Malnutrizione e malattie, «i bambini di Gaza intrappolati in un incubo»

Sono trascorsi già tre mesi dall'attacco sferrato da Hamas in Israele, che ha portato a una grave escalation del conflitto in Medio Oriente. Era il 7 ottobre 2023. Come in ogni guerra, c'è una fascia della popolazione in particolare che ne sta subendo le conseguenze in maniera devastante: i bambini. Che «si trovano ad affrontare una triplice minaccia mortale per le loro vite, con l'aumento dei casi di malattie, il crollo della nutrizione e l'escalation delle ostilità». L'allarme arriva dal Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (UNICEF). Migliaia di bambini sono già morti a causa delle violenze, mentre le condizioni di vita continuano a deteriorarsi rapidamente.
«I bambini di Gaza sono intrappolati in un incubo che peggiora di giorno in giorno a causa di malattie prevenibili e della mancanza di cibo e acqua», ha dichiarato Catherine Russell, direttrice generale dell'UNICEF. I casi di diarrea nei bimbi sotto i cinque anni sono passati da 48.000 a 71.000 in una sola settimana, a partire dal 17 dicembre, che corrisponde a 3.200 nuovi casi di diarrea al giorno. L'aumento significativo in un periodo di tempo così breve è una forte indicazione del fatto che la salute dei più piccoli nella Striscia di Gaza si sta rapidamente deteriorando. E l'aumento è sconcertante: +2.000% se si considera che prima dell'escalation delle ostilità, si registrava una media di 2.000 casi di diarrea nei bambini sotto i cinque anni al mese.
Tra malnutrizione e diarrea
Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha avvertito che «una carestia diffusa incombe» nella Striscia di Gaza, in un rapporto inviato ai membri del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Nella riunione d'emergenza dello scorso 29 dicembre è stata resa una dichiarazione sulla grave insicurezza alimentare nella Striscia di Gaza, «di cui soffre oltre il 90% della popolazione», a nome della Svizzera e del Brasile, in qualità di punti focali informali sui conflitti e la fame all'interno del Consiglio di Sicurezza. «La gravità della situazione non ha precedenti in tempi recenti», scriveva il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). «Praticamente tutte le famiglie saltano i pasti ogni giorno. Molte famiglie trascorrono giorni e notti intere senza mangiare». Per Svizzera e Brasile «il cibo sta finendo nella Striscia di Gaza. Se le persone dovessero pagare da cinque a dieci volte di più per beni alimentari essenziali, come farina e olio, sappiamo che la scarsità colpirà i più vulnerabili in modo catastrofico».
Da quando, a fine dicembre, la Classificazione integrata della fase di Sicurezza alimentare ha avvertito del rischio di carestia nella Striscia di Gaza, l'UNICEF ha rilevato che un numero crescente di bambini non riesce a soddisfare i propri bisogni nutrizionali di base. Circa il 90% di quelli di età inferiore ai due anni consuma due o meno gruppi di alimenti, secondo un'indagine dell'UNICEF condotta il 26 dicembre. Un dato in costante aumento. La maggior parte delle famiglie ha dichiarato che i propri figli ricevono solo cereali – compreso il pane – o latte, il che equivale alla definizione di «grave povertà alimentare». Anche la diversità alimentare delle donne in gravidanza e in allattamento è gravemente compromessa: il 25% ha consumato solo un tipo di alimento il giorno precedente e quasi il 65% solo due.
Il deterioramento della situazione sta sollevando preoccupazioni per la malnutrizione acuta e la mortalità che sta superando la soglia della carestia. L'UNICEF è particolarmente preoccupato per la nutrizione di oltre 155.000 donne in gravidanza e madri in allattamento, nonché di oltre 135.000 bambini sotto i due anni, date le loro specifiche esigenze nutrizionali e la loro vulnerabilità. «Se combinate e non trattate, la malnutrizione e le malattie creano un circolo vizioso mortale. È dimostrato che i bambini in cattive condizioni di salute e nutrizione sono più vulnerabili a infezioni gravi come la diarrea acuta».
«Permetteteci di salvare loro la vita»
Il conflitto ha danneggiato o distrutto i sistemi idrici, igienici e sanitari essenziali nella Striscia di Gaza e ha limitato la capacità di trattare la malnutrizione grave. Inoltre, i bambini sfollati e le loro famiglie non sono in grado di mantenere i livelli di igiene necessari per prevenire le malattie, data l'allarmante mancanza di acqua e di servizi igienici, e «molti ricorrono alla defecazione a cielo aperto».
Nel frattempo, i pochissimi ospedali funzionanti sono talmente concentrati a rispondere all'elevato numero di pazienti feriti nel conflitto che non sono in grado di trattare adeguatamente i focolai di malattia.
Fin dall'inizio del conflitto, l'UNICEF ha consegnato forniture vitali alla Striscia di Gaza, tra cui vaccini, forniture mediche, kit per l'igiene, latte in polvere pronto per l'uso, alimenti supplementari specializzati, integratori alimentari e alimenti terapeutici pronti per l'uso per la prevenzione precoce e il trattamento della malnutrizione acuta. Ha anche consegnato carburante, acqua, cisterne e taniche, servizi igienici mobili, teloni, tende, vestiti invernali e coperte. Ora il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia chiede la ripresa del traffico commerciale per rifornire gli scaffali dei negozi e un immediato cessate il fuoco umanitario per contribuire a salvare vite civili e alleviare le sofferenze. «L'UNICEF lavora per fornire gli aiuti salvavita di cui i bambini di Gaza hanno disperatamente bisogno. Ma abbiamo urgentemente bisogno di un accesso migliore e più sicuro per salvare loro la vita», ha dichiarato Catherine Russell. «Il futuro di altre migliaia di bambini è in bilico. Il mondo non può restare a guardare. La violenza e la sofferenza sui più piccoli devono finire».