Medico del traffico, cartellino rosso in arrivo

BELLINZONA - «Non è possibile affermare che la perizia del medico del traffico si fondi su un impianto sufficientemente verificabile ed attendibile». È questo uno dei passaggi fondamentali della sentenza del Tribunale amministrativo cantonale (TRAM) che, negli scorsi giorni, ha dato ragione a un automobilista accogliendo parzialmente il ricorso presentato dall’avvocato difensore Tuto Rossi. Vista la decisione del TRAM, lo stesso avvocato la scorsa settimana ha quindi chiesto al Governo ticinese di «intervenire senza indugio per sanare queste gravi illegalità».
La figura del medico del traffico, introdotta con il pacchetto di norme federali «Via sicura», da diverso tempo attira critiche e lamentele, in particolare visto che nel nostro cantone attualmente è presente solo una persona, la dottoressa Mariangela De Cesare, con la formazione necessaria per rilasciare perizie sull’idoneità alla guida di un conducente che ha commesso un’infrazione stradale grave.
A far discutere, poi, erano state anche le entità delle fatture emesse. Ma fino ad ora, appunto, solo di lamentele e critiche si trattava. Alla luce della sentenza il Dipartimento delle Istituzioni ha però deciso di intervenire, come ci conferma il direttore Norman Gobbi: «Dal primo di settembre in Ticino sarà attivo un nuovo medico del traffico, messo a disposizione dal centro universitario romando di medicina legale, uno degli istituti di eccellenza a livello nazionale in questo ambito».


Il direttore delle Istituzioni evidenzia poi che così sarà possibile mettere fine al “monopolio” di questa figura: «Ciò che noi vogliamo come Dipartimento - spiega Gobbi - è ampliare l’offerta a favore dei ticinesi: soprattutto per superare l’ovvia e oggi ancor più solida diffidenza nei confronti dell’attuale medico del traffico. Anche perché quanto emerso dalla decisione del TRAM è grave e non può essere tollerato dall’autorità». Inoltre, ha aggiunto Gobbi, la presenza del nuovo medico del traffico si rende necessaria poiché «lo stesso TRAM nella sua sentenza ci ha chiesto in sostanza di fornire un secondo parere sul caso riguardante l’automobilista difeso dall’avvocato Rossi. Un’eventualità oggi non possibile nel nostro Cantone proprio per via della presenza di una sola persona autorizzata a rilasciare queste perizie».
«Segnaleremo il caso»
Malgrado la sentenza metta in dubbio la solidità delle perizie dell’attuale medico del traffico il Dipartimento delle istituzioni non ha la competenza per sollevare la dottoressa De Cesare dal suo incarico. «Tuttavia - precisa Norman Gobbi - segnaleremo questa sentenza alla Società svizzera di medicina legale, che appunto è l’unica che può revocare il suo permesso, al fine che anche loro valutino se ci siano ancora i presupposti affinché la dottoressa continui ad operare in qualità di medico del traffico. Ci riserveremo inoltre il diritto di verificare l’operato della Dr.ssa De Cesare con una perizia esterna. Non dimentichiamo - aggiunge Norman Gobbi - che non si tratta di una questione di poco conto: le autorità cantonali utilizzano queste perizie, che ricordo il TRAM ha definito nella fattispecie oggetto del ricorso insufficientemente solida, per prendere decisioni importanti sulla libertà di movimento. Una libertà essenziale per il cittadino ticinese».
Un’altra questione che aveva sollevato alcune perplessità riguardava il pagamento anticipato delle fatture del medico del traffico. Ma su questo punto Gobbi non ha dubbi: «Questo aspetto non è stato messo in discussione dal TRAM nella sua sentenza e l’ha definita una prassi normale. Anche perché se nessuno paga, poi a pagare, spesso, è lo Stato.
Come già anticipato diversi mesi fa, il direttore delle Istituzioni ha infine ricordato che l’arrivo di un nuovo medico del traffico è solo un «primo passo precursore di ciò che sarà poi formalizzato con la realizzazione dell’istituto di medicina legale ticinese dalla metà del 2020. Un istituto che accorperà, oltre alla figura del medico del traffico, anche tutte le specialità di medicina legale che sono necessarie per gli inquirenti, dalla Magistratura alla Polizia». È stato proprio il lavoro condotto in questi mesi in vista della realizzazione dell’istituto che ha permesso di individuare questo secondo medico del traffico che da inizio settembre potrà operare in Ticino.