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L'appello di Regno Unito, Francia e Germania, che rispondono indirettamente alle affermazioni del governo israeliano, secondo cui non ci sarebbe una carestia – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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21:51
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La Croce Rossa: «La situazione a Gaza è abominevole»
Il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) ha affermato che molti dei suoi 350 operatori a Gaza faticano a trovare cibo e acqua pulita a sufficienza a causa della crisi degli aiuti nell'enclave, descrivendo la situazione come «abominevole».
«Le persone vengono uccise senza sosta durante le ostilità e mentre cercano di procurarsi cibo. I bambini muoiono perché non hanno abbastanza da mangiare. Le famiglie sono costrette a fuggire ripetutamente in cerca di una sicurezza che non esiste», ha dichiarato l'agenzia in una nota citata dall'emittente televisiva statunitense CNN.
Il CICR ha chiesto la «consegna rapida, senza ostacoli e imparziale di aiuti umanitari in tutta Gaza» e il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani ancora detenuti nell'enclave palestinese. Ha inoltre chiesto che i suoi team possano riprendere le visite ai prigionieri palestinesi nei centri di detenzione israeliani.
Guterres: la comunità internazionale non ha compassione
Dal canto suo, il segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, denuncia la mancanza di «umanità» e «compassione» nei confronti dei palestinesi di Gaza da parte della comunità internazionale.
«Non riesco a spiegare il livello di indifferenza e inazione che stiamo vedendo da troppe persone nella comunità internazionale. La mancanza di compassione. La mancanza di verità. La mancanza di umanità», ha dichiarato in un videomessaggio all'assemblea dell'organizzazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani Amnesty International, aggiungendo che non si tratta solo di una crisi umanitaria ma di «una crisi morale che sfida la coscienza mondiale».
17:59
17:59
«A Gaza è in corso una catastrofe umanitaria, deve finire subito»
Nella Striscia di Gaza è in corso «una catastrofe umanitaria» che «deve finire subito». Lo affermano Regno Unito, Francia e Germania a conclusione di una conferenza telefonica fra i rispettivi leader, il premier Keir Starmer, il presidente Emmanuel Macron e il cancelliere Friedrich Merz.
L'appello appare una risposta indiretta alle affermazioni del governo d'Israele secondo cui a Gaza non ci sarebbe una carestia, a dispetto delle denunce dell'Onu e di molte organizzazioni internazionali.
«Quasi una persona su tre resta senza cibo per giorni» a Gaza è ad esempio l'allarme lanciato oggi dal Programma alimentare mondiale sul disastro umanitario nella Striscia a causa della mancanza di aiuti.
In un comunicato congiunto diffuso a margine della consultazione telefonica - convocata ieri da Starmer in una situazione «di emergenza» - i tre maggiori paesi europei per peso economico - riuniti nel formato E3 che comprende due Stati dell'UE e uno esterno, la Gran Bretagna - si rivolgono direttamente «al governo israeliano» di Benyamin Netanyahu. Sollecitandolo a «revocare immediatamente le restrizioni sull'afflusso di aiuti» nella Striscia di Gaza e a «consentire con la massima urgenza all'Onu e alle ong umanitarie di riprendere il loro lavoro per contrastare la fame» diffusasi fra la popolazione palestinese.
Sottolineano inoltre che Israele «deve rispettare i suoi obblighi in base al diritto umanitario internazionale» e che bloccare «l'assistenza umanitaria essenziale è inaccettabile».
17:34
17:34
La Francia annulla il mandato d'arresto contro Assad
La Corte suprema francese ha annullato il mandato d'arresto francese contro l'ex presidente siriano Bashar al-Assad, emesso per i mortali attacchi chimici del 2013 prima della sua destituzione.
