Accuse di antisemitismo in Vaticano: «Insultate da una guardia svizzera»

«Eravamo completamente scioccate». Sono queste le parole usate da Michal Govrin per descrivere un presunto episodio antisemita di cui è stata vittima, insieme a un'altra donna ebre, in Vaticano. Le due, come ha raccontato la scrittrice israeliana al portale ecclesiastico austriaco Kathpress, sarebbero state vittime di insulti da parte di una guardia svizzera.
Come ricostruito, le due si trovavano nel passaggio che conduce in Piazza San Pietro quando la guardia svizzera, guardandole, avrebbe escalamato «con profondo disprezzo», «les juifs! (gli ebrei, ndr)». «Ci siamo guardate e siamo rimaste completamente scioccate. Un episodio del genere proprio in Vaticano? Un'espressione diretta di odio verso gli ebrei, in netto contrasto con le parole del Papa della sera prima», ha dichiarato Govrin a Kathpress.
A quel punto, una persona che era con loro avrebbe affrontato la guardia. «Hai detto «gli ebrei!»», avrebbe esclamato. La guardia, secondo quanto raccontato da Michal Govrin, avrebbe negato. A quel punto, il loro accompagnatore avrebbe replicato: «Stai mentendo». Una frase che avrebbe generato una reazione ancor più diretta. La guardia del corpo del Papa, infatti, sentendo quelle parole avrebbe «sputato con disprezzo nella nostra direzione», ha raccontato la scrittrice. «Quando abbiamo presentato reclamo alle autorità vaticane, il superiore si è scusato profusamente e ha detto che la guardia sarebbe stata sottoposta a indagine. Ma quanto successo ha sicuramente lasciato il segno».
Govrin, infatti, non ha dubbi. A suo dire, ciò che è accaduto «dimostra quanto gli stereotipi sugli ebrei siano ancora profondamente radicati nella coscienza e nel subconscio dei fedeli cristiani».
La Guardia Svizzera, nel frattempo, ha annunciato di aver avviato un'indagine. Anche il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) è stato informato sulla questione. Come ha dichiarato al Blick, «l'Ambasciata di Svizzera presso la Santa Sede ha preso atto delle accuse ed è in contatto con la Guardia Svizzera Pontificia». E ancora: «Indipendentemente dal caso specifico, il DFAE condanna tutte le espressioni e gli atti antisemiti».
