Matrimonio rimandato tra PLR e Verdi liberali

Politicamente parlando, a Lugano questi sono i giorni delle alleanze. Per un’unione che si è sfaldata, quella tra Verdi e PS, lunedì gli stessi socialisti hanno riconfermato l’intesa con il Partito comunista ed esteso l’alleanza con Forum alternativo e POP in vista delle elezioni comunali di aprile 2024. Oggi è stato il turno dei liberali radicali, che avrebbero dovuto ufficializzare la collaborazione con i Verdi liberali (PVL). Ma, piccolo colpo di scena, i delegati hanno deciso di rinviare il «sì, lo voglio» al prossimo novembre.
Non è un «no» all’intesa, è bene precisarlo, ma l’assemblea, dopo un’animata discussione, ha preferito prendere un po’ di tempo per chiarire alcuni punti in sospeso, in particolare per quanto concerne i rispettivi programmi politici.
Un'occasione da cogliere
Sul tavolo c’è un accordo politico, già approvato dalla Direttiva il 5 settembre, che prevede una lista unica sia per il Municipio che per il Consiglio comunale. In cifre, il PVL dovrebbe avere un candidato (su sette) nella lista per l’Esecutivo e una dozzina di nomi in quella per il Consiglio comunale. Il comitato cantonale dei Verdi liberali ha dato il suo via libera il 12 settembre, chiedendo però di togliere il «diritto di veto» chiesto dal PLR. In sala non è stato fatto alcun nome, ma il niet riguarderebbe principalmente una sola persona. Ma, come detto, se ne discuterà a novembre. Per ora, l’assemblea dei delegati ha dato un assenso «di principio» a questa unione.
Nel suo intervento, il presidente sezionale Paolo Morel ha spiegato che le discussioni con il PVL sono iniziate già nel 2022 e che un’alleanza è un’occasione da cogliere. «Noi facciamo fatica ad attirare giovani mentre il loro grande vantaggio è di avere un target più giovane e una sensibilità verde che anche noi abbiamo, ossia di tipo liberale e non "anguria" di altri partiti». La linea della Direttiva è stata sposata da diversi esponenti liberali radicali. Il vicesindaco Roberto Badaracco ha per esempio ricordato che «con la frammentazione che ha trasformato la politica in questi anni da soli non si va da nessuna parte. È fondamentale rafforzarsi con un elettorato d’area e in questo momento il partito più vicino a noi sono i Verdi liberali». «Quando il PVL ha fatto gruppo con il Centro a livello federale mi sono detta «peccato per noi – ha affermato Giovanna Masoni Brenni –. La loro sensibilità ambientale tiene conto degli interessi dell’economia. Non dobbiamo avere paura di avvicinarci, è un tentativo da fare».
Una proposta di compromesso
Tuttavia, non sono mancate diverse voci critiche. Come quella del giovane Stefano Cassina, il quale ha ricordato che dal sondaggio promosso dal partito cantonale «è emerso che la base si è espressa chiaramente contro le congiunzioni dell’ultimo minuto per fini elettorali» (il PVL, va precisato, ha dato la sua disponibilità alla direzione a fine agosto). Ma più in generale i dubbi non hanno riguardato l’alleanza in sé bensì alcune questioni rimaste irrisolte, come la compatibilità tra i due programmi politici e il «modus operandi» di eventuali candidati verdi liberali eletti in Consiglio comunale (per esempio, possono staccarsi dal gruppo?). Su questo punto si sta lavorando a un gentlemen’s agreement che regoli la questione. «Di principio sono d’accordo, anche se ritengo che il veto non vada tolto», ha chiosato il capogruppo Rupen Nacaroglu. «Però ora non ho idea di chi potrebbe essere in lista, faccio fatica a decidere oggi». «Per una lista congiunta serve un programma congiunto», ha dal canto suo fatto notare Carola Barchi. Per l’avvocato Giancarlo Viscardi «sembra che stiamo accelerando quando la maturazione di quest’alleanza è ancora lontana». «I Verdi liberali li conosco molto bene: ci ho fatto paio di legislature a Berna e non ho mai avuto problemi in Commissione economia», ha affermato l’ex consigliere nazionale Fulvio Pelli. «Qualche problema c’è stato sui temi verdi, ma se abbiamo perso elettori è per la scarsa sensibilità delle lobby che sostengono il partito sui temi ambientali. Quella che ci si presenta è una sfida da cogliere; noi avremo il nostro programma e il PVL presenterà il loro. Se si riveleranno incompatibili, a gennaio potremo fare un passo indietro»
Alla fine, a fare breccia è stata la proposta di compromesso di Morena Ferrari Gamba: dare un assenso di principio all’alleanza con il PVL e ritrovarsi a novembre per sciogliere eventuali dubbi sui rispettivi programmi politici (eventualmente modificando qualcosa) e infine ratificare l’intesa. Una proposta sposata anche dalla municipale Karin Valenzano Rossi: «Anch’io sono d’accordo di principio a collaborare con i Verdi liberali. Tra due mesi ci ritroveremo per il sì definitivo in base ai rispettivi programmi e alle persone». Ai voti, la proposta è passata con 52 voti favorevoli, 2 contrari e 6 astensioni. Se ne riparlerà dunque a novembre, ma la porta è aperta. In coda all’assemblea, i delegati hanno confermato la commissione cerca – composta da Mario Antonini, Marco Netzer, Andrea Gehri, Walter Lisetto, Deborah Moccetti e Lorenzo Sommaruga –ea il programma politico per il quadriennio 2024-2028.