La Corte di cassazione ha stabilito che non esistono eccezioni all'immunità presidenziale, nemmeno per presunti crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
Ma il giudice che ha presieduto la seduta, Christophe Soulard, ha aggiunto che, poiché al-Assad non è più presidente dopo che un gruppo guidato da islamisti lo ha rovesciato a dicembre, «nuovi mandati di arresto potrebbero essere stati emessi o potrebbero essere emessi nei suoi confronti» e pertanto l'indagine sul caso potrebbe continuare.
16:55
16:55
La Svizzera parteciperà alla conferenza internazionale sul Medio Oriente a New York
La Svizzera parteciperà alla conferenza internazionale sul Medio Oriente dal 28 al 30 luglio a New York. Lo scopo è quello di promuovere una pace sostenibile nella regione e mettere in atto la nota soluzione dei due Stati.
Per la sua partecipazione, la Confederazione afferma ancora una volta la volontà di continuare a operare, tramite la via diplomatica, per una soluzione politica la conflitto in Medio Oriente, fondata sul concetto dei due Stati, scrive oggi il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
La Svizzera è convinta che tale soluzione è la sola a poter garantire pace, sicurezza e dignità alle popolazioni israeliana e palestinese.
Inizialmente prevista in giugno, la conferenza era stata rinviata a causa dell'inasprirsi della violenza in Medio Oriente.
16:04
16:04
Netanyahu: «Stiamo valutando opzioni alternative per il rilascio degli ostaggi»
Il primo ministro dello Stato ebraico Benyamin Netanyahu ha dichiarato che Israele, insieme ai suoi alleati statunitensi, sta «attualmente valutando opzioni alternative» per ottenere il ritorno degli ostaggi israeliani trattenuti a Gaza ed eliminare il movimento islamista Hamas nella Striscia.
Il premier ha sottolineato che Hamas rappresenta «un ostacolo al raggiungimento di un accordo per il rilascio degli ostaggi».
15:01
15:01
Cina: «I due Stati unica soluzione per la questione palestinese»
La questione palestinese è centrale nella pacificazione del Medio Oriente con la «soluzione dei due Stati» che rimane l'unica via percorribile. È quanto ha detto il portavoce del ministero degli esteri cinese Guo Jiakun, commentando l'annuncio del presidente francese Emmanuel Macron, secondo cui Parigi riconoscerà ufficialmente lo Stato della Palestina in occasione dell'Assemblea generale dell'Onu di settembre.
Guo ha anche affermato che Pechino sostiene, in linea con la sua posizione di lungo tempo, la soluzione dei due Stati, Israele e Palestina, e continuerà a collaborare con la comunità internazionale per promuovere un cessate il fuoco a Gaza, per alleviare la crisi umanitaria e, in ultima analisi, «per raggiungere una soluzione globale, giusta e duratura alla questione palestinese».
Alla domanda sul peggioramento della crisi umanitaria a Gaza, dove molti muoiono di fame piuttosto che a causa dei bombardamenti, il portavoce ha osservato nel briefing quotidiano che la Cina è profondamente preoccupata per la situazione e spera «che tutte le parti interessate possano raggiungere un accordo di cessate il fuoco il prima possibile per contribuire alla de-escalation del conflitto e ad alleviare efficacemente la crisi umanitaria».
14:10
14:10
L'IDF consentirà lanci di cibo su Gaza, "ma non c'è carestia"
L'IDF afferma che consentirà ai Paesi stranieri lanci di cibo su Gaza, ma insiste sul fatto che non c'è carestia nella Striscia. Lo riporta Haaretz.
Il coordinatore israeliano delle attività governative nei territori, riporta il Times of Israel, ritiene che la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza «continua a essere difficile e impegnativa», ma non si registra una carestia diffusa, contrariamente a quanto afferma Hamas.
14:02
14:02
Israele ha arrestato il Gran Muftì di Gerusalemme
L'agenzia di stampa palestinese WAFA riporta che le forze israeliane hanno arrestato oggi il Gran Muftì di Gerusalemme e della Palestina, il predicatore della moschea di Al-Aqsa sceicco Mohammad Hussein, all'interno dei cortili della moschea nella Gerusalemme occupata.
