Molestie a turiste, battaglia in Egitto

Cresce la preoccupazione nel paese per le "attenzioni" ai danni delle straniere
AtseAnsa
06.05.2013 19:18

IL CAIRO - Un tempo una delle principali fonti di entrate del bilancio egiziano, il turismo langue nella difficile e complessa transizione del dopo rivoluzione. Ad aggiungersi a instabilità, scarsa sicurezza, frequenti rapimenti di turisti nel Sinai, anche se solo per poche ore, cresce la preoccupazione dei tour operator per le molestie sessuali da parte dello staff degli alberghi ai danni delle turiste. Per porre riparo all'ennesima minaccia al settore che l'anno scorso ha portato in Egitto 12,5 miliardi di dollari, il ministro del Turismo Hisham Zaazou, scrivono vari media egiziani, ha minacciato la chiusura degli hotel e dei resort dove lo staff ha molestato le turiste in vacanza.Zazou ha detto ad al Ahram online che incontrerà l'associazione alberghiera egiziana per affrontare la questione. Il ministero ha fatto sapere di avere ricevuto proteste da parte di tour operator britannici a Sharm el sheikh e di avere registrato tre casi di stupro nella nota località balneare sul mar Rosso e 150 casi di molestie sessuali ai danni delle turiste negli ultimi due anni. «Sono determinato a chiudere gli alberghi dove si sono verificati episodi di molestie sessuali perchè questo comportamento ha un impatto sulla reputazione di questo paese», ha affermato il ministro, spiegando che il rischio è che i tour operator tolgano l'Egitto dalla loro lista di destinazioni per questo motivo.Ma le contromisure energiche per arginare il fenomeno che ormai colpisce in larga scala anche le donne egiziane, trovano difficoltà di tipo giuridico perchè la normativa egiziana non prevede il reato di molestia sessuale. Per questo, scrive Masri el Youm, saranno predisposti corsi per gli agenti di polizia che operano nelle numerose località turistiche egiziane per poter definire correttamente il termine 'molestia sessualè nelle denunce, dato che la legge prevede solo il reato di «incitamento alla prostituzione», quello di «oltraggio al pudore» e la violenza sessuale. Il procuratore generale, scrive il quotidiano, è stato informato della necessità di adottare un linea repressiva soprattutto a Sharm.Ma a Hurghada, sempre sul Mar Rosso, c'è chi punta, invece, sul turismo islamico, niente alcol e piscina per sole donne. È la formula lanciata per la prima volta dall'hotel «Il re». «Non si tratta di un hotel islamico» ha detto categorico il proprietario Yasser Kamal, che nel giorno dell'inaugurazione ha svuotato alcune bottiglie di bevande alcoliche davanti al suo albergo sotto gli occhi di vari esponenti salafiti. È «un ritorno alle tradizioni egiziane», ha spiegato.