«Medico del traffico? Liberi di rivolgervi ad altri cantoni»

BELLINZONA - «Riteniamo necessario fare chiarezza riguardo all’iter che ha portato all’istituzione della figura del medico del traffico» e spiegare «alcuni aspetti legati alla stessa». Dopo settimane di aspre critiche, in particolare sui social, il Consiglio di Stato ha deciso di prendere posizione sul ruolo e le procedure della dottoressa Mariangela De Cesare, direttrice del Centro medico del traffico (CMT) di Chiasso. E ciò poiché «è stata spesso oggetto di affermazioni errate e fuorvianti, creando forte confusione sia tra i cittadini che tra figure politiche e pubbliche» rileva l’Esecutivo, prima di rispondere alle domande poste in una recente interrogazione dal deputato indipendente Cleto Ferrari. Nella sua lunga premessa il Governo ricorda la «difficoltà» incontrata nello scovare un medico del traffico di livello 4, il cui percorso di formazione risulta «notevolmente più articolato» e in quanto l’obbligo di farvi capo è stato introdotto solo nel luglio del 2014 nell’ambito di «Via Sicura». Nel dettaglio, precisa il Governo, «al momento di redigere la presente risposta, in Svizzera vi erano un totale di 36 medici del traffico SSML, attivi, di cui solo uno presente in Canton Ticino». Difficile dunque trovare delle alternative, come richiesto da Ferrari. «L’unica soluzione per offrire una possibilità di scelta su suolo cantonale – spiega il Governo – è che uno o più medici decidano di ottenere il titolo di medico del traffico SSML; in alternativa che un medico del traffico SSML già attivo Svizzera decida di trasferire la sua attività a sud delle Alpi. Ricordiamo tuttavia che già allo stato attuale qualsiasi automobilista può rivolgersi ad un medico del traffico di livello 4 operante negli altri Cantoni». Ma la risposta sottolinea pure il senso di questo specialista, chiamato a verificare l’idoneità dei conducenti «che commettono una grave infrazione alle legge sulla circolazione stradale relativa alla guida in stato di ebrietà (con un valore superiore all’1,6 per mille) o che si sono messi al volante sotto l’influsso di sostante stupefacenti». Le perizie svolte dall’unico medico del traffico attivo in Canton Ticino sono state 235 nel 2018. Verifiche che «comprendono: studio del dossier da parte del medico, colloquio con il peritando, esame clinico, prelievi tossicologici, raccolta di informazioni presso il medico trattante, redazione del rapporto peritale ed esame medico di classe 2». Sia sul tempo di lavoro – «evidente che vada ben oltre i venti minuti» – sia sul prezzo adottato il Governo rimanda al mittente alcune affermazioni. Il CMT, viene indicato, «si è basato essenzialmente sul tariffario Tarmed. E con tanto di esempio di fatturazione alla mano, il Consiglio di Stato precisa: «Nonostante un importo di fatturazione teorico di 1.327 franchi, grazie ad un accordo con la Sezione della circolazione lo stesso è stato contenuto in maniera forfettaria a 1.150 franchi. A tal proposito è stato più volte affermato che le perizie eseguite dal CMT di Chiasso siano le più care della Svizzera: un’affermazione assolutamente errata». A titolo di paragone, si legge, una perizia a seguito di alcolemia grave al volante nel Canton Vaud costa attorno ai 1.500 franchi, 1.455 in Vallese, 1.332+IVA a Berna e 1.450+IVA a Zurigo. A fronte delle criticità emerse sugli importi richiesti, la risposta inoltre conferma: «Segnaliamo che il Dipartimento delle istituzioni ha recentemente intrapreso i primi passi per valutare la realizzazione di un Istituto cantonale di medicina legale, all’interno del quale verrebbero riuniti tutti i medici legali attivi sul nostro territorio compresa quindi la figura del medico del traffico SSML. Una possibilità che il presente Consiglio saluta favorevolmente e i cui approfondimenti sono al momento in corso». Altre contromisure sono state adottate nel frattempo, in particolare per rendere più trasparente l’elenco delle prestazioni che hanno portato all’importo fatturato. «Il peritando può ovviamente richiedere al medico di esporre nel dettaglio le singole prestazioni e i relativi costi, ovviamente senza ulteriori oneri. Nel caso specifico della dottoressa De Cesare, a seguito di un incontro avuto con il Dipartimento delle istituzioni, segnaliamo che la stessa ha proceduto a segnalare sistematicamente la possibilità di ottenere l’allestimento dettagliato delle prestazioni di cui è composta la perizia, informazione che verrà ora trasmessa a ogni peritando».