Lo rende noto il Dipartimento per le dotazioni islamiche, secondo cui lo sceicco Muhammad Hussein è stato arrestato dopo la preghiera del venerdì ed è stato portato alla Porta Mughrabi della Città Vecchia di Gerusalemme.
13:48
13:48
Eliminato il capo del controspionaggio di Hamas
L'esercito israeliano (IDF) ha eliminato all'inizio di questa settimana il capo della Direzione del controspionaggio di Hamas, Amjad Muhammad Hassan Shaer, nella Striscia di Gaza settentrionale: lo ha reso noto su Telegram l'IDF.
La Direzione del controspionaggio del gruppo è responsabile della repressione dell'opposizione al regime di Hamas, della lotta allo spionaggio contro l'organizzazione terroristica e della protezione degli alti funzionari e dei beni dell'organizzazione terroristica all'interno e all'esterno della Striscia di Gaza, si legge in un comunicato stampa. La direzione, prosegue la nota, rappresenta una parte fondamentale dell'apparato di sicurezza generale di Hamas.
13:29
13:29
«La Russia sempre a favore della soluzione due Stati»
«La Russia ha sempre sostenuto» la soluzione a due Stati, israeliano e palestinese, per mettere fine al conflitto in Medio Oriente. Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando l'annuncio del presidente francese Emmanuel Macron sulla decisione di riconoscere lo Stato di Palestina.
«Ci basiamo - ha sottolineato Peskov, citato dall'agenzia Interfax - su tutte le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Riteniamo che l'adesione alle relative risoluzioni sia l'unica via corretta nella ricerca di soluzioni per la complessa situazione in cui si trova attualmente la regione».
«Il modello a due Stati per la risoluzione in Medio Oriente - ha aggiunto il portavoce - è ciò che è stato discusso tutto il tempo e ciò che è fissato nei documenti pertinenti. La Russia ha sempre sostenuto questo punto di vista».
13:28
13:28
«Non riconosceremo a breve lo Stato di Palestina»
«Il governo federale tedesco non ha intenzione di riconoscere uno Stato palestinese nel breve termine»: è quanto ha dichiarato il portavoce del governo Stefan Kornelius nel corso di un confronto online con la stampa.
La Germania non seguirà la Francia nel riconoscimento dello Stato di Palestina, lo si legge in un comunicato diffuso dal Governo federale. Ad avviso di Berlino solo una soluzione «negoziata» tra le due parti può determinare «pace e sicurezza per israeliani e palestinesi». Ecco perché Berlino «non ha intenzione di riconoscere uno Stato palestinese nel breve termine».
Il governo tedesco continuerà comunque a fare pressioni «per una tregua» affinché gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, che «dev'essere disarmata», possano essere liberati. In secondo luogo, occorre «migliorare la catastrofica situazione umanitaria a Gaza», in particolare Israele «deve fornire alla popolazione civile l'assistenza urgente e necessaria».
In terzo luogo, è necessario definire «una prospettiva politica sostenibile per la Striscia» e, infine, va evitato qualsiasi passo ulteriore per «l'annessione della Cisgiordania».
Su tutto questo, il governo tedesco è d'accordo con Francia e Regno Unito come pure con gli altri partner nella regione, «a prescindere dalle ben note divergenze di opinione sulla questione di quale sia il momento giusto per il riconoscimento».
11:26
11:26
Gaza: sale a 232 il bilancio dei giornalisti uccisi nei raid di Israele
L'Ufficio stampa del governo di Gaza ha annunciato oggi l'uccisione di un fotoreporter, che porta a 232 il numero dei giornalisti morti durante la guerra a Gaza: lo riporta Al Jazeera.
«L'Ufficio stampa del governo condanna con la massima fermezza il sistematico perseguimento, l'uccisione e l'assassinio di giornalisti palestinesi da parte dell'occupazione israeliana», si legge in un comunicato stampa pubblicato su Telegram.
