Michele Foletti: «Questa la mia ultima legislatura? Vediamo, l’entusiasmo c’è ancora»

È uno sguardo a tutto campo quello che Michele Foletti, sindaco di Lugano, getta oltre il 31 dicembre, per raccontare la città che verrà. Dall’arena sportiva di Cornaredo al Campo Marzio, dal Piano direttore comunale ai tanti cantieri (stradali e non) che partiranno nel 2026. Ma la prima domanda visto il periodo è quasi scontata.
Cosa chiede il sindaco di Lugano come regalo di Natale?
«Vorrei una politica cittadina che non scimmiotti le bagarre del Gran Consiglio e ritrovi un po’ di senso di responsabilità, sia in Municipio che in Consiglio comunale».
Probabilmente si riferisce ai vari botta e risposta degli ultimi mesi tra municipali sul Campo Marzio, sulla criminalità in centro e sul Preventivo. Ma cosa intende per senso di responsabilità?
«Lugano ha sempre avuto una storia e una cultura di grandi scontri dialettici anche in Consiglio comunale, ma il bene comune e il futuro della città e dei suoi cittadini venivano messi sempre al primo posto. Oggi nella politica mi sembra che ci sia qualcuno che mette al primo posto la propria immagine e poi soltanto al secondo o al terzo posto il bene della città».
Sul Preventivo 2026, che verrà discusso il 22 dicembre in Consiglio comunale, cosa si aspetta, dunque?
«Mi aspetto che la maggioranza dei partiti che sono rappresentati in Municipio trovino un accordo per portare avanti il preventivo. In fin dei conti ci hanno chiesto di diminuire di 10 milioni le spese e lo abbiamo fatto. Inoltre, se il Consiglio di Stato non avesse neutralizzato l’aumento delle stime immobiliari avremmo avuto un preventivo con un avanzo di esercizio».
Una neutralizzazione che lei ha definito «una rapina».
«Confermo (sorride). Anche perché mi aspetto che probabilmente il Cantone aumenterà ancora quello che chiede ai Comuni».
Di una riforma dei rapporti Cantone-Comuni se ne parla da almeno 20 anni. Si aspetta un cambio di passo?
«Mi faccio poche illusioni che possa succedere. Mi sembra di vedere un Consiglio di Stato un po’ in affanno e un Parlamento assolutamente sfilacciato. Per mettere mano a una riforma dei rapporti tra Cantone e Comuni ci vuole coesione da parte di tutti. Parlo di una riforma di competenze, di finanziamenti, di ridistribuzione delle risorse fiscali e quindi anche di perequazione intercomunale».
Ma Lugano non potrebbe fare da traino insieme alle altre Città per portare avanti queste rivendicazioni?
«Con gli altri Comuni urbani stiamo lavorando bene. Bisogna capire se come Città può essere trovato il necessario consenso a livello parlamentare, senza dimenticare che il nostro sistema elettorale non tiene conto delle differenze tra numero di abitanti delle valli e numero di abitanti dei centri urbani».
Servirebbe dunque una riforma anche lì?
«Servirebbe una presa di coscienza da parte dei maggiori partiti del ruolo che hanno le città in questo cantone. Anche se in realtà è una riflessione non solo svizzera, ma globale. Oggi sono le città che rappresentano il futuro del Paese e dei paesi. È dalle città che parte l’innovazione ed è dalle città che si sviluppano anche nuovi concetti sociali e si affrontano temi come l’invecchiamento della popolazione. Tra l’altro le città sono anche molto più flessibili e innovative di un’Amministrazione cantonale».
Tornando a Lugano come sono i rapporti tra Municipio e Consiglio comunale, invece?
«Sono abbastanza buoni. Si può sempre migliorare, certo. Ma non ho più visto le tensioni che ci sono state all’inizio della legislatura».
A proposito di legislatura, lei ha detto che questa per lei era l’ultima. Conferma?
«Ho anche detto che avrei continuato se avessi proseguito a divertirmi e ad avere la stessa passione di sempre. Entrambe queste cose stanno accadendo».
