Beni rifugio

Malgrado le grandi incertezze metallo giallo sempre al palo

Dall’inizio dell’anno l’oncia ha perso circa il 9% - Intanto il franco mette a segno un nuovo recordo sull’euro – Kever: «Sull’oro pesa la concorrenza dei bond americani, il cui rendimento è salito, ma rimane un asset valido per i portafogli»
Roberto Giannetti
22.09.2022 06:00

L’oro, storicamente bene rifugio per antonomasia, sta registrando cattivi risultati in questo periodo di grandi turbolenze economiche e geopolitiche. Malgrado la guerra in Ucraina e l’incertezza legata alla corsa dell’inflazione, da inizio anno il metallo giallo è in rosso di circa il 9%. Anche l’annuncio di una mobilitazione parziale in Russia fatta dal presidente Vladimir Putin ieri ha modificato in misura solo lieve il corso dell’oro. In serata un’oncia quotava 1.667 dollari, in rialzo dello 0,24% rispetto alla chiusura precedente.

Come considerare questa performance?Bisogna dire che un’altra categoria di asset considerata difensiva, ossia le obbligazioni, da inizio anno ha perso addirittura il 20%. E in questo frangente il vero bene rifugio è diventato il dollaro, favorito rispetto all’euro grazie alla distanza degli Stati Uniti dal conflitto in Ucraina e alla loro maggiore autonomia energetica. Anzi, possiamo dire che in parte la cattiva performance dell’oro è provocata proprio dalla forza del dollaro.

Il franco corre

Per contro, un altro bene rifugio per antonomasia, ossia il franco svizzero, è molto richiesto. Ieri in serata, stando ai dati Swissquote, la valuta europea è stata scambiata a 0,95226 franchi, il valore più basso nei suoi 20 anni di storia. All’inizio dell’anno l’euro costava poco meno di 1,04 franchi e nel frattempo ha perso il 9%. Con le prospettive che si fanno sempre più fosche e un continente europeo che vede all’orizzonte un inverno energeticamente ben più rigido del solito, il franco si conferma ancora una volta un bene rifugio.

Come valutare la performance dell’oro? E cosa ci possiamo aspettare in futuro? Lo abbiamo chiesto a Sascha Kever, gestore patrimoniale della banca PKB di Lugano. «I mercati finanziari - spiega - stanno vivendo un anno decisamente complicato a causa di una serie di motivi, fra cui si segnalano l’invasione russa in Ucraina, l’importante aumento dei costi dell’energia, il conseguente importante incremento dell’inflazione e non da ultimo il netto rialzo dei tassi».

I tassi salgono velocemente

Ma come mai, tenuto conto di tutte queste difficoltà, il metallo giallo ha registrato una performance negativa?«Se in un primo momento, all’inizio del conflitto in Ucraina, l’oro aveva reagito secondo logica, dunque salendo oltre il 10% - rileva Kever - nel proseguo dell’anno e soprattutto durante l’estate la concorrenza dell’alternativa per antonomasia, ovvero le obbligazioni emesse dal governo americano, si è fatta sentire. Infatti i tassi negli Stati Uniti sono saliti in maniera veloce e consistente, per intenderci un’obbligazione emessa dal Governo di Washington oggi arriva a rendere in area 4% su scadenze brevi, una retribuzione che l’oro evidentemente non garantisce»

E’ dunque lecito attendersi un proseguo della fase negativa sull’oro nel prossimo futuro? «Noi pensiamo che la Federal Reserve - risponde Kever - abbia percorso buona parte di questi ciclo di rialzi, il mercato sconta tassi in area 4,50% nella prima parte del 2023. È probabile dunque che nel medio periodo l’oro ritroverà la sua stabilità, seppur nel breve la volatilità possa restare sopra la media storica».

Rimane un bene rifugio

L’idea dell’oro come bene rifugio rimane comunque valida? «A mio avviso - sottolinea - un bene rifugio non va valutato su periodi brevi, ma nel lungo termine. In tal senso il +30% ottenuto negli ultimi 5 anni e il +10% dai giorni antecedenti l’inizio della pandemia (gennaio 2020), sono solidi numeri che dimostrano la validità di mantenere nel tempo questa asset class in un portafoglio diversificato».

Il dollaro forte frena l’oro

Vale la pena spendere due parole anche sull’effetto delle valute sul prezzo dell’oro. Come gioca l’andamento dell’oro, valuta nella quale il metallo giallo viene quotato? «Assolutamente sì. In generale l’oro - nota - è inversamente correlato al dollaro americano: quando uno scende l’altro tendenzialmente sale e questo è indubbiamente stato un altro fattore di disturbo in questi mesi. Per molti investitori svizzeri ed europei, che solitamente acquistano l’oro a cambio non coperto, proprio la forza del dollaro ha compensato buona parte della minusvalenza del metallo prezioso durante questa fase di debolezza»