Media: "Un Paese spaccato in due"

La stampa elvetica s'interroga all'indomani del "sì" all'iniziativa dell'UDC
Ats
10.02.2014 08:13

BERNA - Dopo il "sì" all'iniziativa dell'UDC "contro l'immigrazione di massa", la stampa elvetica si interroga sul futuro delle relazioni con l'Unione europea. Molti giornali in edicola oggi sottolineano che la Svizzera è uscita spaccata in due dalle urne.

Nel suo editoriale, il quotidiano "Le Temps" ritiene che "una parte di questo paese ha paura dell'evoluzione in corso". Il giornale parla anche del Ticino, definendolo un cantone molto esposto ai frontalieri che ha espresso la sua "esasperazione". Più in generale, la Svizzera rurale si sente insicura e "sembra di percepire unicamente gli aspetti negativi che emergono durante i periodi di forte crescita".

"Le Temps" sottolinea pure che in Svizzera tedesca l'Unione europea è vista come un nemico, "anche negli ambienti economici, noti per essere eurofobi per principio". Da parte sua, "Le Matin" non usa mezzi termini: la Svizzera tedesca "si è rannicchiata sulle sue piccole certezze, gelosa dei suoi privilegi e nostalgica di un tempo glorioso che esiste solo nel dipinti di Anker".

Per il "Quotidien jurassien", l'iniziativa è stata approvata poiché le autorità "non sono state abbastanza rigorose nel controllo delle misure di accompagnamento" della libera circolazione. Il vodese "24 Heures" parla della frattura tra le istituzioni e una parte della popolazione. Il quotidiano friburghese "La Liberté" prevede da parte sua "un'era glaciale" tra Berna e Bruxelles.

In Svizzera tedesca si insiste soprattutto sul significato storico del voto. Il "sì" all'iniziativa rappresenta una svolta paragonabile a quella del 6 dicembre 1992, quando venne rifiutata l'adesione allo Spazio economico europeo (SEE), scrive la "Neue Zürcher Zeitung".

La NZZ sottolinea anche che il "sì" al testo dell'Udc non è una buona cosa per l'economia svizzera e, di riflesso, anche per il benessere della popolazione. Di tutt'altro parere la "Basler Zeitung", secondo la quale ieri "tutta la Svizzera" ha vinto. Il quotidiano basilese vede l'esito del voto come "la più grande sconfitta mai subita dall'economia e dai sindacati".

Per il "St. Galler Tagblatt", le ragioni del successo dell'UDC sono da ricercare nell'inerzia della classe politica nei confronti degli aspetti negativi della libera circolazione. "L'iniziativa, formulata con toni populistici, non è stata presa sul serio per troppo tempo", afferma il giornale.

Da parte sua, il "Blick" sottolinea che "contro la volontà della popolazione non può essere perseguita nessuna politica a lungo termine". Ciò vale anche per le relazioni con l'Unione europea. Per il quotidiano, il risultato di ieri costituisce un buon atout per i futuri negoziati con l'Ue.

Per il "Bund", il risultato di ieri non si spiega né con la xenofobia, né con l'isolazionismo. L'esito è dovuto alla pressione sul territorio, al dumping salariale e agli affitti elevati: l'alta immigrazione causa "una sensazione di perdita di controllo che non rimane senza conseguenze in una democrazia diretta".

Il "Tages -Anzeiger" definisce il risultato "un rifiuto parziale della globalizzazione e dell'integrazione europea". Per il quotidiano i problemi della dispersione urbana e della pressione sui salari sono reali, ma "non possono essere risolti all'interno dei confini etnici e nazionali, come il mito del 'Sonderfall' elvetico vorrebbe farci credere".