Mingo di “Striscia la Notizia” indagato per truffa

L'ex inviato barese del tg satirico in onda su Canale 5 avrebbe truffato per 170 mila euro Mediaset con la complicità di sua moglie
Ats
05.10.2016 15:16

BARI - Mingo, ex inviato barese di Striscia la Notizia, all'insaputa del collega Fabio, avrebbe truffato per 170 mila euro Mediaset con la complicità di sua moglie, facendosi pagare 10 servizi relativi a fatti inventati e invece spacciati per veri, e facendosi anche rimborsare costi non dovuti per figuranti e attori.

La Procura di Bari ha chiuso le indagini nei confronti di Domenico De Pasquale (in arte Mingo), Corinna Martino (amministratore unico della Mec Produzioni Srl di cui il marito Mingo era socio) e della segretaria della Mec, accusata di favoreggiamento personale per aver mentito agli investigatori che indagavano sui falsi servizi trasmessi dal Tg satirico.

I due indagati, Mingo e la moglie, sono accusati a vario titolo di due truffe, simulazione di reato, falso, calunnia (ai danni di un autore di 'Striscia la notizia') e di diffamazione ai danni degli autori del programma di Mediaset, da loro indicati in comunicati stampa e sui social come corresponsabili e ideatori dei servizi falsi.

La prima truffa è quantificata in oltre 21 mila euro e fa riferimento alle spese pagate da Mediaset alla Mec per i dieci servizi ritenuti falsi. La somma - emerge dagli atti giudiziari - è aggiuntiva rispetto a quella prevista dal contratto di appalto tra la Mec e Mediaset che prevedeva un forfettario a stagione pari a 160 mila euro (oltre Iva) e il compenso da corrispondere agli inviati per ognuna delle 221 puntate mandante in onda da Canale 5 nel corso del programma tv.

Questa presunta frode è relativa al periodo compreso fra dicembre 2012 e dicembre 2013 ed è contestata a Mingo De Pasquale e Corinna Martino e riguarda i dieci servizi "risultati artefatti, simulando fatti, personaggi, circostanze e condizioni, frutto della fantasia degli indagati e precostituiti - secondo il ministero pubblico Isabella Ginefra - all'insaputa dell'inviato Fabio De Nunzio".

I servizi ritenuti falsi riguardano un sedicente intermediario bancario di Margherita di Savoia (Foggia) intento a finanziare prestiti irregolari dietro compenso di denaro. C'è poi il caso del sedicente dipendente della Motorizzazione civile che prometteva il recupero dei punti della patente senza sostenere esami in cambio di soldi. Ci sono poi il falso avvocato, il falso agente interinale, due servizi sulla sedicente maga sudamericana capace di guarire malattie in cambio di denaro, due falsi assicuratori, un falso medico, un falso manager aziendale che assumeva giovani lavoratori in cambio di prestazioni sessuali. In realtà si sarebbe trattato in tutti questi casi di attori ingaggiati per simulare eventi e anche percosse a danno di Mingo e della troupe.

La seconda truffa, dell'importo di 151 mila euro, è contestata alla sola Martino e fa riferimento a presunte false prestazioni lavorative di figuranti/attori rimborsate da Mediaset. Sul libro paga della società Rti spa venivano cioè inseriti i compensi del cameraman, dell'autista personale di Mingo, di un giornalista-informatore e della segretaria della Mec, che risultavano attori dei servizi mandati di onda.

"Imputazioni viziate"

"Un giudice terzo valuterà la condotta dei miei clienti che sollecitano un processo celere in cui dimostreranno la loro estraneità ai fatti". È quanto dichiara in una nota il difensore di Mingo De Pasquale e di sua moglie, commentando il contenuto dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari notificato nei giorni scorsi.

Ai due la magistratura barese contesta i reati di truffa, simulazione di reato, falso, calunnia e diffamazione con riferimento a dieci falsi servizi mandati in onda dal Tg satirico di Mediaset fra il 2012 e il 2013.

L'avvocato Fabio Verile nella nota diffusa in serata parla anche di presunte pressioni su testimoni durante la fase delle indagini denunciate dai suoi assistiti, ritenendo così le imputazioni "evidentemente viziate" e chiedendo per questo "chiarezza sui tanti lati oscuri di questa vicenda".

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