«Chiediamo alla Federazione internazionale dei giornalisti, alla Federazione dei giornalisti arabi e a tutti gli organismi giornalistici del mondo di condannare questi crimini sistematici contro i giornalisti palestinesi e i professionisti dei media nella Striscia di Gaza», conclude la nota.
10:33
10:33
Riconoscimento della Palestina: Londra per ora frena
Il governo laburista britannico del moderato Keir Starmer resta per ora cauto su un riconoscimento formale dello Stato palestinese dopo la decisione della Francia di Emmanuel Macron - atteso oggi da una call a tre con lo stesso Starmer e con il cancelliere tedesco Merz dedicata all'emergenza Gaza - di rompere gli indugi e annunciare questo passo in occasione dell'assembla ONU di settembre.
Interpellato oggi al riguardo, uno dei membri senior del gabinetto, il ministro della Scienza, Peter Kyle, ha assicurato che Londra resta impegnata a riconoscere la Palestina. Ma non si è sbilanciato su alcuna scadenza temporale, rinviandolo a quando «saranno raggiunte le condizioni della statalità».
Kyle ha poi precisato alla BBC che la chiamata odierna a tre con Macron e Merz, promossa ieri da Starmer, sarà focalizzata «sull'emergenza» attuale nella Striscia di Gaza: per fare un punto sulle misure che i tre Paesi europei del cosiddetto forum E3 potranno cercare di prendere contro «la fame e i massacri» denunciati dallo stesso primo ministro.
Ieri sir Keir si è limitato da parte sua, a proposito del riconoscimento, a evidenziare il diritto dei palestinesi a un futuro Stato sia «inalienabile». Per poi invocare il cessate il fuoco come precondizione per mettersi «sulla via di un riconoscimento» fondato sul principio dei due Stati e sulla «sicurezza di israeliani e palestinesi».
Secondo i media, tuttavia, non mancano le pressioni di alcuni ministri per un'accelerazione alla Macron. Mentre il Labour rischia di pagare dazio in termini di consenso, sullo sfondo dello sdegno sempre più diffuso nel Regno per quanto accade a Gaza. E della nascita appena annunciata alla sua sinistra di un partito pacifista e socialista co-presieduto (sotto lo slogan «Your Party», che non sarà tuttavia il nome della formazione) da due fuoriusciti come l'ex leader 76enne Jeremy Corbyn e la giovane deputata 31enne di radici familiari pachistane musulmane Zarah Sultana: entrambi in prima fila nel sostegno alla causa palestinese e nella denuncia dei «crimini» attribuiti a Israele.
10:23
10:23
A Gaza un quarto dei bimbi e delle mamme è malnutrito
Il 25% dei bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 5 anni e di donne incinte e che allattano sono malnutriti. Lo sostiene l'organizzazione umanitaria non governativa Medici senza frontiere (MSF).
Nella clinica di MSF a Gaza City, il numero di persone affette da malnutrizione è quadruplicato da maggio e ogni giorno ci sono 25 nuovi pazienti ammessi. I tassi di malnutrizione grave nei bambini sotto i 5 anni sono triplicati nelle ultime 2 settimane.
L'ONG denuncia che non solo i pazienti, ma anche lo staff sanitario «inizia a soffrire la carenza di cibo. Non si tratta solo di fame, ma di una fame deliberata, provocata dalle autorità israeliane».
10:13
10:13
Iniziati i colloqui Iran-E3 sul nucleare a Istanbul
Sono iniziati presso il Consolato iraniano a Istanbul i colloqui sul dossier nucleare tra una delegazione di Teheran e rappresentanti di Francia, Germania e Regno Unito, ovvero i Paesi europei firmatari dell'accordo atomico con l'Iran del 2015 (JCPOA).
Lo riporta il canale saudita Al Hadath, citato da Iran International, portale dei dissidenti iraniani con sede a Londra. Secondo quanto affermato da Teheran nei giorni scorsi la delegazione iraniana è guidata dai vice ministri degli esteri Majid Takht Ravanchi e Kazem Gharibabadi.
