Giustizia

Magistratura dei minorenni: procedimenti da record

Nel 2023 sono stati aperti ben 1.426 incarti, 142 in più rispetto al 2022 – «Livello mai toccato prima: i casi sono quasi raddoppiati rispetto a una decina di anni fa»
© CdT/Archivio
Martina Salvini
26.04.2024 15:30

Mai così tanti. Il numero di nuovi incarti aperti lo scorso anno dalla Magistratura dei minorenni in Ticino ha raggiunto un livello da primato. Stando al rapporto del Consiglio della Magistratura, infatti, i procedimenti nei confronti dei giovanissimi sono stati 1.426, in aumento di 142 rispetto ai numeri già alti del 2022. Leggermente salito, nel contempo, anche il numero di incarti chiusi: nel 2023 sono stati 1.309 (contro i 1.171 del 2022). Un dato che, tuttavia, come viene fatto notare nel rendiconto, «è rimasto comunque inferiore al primo, con la conseguenza che il saldo negativo ha portato a un ulteriore importante incremento delle pendenze», salite dalle 303 unità del 2022 a 472. Restando sempre alle cifre, gli incarti riportati al nuovo anno corrispondono al 33% di quelli aperti e al 36% di quelli chiusi. «Ossia, per entrambi i dati di circa 10 punti percentuali in più».

Casi puniti dal Codice penale

A colpire, però, al di là dei numeri, sono le parole usate dalla magistrata dei minorenni Fabiola Gnesa nel rendiconto. Parole che fanno ben capire la situazione difficile nella quale si trova a operare la Magistratura dei minorenni in Ticino. Il numero di procedimenti aperti nei confronti di giovani e giovanissimi «ha raggiunto un livello mai toccato in precedenza», scrive la magistrata. I numeri, fa infatti notare Gnesa, «sono quasi raddoppiati rispetto ai dati di una decina di anni fa». In particolare, spiega ancora, «vi è stato un aumento dei reati puniti dal Codice penale, che hanno raggiunto il 39% (erano il 30% nel 2022)», specialmente di quelli contro il patrimonio, che hanno toccato il 26% (si erano fermati al 16% l’anno precedente).

Furti e droga

Negli ultimi mesi dello scorso anno, osserva la magistrata, sono aumentati «sensibilmente» i casi di reato commessi da richiedenti l’asilo minorenni di origine nordafricana residenti al Centro federale di Balerna. Insomma, casi di furti, danneggiamenti e violazioni di domicilio. Per quanto riguarda invece i casi di droga, nel rendiconto viene spiegato che le contravvenzioni alla legge federale sugli stupefacenti rappresentano il 16% del totale, mentre le infrazioni alla legge sulla circolazione stradale sono il 21%. A preoccupare, poi, il numero di incarcerazioni, che hanno registrato una crescita considerevole. «Sono aumentate le decisioni di carcerazione preventiva (sono state 52, contro le 18 nel 2022, ndr) e quelle di proroga della carcerazione (21 rispetto alle 6 del 2022, ndr)». E questo, viene sottolineato, «ha comportato pure un aumento dei minorenni in detenzione».

I problemi di organico

A complicare il tutto ci sono anche i problemi di organico. «L’instabilità dell’organigramma - si legge - e in particolare la carenza di un operatore sociale (che si auspica venga nominato presto), ma non solo, hanno notevolmente influenzato il lavoro della Magistratura dei minorenni che è nel frattempo aumentato in modo esponenziale e che non si prevede diminuisca». Il risultato? Lungaggini nell’evasione dei procedimenti, «con influenze negative sul rispetto del principio di celerità». Nel rapporto viene inoltre fatto notare il notevole carico di lavoro per i due magistrati, «gravati anche dai picchetti che devono assumersi ogni due settimane». Una situazione che, si sottolinea, «rende evidente la mancanza di personale giudiziario e quanto meno la necessità di potenziare le competenze del segretario giudiziario». In questo contesto, l’apporto degli alunni giudiziari (praticanti) viene ritenuto fondamentale.

«Serve una soluzione»

Che la situazione sia divenuta via via sempre più complicata viene rimarcato del resto anche dal Consiglio della magistratura, il quale osserva: «Se da un lato il record di giacenze almeno a partire dal 2010 non può che impensierire, non va dimenticato che sull’altro fronte pure gli incarti evasi hanno toccato un livello mai raggiunto da quello stesso anno». I magistrati, insomma, hanno lavorato «intensamente e con un buon livello qualitativo». Tuttavia, «per poter garantire continuità», la gestione dei picchetti e la mancanza di un educatore nell’organico dovrebbero «venire affrontate a breve per trovare delle soluzioni che consentano di alleggerire il personale e i giuristi».

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