"Mi faccio male, ma non me ne accorgo"

Una 59.enne del Sottoceneri: ho partorito scherzando e non ho sofferto quando mi sono fratturata le braccia e i polsi
(foto via pixabay.com)
Romina Borla
17.08.2015 06:00

C'è chi sviene dal dolore per un taglietto e chi si infilza il piede con una forca senza battere ciglio. Come Elena (nome di fantasia), una 59.enne del Sottoceneri che racconta: «Stavo spostando il fieno e mi sono ferita senza accorgermi. Ho reagito solo quando ho visto una pozza di sangue per terra». La nostra interlocutrice dice di avere una soglia del dolore molto alta (tema trattato nel Primo Piano in edicola oggi sul Corriere del Ticino), quindi di sopportarlo bene. «C'è voluto un po' di tempo per capirlo», spiega. «Ad esempio in sala parto, mentre avevo le doglie, chiacchieravo tranquillamente con le levatrici». Il cardiotocografo, ovvero lo strumento che misura oltre al battito cardiaco fetale anche l'intensità e frequenza delle contrazioni uterine, mostrava delle curve spaventose ma lei restava impassibile. «Le contrazioni si susseguivano e si intensificavano ma io niente, continuavo a ridere e scherzare, tanto che un'ostetrica ha esclamato: "Non è possibile! Perché non urla come la donna nella camera accanto?". Mentre io pensavo: l'altra partoriente esagera e la levatrice mi vuole male». Col tempo la 59.enne ha però cominciato a pensare di avere una sensibilità speciale. «Mi è capitato di inciampare e cadere in mezzo alla strada», dice. «Ho avvertito dolore nell'impatto poi più nulla. Tuttavia quando sono tornata a casa non riuscivo a sollevare il braccio. Così sono andata dal medico e ho scoperto di averlo rotto. È stato necessario ingessarlo anche se io non sentivo male. Nemmeno quando ho tolto il gesso – e la fisioterapista mi muoveva l'arto – non avvertivo dolori particolari».

Spesso in ospedale

Elena è finita al pronto soccorso e in ospedale diverse volte: si è spezzata le dita dei piedi, ha avuto problemi ai tendini delle spalle, ecc. Ma non ha sofferto più di tanto. «Ho risparmiato sugli antidolorifici», scherza. «Una volta mi hanno fatto delle radiografie a causa della sindrome del tunnel carpale (compressione del nervo a livello del polso, ndr.). Subito dopo averle esaminate il medico mi ha chiesto quando e come avevo fratturato i polsi. Non lo sapevo! Me li ero rotti, insomma, ma erano guariti da soli perché non sentivo nulla».

La poca sensibilità al dolore non è sempre una fortuna, chiarisce l'intervistata. «Quando ti fai male non te ne accorgi. Così spesso mi ritrovo con blu, tagli, schegge e spine nella pelle e non so dire quando e come me li sono procurati. Li vedo giorni e giorni dopo l'incidente, magari quando si sono aggravati, a volte perché hanno fatto infezione». Se ha un leggero mal di testa significa che le è già venuta una forte sinusite. Per questo i medici le hanno raccomandato di prestare molta attenzione al suo corpo e, al minimo segnale o dolore, rivolgersi subito a loro. Un punto debole, in ogni caso, la signora ce l'ha: le gengive che lei definisce «ipersensibili». «Mentre il palato no», specifica. «Quando mangio o bevo qualcosa di molto caldo mi brucio senza saperlo. Me ne accorgo solo vedendo le bolle in bocca. Faccio il bagno troppo caldo e, per non ustionare i miei figli, ho sempre dovuto usare il termometro per verificare la temperatura dell'acqua».

Una questione di genere?

Anche la mamma di Elena non si lamenta quasi mai per il dolore. «E penso che anche mia figlia abbia una soglia del dolore alle stelle», aggiunge la signora. «Mio figlio invece è come suo padre: si lamenta in continuazione. Sa com'è... Sono uomini (ride, ndr.)».