Tra pochi giorni inizierà un nuovo anno. Cosa dovrà aspettarsi Lugano nel 2026?
«In maggio penso che inaugureremo l’Arena sportiva. In febbraio inizieranno i lavori della Città della musica a Besso. Prima dell’estate inaugureremo inoltre anche il Centro sportivo al Maglio. Mentre in maggio inizierà la seconda fase del sottopasso di Besso fino all’ex piazzale Pestalozzi. Inoltre, inizieremo a fare sul serio con il Campo Marzio».
In che senso fare sul serio?
«Per il Campo Marzio Nord stiamo definendo la variante di Piano regolatore che invieremo a Bellinzona per l’esame preliminare. Una volta ottenute le osservazioni dal Consiglio di Stato presenteremo il messaggio al Consiglio Comunale. Nel frattempo stiamo facendo alcune riflessioni sulla sistemazione del Campo Marzio Sud come ci ha chiesto il Legislativo. Sistemazione che non richiede una variante di Piano regolatore».
Un altro dossier riguarda l’area dell’ex Macello. A che punto siete?
«Stiamo preparando un messaggio per il Consiglio Comunale col diritto di superficie per la Fondazione per le Facoltà di Lugano. La variante di Piano regolatore che era stata portata al Consiglio comunale dovrebbe diventare definitiva in questi giorni. Nel frattempo gli architetti hanno già iniziato a lavorare per preparare il messaggio per la richiesta di credito e per la progettazione».
Un’altra grande sfida sarà quella dei Piani regolatori.
«Quando il Consiglio Comunale approverà il messaggio sul programma di ripianificazione della città potremo partire per preparare i concorsi per studiare i nuovi Piani regolatori che derivano dal Piano direttore comunale. Dai 23 Piani regolatori di oggi arriveremo a 9. In questi 9 disegneremo lo sviluppo del futuro della città».
L’anno prossimo è previsto l’avvio di nuovi cantieri stradali?
«In vista dell’arrivo del tram-treno dovremo rifare il canale Genzana, quindi "aprire" tutto corso Pestalozzi. Appena finiranno quei lavori ne inizieremo altri per il piazzale ex Scuole e per costruire il nuovo terminal del tram-treno. Nello stesso tempo continuerà il cantiere alla stazione FFS. Inoltre, dovremo capire quando potremo iniziare il cantiere per la viabilità definitiva di Cornaredo, che è sempre ferma al Tribunale federale. In base alla decisione di Losanna capiremo se potremo iniziare o se dovremo ritornare ai piedi dalla scala e rifare tutta la pianificazione della viabilità. Questo è un grande punto interrogativo che ci porta, tra l’altro, ad aprire lo stadio senza il previsto autosilo».
Servirà insomma un po’ di pazienza.
«Sì, ma come dice il mio amico e governatore della Liguria, Marco Bucci, una città senza cantieri è una città che muore. Le città senza cantieri sono città che non crescono e in cui le infrastrutture invecchiano».
L’anno prossimo Il «Centro di eccellenza europeo e per l’adozione della tecnologia blockchain», meglio conosciuto come Plan B compie 4 anni. È sempre convinto dell’iniziativa?
«Sì, solo dal punto di vista della visibilità internazionale Lugano è cresciuta in maniera esponenziale. Inoltre, diverse persone in qualche modo legate al mondo della nuova finanza si sono trasferite nella nostra regione e hanno investito in nuove società. Da quando abbiamo lanciato il Plan B sono nate più o meno 110 nuove società a Lugano. Non sappiamo quanti posti di lavoro hanno creato, ma pensiamo comunque che a Lugano si sia creata una bella comunità di giovani che lavorano in questo settore».
Se dovesse dare un voto da 1 a 10 allo stato di salute della città quale le darebbe?
«Direi 9. Io sono assolutamente ottimista. Del resto, incontro tante aziende, tanti proprietari di aziende che parlano bene di Lugano. Ma vedo anche tante persone che vengono a vivere in città dall’estero e sono entusiaste della nostra città».
