«Mia figlia e i miei nipotini sono rinchiusi nei rifugi»

Dottor Weiss, qual è il suo stato d’animo vedendo quello che sta accadendo?
«Abbiamo visto tutti in televisione la mancanza d’umanità e la violenza di Hamas e questo è anche un segnale per l’Europa. Il terrorismo aggredisce su tutti i fronti: contro tutti i Paesi europei e non solo contro Israele».
Per il momento è Israele a essere finita nel mirino. Come è successo?
«Lo Stato di Israele, che si trova al centro del mondo arabo e del medio oriente continuerà a convivere con la necessità di confrontarsi con gli islamisti e gli idealisti di ogni tipo, che non lo accettano come una realtà esistente. Sfortunatamente per loro, Israele è abbastanza forte da resistere a questa prova continua».
Insomma non ci sono vie d’uscita?
«Forse, se riusciranno a sviluppare relazioni normali con l’Arabia Saudita, ciò contribuirà a una certa distensione, anche se in Israele nessuno si illude che gli estremisti del mondo arabo non faranno ogni sforzo per distruggere lo Stato d’Israele».
Quali conseguenze potrebbero esserci ora?
«Con questa operazione omicida, Hamas ha cambiato le dimensioni dello scontro. Stiamo per assistere ad un conflitto lungo e molto cruente. I prossimi mesi saranno molto difficili e con molti lutti da entrambe le parti e senz’altro Hamas non vincerà».
Ha parenti nelle zone colpite?
«In Israele ci sono mia figlia, con mio genero e tre nipotini che da stamattina (ieri mattina, ndr) sono chiusi in un rifugio. Come si può immaginare, sono molto sconvolti e preoccupati. E questi momenti li vivono con ansia. Tanto più che con gli accordi di Abramo e con i negoziati con l’Arabia Saudita, compresi i possibili accordi con i palestinesi, speravano che queste manovre avrebbero potuto favorire un dialogo costruttivo per una pace duratura».
Quindi non si aspettava che scoppiasse la guerra?
«L’Iran tenta di sabotare e distruggere il processo di pacificazione degli accordi di Abramo. Ci sono giganteschi interessi contro questo processo. Interessi di petrolio, di gas, di vie commerciali, di rinascita di tutta l’area euro-mediterranea e medio orientale. Tutte le potenze traballano, sono in crisi economica e sono instabili. Ed è l’Europa che deve svegliarsi e prepararsi a difendere la civiltà ebraico-cristiana della libertà, del benessere, del progresso».