May rischia la rivolta se non esclude il «no deal»

LONDRA - Rischia di complicarsi ancora la partita a Londra per un accordo su un piano B per la Brexit. Il Daily Telegraph evoca oggi «una rivolta» in casa Tory di una parte dello stesso governo contro Theresa May, se la premier insisterà a non voler escludere dal tavolo l’opzione del «no deal» (nessun accordo) nel dialogo con le opposizioni. Una condizione considerata sensata da ministri e sottosegretari moderati guidati dal titolare del Tesoro, Philip Hammond: pronti a dimettersi se lady Theresa dovesse continuare a dire no, come la incoraggiano del resto a fare Andrea Leadsom e altri ministri brexiteers.
Jeremy Corbyn da parte sua deve fare i conti con le pressioni contrapposte nel gruppo laburista sull’idea di far campagna per un referendum bis: sostenuta pubblicamente per ora da 71 dei 260 deputati del partito, ma avversata almeno da altrettanti, rivela il Guardian. Incluse «alcune decine» di componenti del governo ombra, disposti a loro volta a dimettersi laddove il leader decidesse di schierarsi coi primi superando le esitazioni mostrate finora su una rivincita referendaria.