Il portavoce del ministero degli esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha dichiarato in un'intervista a Irna che l'incontro in programma oggi rappresenta per i Paesi europei un'opportunità per «correggere» il loro punto di vista sul programma atomico di Teheran, nel contesto delle tensioni degli ultimi mesi dopo l'interruzione dei colloqui sul nucleare tra Washington e Teheran a causa degli attacchi di Israele e degli Stati Uniti contro il territorio iraniano e la sospensione della cooperazione con l'Agenzia atomica delle Nazioni Unite (AIEA), decisa dal Parlamento dell'Iran.
L'incontro di Istanbul sarà «una prova di realismo per gli europei e una preziosa opportunità per correggere le proprie opinioni sulla questione nucleare iraniana», ha affermato Baghaei.
10:13
10:13
Fermati cinquanta israeliani entrati a Nablus
L'IDF afferma che un gruppo di circa 50 israeliani è entrato ieri sera nella città di Nablus, in Cisgiordania, violando la legge israeliana.
I cittadini israeliani sono stati consegnati alle forze di sicurezza israeliane dalle forze di sicurezza palestinesi e poi consegnati alla polizia israeliana per affrontare potenziali accuse
L'esercito aggiunge che sta indagando sulle affermazioni secondo cui il gruppo di cittadini avrebbe lanciato pietre contro gli edifici della città, senza però causare feriti.
07:31
07:31
Netanyahu: «Condanniamo la scelta di Macron, premia il terrore»
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato di «condannare fermamente la decisione del presidente Macron di riconoscere uno Stato palestinese in seguito al massacro del 7 ottobre».
In una dichiarazione rilasciata dal suo ufficio, Netanyahu afferma che questa scelta «premia il terrore e rischia di creare un altro rappresentante dell'Iran, proprio come è successo a Gaza. Uno stato palestinese in queste condizioni sarebbe un trampolino di lancio per annientare Israele, non per vivere in pace al suo fianco». «Sia chiaro: i palestinesi non cercano uno Stato accanto a Israele; cercano uno Stato al posto di Israele», aggiunge il premier.
A fargli eco è stato il ministro della difesa, Israel Katz, che ha giudicato l'intenzione della Francia di riconoscere la Palestina come Stato rappresenta una «resa al terrorismo».
«Invece di stare al fianco di Israele in questo momento di prova, il presidente francese sta agendo per indebolirlo», ha scritto Katz su X, come riporta il Guardian. «Non permetteremo la creazione di un'entità palestinese che danneggerebbe la nostra sicurezza, metterebbe in pericolo la nostra esistenza e minerebbe il nostro diritto storico alla Terra di Israele. Siamo tutti uniti per prevenire questo grave pericolo», ha aggiunto il ministro israeliano.
06:16
06:16
Il punto alle 6
«Gli Stati Uniti respingono fermamente il piano» del presidente francese «Emmanuel Macron di riconoscere uno Stato palestinese all'Assemblea generale delle Nazioni Unite». È quanto ha affermato Marco Rubio. «Questa decisione sconsiderata non fa che alimentare la propaganda di Hamas e ostacola la pace. È uno schiaffo in faccia alle vittime del 7 ottobre», aggiunge il segretario di Stato americano su X.
Hamas, dal canto suo, ha accolto come «un passo positivo» l'annuncio, arrivato dal presidente francese Emmanuel Macron, del riconoscimento dello Stato della Palestina da parte della Francia e ha invitato altri Paesi a fare lo stesso.
L'Arabia Saudita ha accolto con favore la decisione «storica» del presidente francese e, proprio come Hamas, ha invitato gli altri Paesi ad adottare «analoghe misure positive». «Il Regno accoglie con favore questa decisione storica, che riafferma il consenso della comunità internazionale sul diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione e sulla creazione di uno Stato indipendente sui confini del 1967», ha dichiarato il ministero degli Esteri saudita in una nota.