Memorandum russo per la pace: «A noi subito i territori occupati»

Sono durati poco più di un’ora, i colloqui di pace tra Russia e Ucraina a Istanbul. Un’ora nella quale le delegazioni dei due Paesi - in guerra ormai da 1.195 giorni - si sono scambiati alcuni documenti e hanno concordato unicamente il rilascio di un migliaio di prigionieri e la restituzione dei corpi di 12 mila soldati rimasti uccisi in battaglia.
I colloqui di Istanbul partivano, peraltro, sotto i peggiori auspici. Il giorno prima, infatti, un massiccio attacco a sorpresa di droni ucraini ha danneggiato o distrutto oltre 40 bombardieri strategici con capacità nucleare nelle basi aeree nel profondo della Russia, comprese le remote regioni dell’Artico, della Siberia e dell’Estremo Oriente a più di 7.000 chilometri da Kiev. Nello stesso momento, Mosca ha lanciato contro l’Ucraina il maggior numero di droni - 472 - dalla sua invasione su vasta scala del febbraio 2022, in un tentativo di sopraffare le difese aeree avversarie. «Gli occhi di tutto il mondo sono puntati qui», ha detto il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan aprendo la riunione in una delle sale del sontuoso Palazzo Ciragan, sul Bosforo. Ma l’escalation militare ha inevitabilmente condizionato il nuovo round di colloqui, al termine dei quali è stato deciso, come detto, soltanto lo scambio di prigionieri.
Proposte irricevibili
Un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni, il rilascio dei prigionieri e un incontro tra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin erano, e continuano a essere, i tre obiettivi a cui punta l’Ucraina. Questa, almeno, è stata la dichiarazione del ministro della Difesa di Kiev, Rustem Umerov, che ha guidato la delegazione del suo Paese a Istanbul.
Ed è soprattutto la tregua incondizionata a essere giudicata, dall’Ucraina, «base necessaria per iniziare un negoziato», ha detto Umerov. Eventualità che Mosca respinge. La Russia, infatti, ha proposto soltanto un cessate il fuoco di due o tre giorni e non su tutto il fronte, ma lungo alcuni, delimitati, settori del territorio conteso. Secondo quanto confermato dall’agenzia Ria Novosti, il capo della delegazione russa, Vladimir Medinsky - consigliere di Putin considerato tra i più conservatori nella cerchia dello zar - ha presentato alla parte ucraina un memorandum «molto dettagliato» con le proposte di pace. Il documento, ha precisato Medinksy, citato sempre da Ria Novosti, consiste di due parti: «La prima, riguarda come raggiungere una pace vera e duratura; la seconda, invece, quali passi fare per rendere possibile un cessate il fuoco totale». Questa seconda parte, secondo il capo negoziatore russo, prevede una certa variabilità, offrendo la possibilità di «prendere una via o un’altra».
Di fatto, la Russia ha confermato di non essere interessata a un cessate il fuoco temporaneo, quanto piuttosto a risolvere quelle che giudica «le cause profonde» della guerra. Un’espressione dietro la quale il Cremlino cela richieste apparentemente inaccettabili per l’Ucraina: l’impegno formale a non entrare nella NATO, il riconoscimento delle proprie conquiste territoriali, la riduzione degli effettivi dell’esercito ucraino a poche migliaia di uomini, con la conseguente neutralizzazione delle capacità militari di Kiev.
Nei documenti diffusi questa sera dalla TASS, l’agenzia di stampa ufficiale russa, Mosca ha ribadito che per avere un cessate il fuoco, le forniture di armi e il lavoro di intelligence dell’Occidente devono essere fermati e che qualsiasi attività di Stati terzi sul territorio di Kiev deve essere interrotta. Il sito indipendente americano Axios, citando come propria fonte un funzionario ucraino che ha parlato a condizione di restare anonimo, ha poi aggiunto che nel memorandum di Istanbul la Russia ha subordinato ogni cessate il fuoco e la fine della guerra non soltanto al riconoscimento dell’occupazione russa dei territori contesi, ma anche all’immediato ritiro delle truppe ucraine dai territori rivendicati dal Cremlino (notizia, quest’ultima, confermata in seguito anche dal sito della Ukrainska Pravda).
Sempre nel testo del «piano di pace» contenuto nel memorandum russo diffuso questa sera dalla TASS, si legge pure che Mosca «suggerisce la conferma dello status dell’Ucraina come Paese non dotato di armi nucleari, con l’esplicito divieto di schieramento armi nucleari sul suo territorio». Il memorandum prevede, inoltre, il ripristino del transito del gas russo negli oleodotti che attraversano il Paese occupato e l’indizione delle elezioni per la presidenza ucraina.
Kiev prende tempo
Dopo aver ricevuto il memorandum russo, la delegazione ucraina a Istanbul ha preso tempo, insistendo sulla necessità di «studiare» il documento prima di rispondere e annunciare «ulteriori passi» negoziali. «Non siamo riusciti a reagire rapidamente alle proposte russe», ha detto ai giornalisti Serhij Kyslycja, vice ministro degli Esteri ucraino. Mentre il portavoce dello stesso ministero degli Esteri, Heorhii Tykhyi, ha spiegato come sarebbe stato «irresponsabile» commentare prima di aver letto con attenzione il memorandum. Tykhyi ha poi sostenuto l’utilità di organizzare più incontri se ciò aprisse la strada a un vertice tra Zelensky e Putin. «Si possono far parlare i diplomatici quando le armi tacciono. La Russia continua a rifiutarlo», ha detto Tykhyi, ribadendo che Kiev è favorevole a «un cessate il fuoco completo».
La risposta di Zelensky alle proposte russe è stata netta: ««La chiave per una pace duratura è chiara: l’aggressore non deve ricevere alcuna ricompensa per la guerra. Putin non deve ottenere nulla che giustifichi la sua aggressione. Qualsiasi ricompensa gli dimostrerebbe solo che la guerra paga».