello delle mamme. I bambini fanno esperienza di un primo distacco dalla madre, nel contempo vengono svolte attività che possono agevolare la loro entrata nella scuola dell’infanzia. Per le mamme, invece, si tratta di momenti che permettono loro di conoscere meglio il territorio e i suoi servizi, di praticare la lingua italiana e affrontare, anche da parte loro, il distacco dai propri bambini. Cosa non sempre facile per coloro che hanno un’esperienza di abbandono alle spalle».

Diverse aree di intervento
Una proposta che, grazie al suo successo, non solo è rimasta immutata nel tempo ma ha visto il recente ampliamento nel 2020 con la sua sede a Locarno in via delle Aziende, che può contare sull’aiuto di una decina per persone, tra professioniste e volontarie. «C’è stata una grande espansione delle attività negli ultimi anni – continua Beatrice –. Oggi abbiamo un servizio articolato e ci presentiamo come un dispositivo che lavora su diverse aree di intervento: socializzazione, formazione, consulenza sociale e prima infanzia che è trasversale alle altre».

Conciliare studio e famiglia
Nell’ambito dell’area di formazione vengono proposti anche i corsi di italiano. «Per molte mamme con bambini in età prescolastica questi studi sono preclusi a causa della difficoltà nel conciliare formazione e famiglia, per questa ragione Il Tragitto offre da sempre la possibilità di accudimento durante le formazioni». È previsto inoltre un servizio di sportello e accompagnamento individuale, dove le persone possono presentare qualsiasi tipo di domanda. Dalla comprensione di una lettera, al rinnovo di un permesso o per cercare di entrare nel mondo del lavoro. «All’interno della casa si percorre un “tragitto”, un tratto di cammino condiviso. I nostri progetti sono connessi e permettono un’accompagnamento globale. Una semplice domanda allo sportello può tradursi in problematiche più complesse per le quali è necessario l’intervento di altri servizi. Il nostro ruolo in questi casi è quello di attivare la rete e accompagnare l’utenza in questo percorso. La relazione di fiducia permette l’emergere di situazioni altrimenti taciute e il nostro compito è quello di accogliere e orientare le persone verso una rete che conosciamo bene e con la quale collaboriamo da anni».

«Lo spazio è già stretto»
Il successo si traduce anche in numeri: nel 2021 per il solo progetto di socializzazione nella sede di Locarno sono state accolte 54 donne e 30 bambini per un totale di 806 presenze su 175 ore di attività. Lo sportello è stato consultato da 186 persone che sono state seguite in accompagnamento individuale per un totale di 52 ore. «Questa partecipazione rende gli spazi di via delle Aziende un po’ stretti, siamo dunque alla ricerca di una sede più grande». L’obiettivo ora è quello di consolidare e dare ancora maggiore qualità ai servizi, con l’aggiunta di un augurio: «L’eterogeneità dei gruppi è la forza del progetto. Sarebbe bellissimo avere anche persone del posto che partecipano alle attività. In questo luogo si creano delle amicizie e conoscenze che permettono di uscire dall’isolamento e creare dinamiche di aiuto molto forti. Anche le utenti si mettono in gioco in modo attivo prendendo parte a qualcosa. È incredibile osservare il sostegno che riescono a dare l’una all’altra».