Meno catture di trota fario: «Il nostro lupo è lo smergo»

Anche i pescatori hanno il loro «lupo». «È un vero flagello», commenta il presidente della Federazione ticinese per l’acquicoltura e la pesca (FTAP), Urs Lüchinger. Il riferimento è per gli uccelli ittiofagi, come lo smergo e l’airone cenerino. «Uccelli che imperversano sui corsi d’acqua ticinesi e che si nutrono voracemente di trote, in particolare le fario». Il problema, osserva Lüchinger, è l’eccessiva protezione di cui godono queste specie: «Sono animali protetti e pertanto non possiamo contenere l’impatto sulla fauna acquatica».
Il tema verrà affrontato questo pomeriggio a Tenero in occasione dell’assemblea dei delegati della FTAP. All’incontro parteciperanno anche il consigliere di Stato Claudio Zali, il consigliere agli Stati Fabio Regazzi e il presidente della Federazione svizzera di pesca Roberto Zanetti.
Il tema principe, comunque, sarà un altro, in parte collegato con gli uccelli ittiofagi. Tra le preoccupazioni dei pescatori spicca, infatti, il declino della trota fario dai fiumi ticinesi. Un declino che si manifesta essenzialmente con un calo delle catture. «È un dato tangibile», osserva Lüchinger, «che ci obbliga a correre ai ripari. Se non interveniamo, tra qualche anno, sarà troppo tardi».
Le cause sono molteplici e vanno dal riscaldamento climatico fino all’annoso tema dei deflussi minimi, oggetto di scontro politico pluriennale, fino - appunto - agli uccelli ittiofagi.
«Su clima e deflussi non possiamo fare molto, sullo smergo e sull’airone cenerino, invece, qualche margine di manovra lo abbiamo». Serve la volontà politica per intervenire, aggiunge il presidente. «L’Ufficio caccia e pesca, che sarà presente all’assemblea, presenterà un progetto pilota in discussione con il competente Ufficio federale ». L’idea è di intervenire, lungo le aste di fiumi in cui il temolo è a rischio, con una regolazione dello smergo e dell’airone. In questo senso anche la presenza del consigliere agli Stati Fabio Regazzi potrebbe giocare un ruolo, qualora decidesse di intervenire, a livello parlamentare, per rivedere quella parte di legge sulla caccia che prevedeva l’abbattimento degli uccelli ittiofagi e che per pochi voti è stata bocciata. «I pescatori hanno compreso che esiste un problema. Sono pronti a fare la loro parte, ma senza un intervento sugli uccelli ittiofagi, tutti gli sforzi rischiano di essere vani».
Misure protettive
Detto dell’intervento sugli uccelli ittiofagi, che cosa possono fare, dal canto loro, i pescatori? «Stiamo discutendo una serie di misure», premetteLüchinger che parla di «un vero e proprio cambiamento di paradigma nella gestione delle trote nei fiumi ticinesi». Tra gli accorgimenti che verranno discussi figura l’aumento della misura minima di cattura, da 24 cm a 26 cm, in parte già istituita dal consigliere di Stato Claudio Zali per il 2024 e che sarà da affinare per il 2025. Una seconda misura riguarda la riduzione delle catture giornaliere. «Altri suggerimenti arriveranno dalla base. Sarà una discussione aperta».
Bacino di Malvaglia
Altro tema che sarà affrontato in assemblea sarà lo svuotamento del Bacino di Malvaglia. «Questo tema dovrebbe trovare una soluzione definitiva nel corso del 2024». Le officine idroelettriche di Blenio (Ofible) dovranno infatti svuotare 400.000 metri cubi di sedimenti per ripristinare la piena funzionalità del bacino. «Sul tavolo ci sono due proposte, una impattante e una meno impattante che però costa molto di più». La prima variante prevede l’apertura dello scarico di fondo, alla base della diga, con la fuoriuscita dei sedimenti direttamente nel torrente di Orino, fino al Brenno e al Ticino. «L’impatto sarebbe devastante per la fauna». La seconda variante prevede di convogliare le acque di questi sedimenti direttamente alla centrale idroelettrica di Biasca e di restituirle, dopo averle turbinate (e dunque prodotto energia) al fiume Ticino attraverso l’apposito canale. «Questa variante necessita molto più tempo ma ha il vantaggio di salvaguardare i fiumi sottostanti». Sulle due varianti il DT ha chiesto una perizia autonoma che ha stabilito come la seconda opzione sia preferibile. «I pescatori stanno spingendo fortemente affinché il consiglio di Stato, che in ultima analisi dovrà decidere, scelga questa seconda opzione, risparmiando torrente Orino da danni certi».