Festeggiamenti

Mezzo secolo di ABAD: «Un traguardo notevole»

L’Associazione bellinzonese per l’assistenza e cura a domicilio compie 50 anni di vita - Si è passati da una singola collaboratrice negli anni Settanta, al gruppo attuale con oltre 160 persone - Raffaele De Rosa: «Un esperimento che oggi è diventata una pratica tanto diffusa quanto essenziale»
Un momento dei discorsi ufficiali. © Ti-Press/Alessandro Crinari
Davide Rotondo
Davide Rotondo
06.10.2022 20:19

Sono 50 anni che, giorno dopo giorno, i collaboratori dell’Associazione bellinzonese per l’assistenza e cura a domicilio (ABAD) sono presenti sul territorio a disposizione di persone malate, infortunate, disabili, anziane, in maternità o in difficoltà socio famigliari. Un traguardo importante celebrato questa sera nella sala multiuso di Sant’Antonino alla presenza di oltre un centinaio di persone, tra vertici della compagine, collaboratori, autorità cittadine, cantonali e, naturalmente, numerosi utenti. «È il momento di festeggiare ma anche di fare qualche riflessione. Per capire quello che è stato e soprattutto quello che sarà», ha detto il presidente dell’Associazione Felice Zanetti, che ha subito passato la parola al sindaco di Bellinzona Mario Branda. «Avete saputo farvi interpreti di una missione nobile: fare in modo che persone anziane possano rimanere a casa ricevendo la giusta assistenza. Pensiamo a come sono cambiate le cose in 50 anni. Un tempo per rimanere a casa bisognava fare affidamento solo sui propri figli. Se questo è cambiato, il merito va a chi ci ha visto lungo tanti anni fa».

Si tratta infatti di un percorso iniziato nel 1972 e che oggi vanta diversi servizi: prestazioni infermieristiche; sostegno alle persone bisognose e ai loro famigliari; consulenza ai genitori. Solo nel 2021, l’Associazione aconfessionale, apolitica e senza fini di lucro contava oltre 91.000 ore di prestazione erogate agli oltre 1.200 utenti grazie ai suoi 160 collaboratori. Senza contare le 800 famiglie seguite dal consultorio pediatrico.

«Sapete leggere le fragilità»

«Un traguardo notevole» per il Consigliere di Stato e direttore del Dipartimento sanità e socialità (DSS) Raffaele De Rosa, che si è rivolto direttamente ai collaboratori del servizio. «Svolgete un’attività che richiede grandi competenze professionali, sensibilità, empatia e attenzione ai bisogni dell’altro. Operare a domicilio significa saper leggere e percepire la fragilità e i bisogni delle persone a più livelli e poter accompagnare gli utenti e i famigliari nella fitta rete di servizi territoriali a disposizione, garantendo loro benessere e una buona qualità di vita. Compito non facile, che richiede anche capacità di ascolto, osservazione e attenzione per entrare in empatia con persone che devono giocoforza affidarsi a qualcun altro». Il Consigliere di Stato ha inoltre informato i presenti che il Cantone prevede di rafforzare ulteriormente queste prestazioni e quelle di supporto offerte dai servizi d’appoggio. «La valorizzazione di servizi come ABAD è in perfetta sintonia con i principi della nuova Pianificazione integrata anziani e cure a domicilio, licenziata dal Consiglio di Stato e attualmente al vaglio del Gran Consiglio. Si tratta del documento più importante della legislazione». Sono 5, ha spiegato il direttore del DSS, i principi che si vogliono portare avanti:«I bisogni degli anziani, l’inclusione sociale (abbiamo visto la terza età soffrire per questa mancanza durante la pandemia), la gestione integrata delle diverse offerte, il rafforzamento delle politiche per mantenere il servizio a domicilio e l’aumento della qualità delle prestazioni».

Il cambio di paradigma

Il 19 dicembre 1972, con l’istituzione «coraggiosa e lungimirante» del Consorzio di aiuto domiciliare di Bellinzona e dintorni avviene un cambio di paradigma: le persone bisognose di cure e assistenza e gli anziani, possono essere aiutati nella propria abitazione. Nasce così, con un’unica operatrice di aiuto domiciliare, un esperimento che, oggi, «è diventata pratica tanto diffusa quanto essenziale, per consentire di rimanere al proprio domicilio il più a lungo possibile, con la certezza di ricevere le cure di cui si necessita», ha concluso De Rosa.