Lutto

Addio a David Sassoli, «europeista fiero e gentile»

L’Italia e l’UE piangono la prematura scomparsa del presidente del Parlamento europeo: un lutto che accomuna istituzioni europee, cancellerie dei Paesi membri e politici di ogni fazione in un commosso e doloroso abbraccio
© AP/Jean-Francois Badias
Ats
11.01.2022 20:46

«Un grande europeo e un orgoglioso italiano. Un europeista fiero e gentile». L’Italia e l’Ue piangono la prematura scomparsa del presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Un lutto che accomuna istituzioni europee, cancellerie dei Paesi membri e politici di ogni fazione in un commosso e doloroso abbraccio.

Sassoli è morto all’1.15 dell’11 gennaio nel Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (Friuli-Venezia Giulia), dove era ricoverato dal 26 dicembre. Non era una morte attesa, quella del presidente del Parlamento Ue, sebbene Sassoli avesse sofferto diversi malanni negli ultimi mesi, a cominciare da una bruttissima polmonite, non per Covid, che lo aveva costretto all’ospedalizzazione e ad una lunga convalescenza già a settembre. Alla fine si è dovuto arrendere ad una «grave complicanza dovuta a una disfunzione del sistema immunitario», come ha certificato l’istituto di Aviano. Tempo fa aveva già avuto a che fare con la malattia, subendo un trapianto di midollo per un mieloma.

«La sua morte apre un vuoto nelle file di coloro che hanno creduto e costruito un’Europa di pace», è stato il commiato del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Già alle prime luci del mattino lo sgomento ha cominciato a diffondersi sui social. Dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, al premier italiano Mario Draghi, passando da decine di eurodeputati: tutti hanno ricordato, per usare le parole del commissario Paolo Gentiloni, la leadership «democratica ed europeista» di «un uomo limpido, generoso, allegro, popolare». E mentre a Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo le istituzioni europee issavano a mezz’asta la bandiera a sfondo blu con stelle dorate, in Italia famiglia e staff preparavano l’organizzazione delle esequie. I funerali di Stato si terranno venerdì nella Basilica di S. Maria degli Angeli a Piazza della Repubblica, dove sono state celebrate le esequie di tante autorevoli personalità italiane.

A Bruxelles è stata celebrata una prima commemorazione: in centinaia, tra europarlamentari e funzionari, si sono recati sull’Esplanade, di fronte alla sede del Parlamento Ue. Con le lacrime agli occhi hanno osservato un minuto di silenzio che è parso interminabile, prima di sciogliersi in un lungo applauso. Lunedì alla Plenaria di Strasburgo sarà invece l’ex premier Enrico Letta a tenere il discorso ufficiale per commemorare l’amico e collega del Pd, così come hanno fatto oggi il Senato e la Camera a Roma.

Sin dal suo discorso di insediamento alla presidenza, il 3 luglio 2019, Sassoli aveva sottolineato l’esigenza di un’Ue che fosse faro delle libertà, delle democrazie, dei diritti civili. Un’Europa che doveva recuperare lo spirito di Ventotene in un’epoca segnata da pulsioni sovraniste e anti-europeiste. «Voleva un’Unione più vicina ai cittadini», ha rimarcato la presidente della Commissione Ue parlando, in italiano, in un breve video. E alla famiglia di Sassoli è arrivato anche il cordoglio del Papa per un uomo che, ha sottolineato Francesco, si è «prodigato per il bene comune».

Sessantacinque anni, fiorentino di nascita e romano d’adozione, volto popolarissimo del Tg1 ed europarlamentare per tre legislature, Sassoli aveva lasciato il giornalismo per la politica nel 2009: dieci anni dopo sarebbe salito sullo scranno più alto dell’Assemblea di Strasburgo.

È stato il presidente che ha gestito, con grande equilibrio, l’operatività del Parlamento Ue nell’era Covid. Ed è il primo della storia dell’Assemblea a morire mentre è in carica. La settimana prossima avrebbe comunque lasciato la guida al suo successore per i restanti due anni e mezzo di legislatura. «La sua ultima preoccupazione è stata il passaggio di consegne», spiegava alle prime luci dell’alba il portavoce Roberto Cuillo.

Una vita tra giornalismo e politica

Da volto familiare del TG1 in Italia a presidente del Parlamento europeo, quella di David Maria Sassoli è stata una vita divisa fra il giornalismo e la politica, a cavallo fra Firenze, Roma e Bruxelles, fino a diventare nel luglio del 2019 presidente dell’Europarlamento. Una vita che, negli ultimi vent’anni, lo ha visto sempre in prima linea per un’Europa più integrata, giusta e solidale, e che lo ha portato, dall’inverno del 2020 in poi, ad affrontare la difficile gestione del Parlamento Ue nell’era della pandemia.

Nato a Firenze il 30 maggio 1956, Sassoli si trasferì fin da giovanissimo a Roma a causa del lavoro di suo padre Domenico, giornalista. Nella capitale italiana, dove aveva cominciato a frequentare la facoltà di Scienze Politiche, il futuro presidente dell’Europarlamento mosse i suoi primi passi nell’universo dei media: al quotidiano Il Tempo e all’agenzia Asca, innanzitutto, prima di passare a Il Giorno nel 1985. Nel 1992 fu assunto in Rai e in poco tempo passò dall’essere inviato del Tg3 a volto popolarissimo tra le famiglie italiane soprattutto per la conduzione del Tg1 delle 20.00.

La sua carriera nel giornalismo si chiuse nel 2009, quando decise di dedicarsi alla politica e fu candidato come capolista del neonato Partito democratico (Pd) nella circoscrizione Italia centrale: venne eletto con oltre 400 mila preferenze e, forte di questo successo, diventò subito il capo della delegazione Pd al Parlamento europeo. Nel 2013 il tentativo di rientrare in Italia come sindaco di Roma si incagliò nelle primarie del partito: Sassoli si piazzò secondo, battendo il futuro presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ma ottenendo la metà dei voti di Ignazio Marino.

Nel 2014 e nel 2019 venne però rieletto al Parlamento Ue e dopo un decennio passato fra i banchi di Bruxelles e Strasburgo, Sassoli era considerato uno degli eurodeputati più esperti. Durante la sua seconda legislatura ricoprì la carica di vicepresidente per l’intero mandato, occupandosi soprattutto di trasporti (il cosiddetto terzo pacchetto ferroviario), politica euro-mediterranea e bilancio.

Il 3 luglio del 2019, all’inizio del suo terzo mandato, venne eletto Presidente dell’assemblea. Nel discorso di apertura Sassoli ribadì l’importanza di agire per contrastare il cambiamento climatico, la necessità di una politica più vicina ai cittadini e ai loro bisogni, soprattutto ai giovani, e l’urgenza di rafforzare la democrazia parlamentare e di promuovere i valori europei. Durante la situazione senza precedenti causata dalla pandemia di Covid-19, Sassoli si è impegnato affinché il Parlamento europeo rimanesse aperto e continuasse ad essere operativo, introducendo - già nel marzo 2020 - dibattiti e votazioni a distanza, primo Parlamento al mondo a farlo.

Sassoli è stato il secondo presidente italiano del Parlamento europeo dopo Antonio Tajani da quando l’assemblea di Strasburgo viene eletta a suffragio universale. Il suo incarico sarebbe scaduto a giorni. Da presidente del Parlamento Ue, ma anche da eurodeputato semplice, è stato uno dei più assidui frequentatori dei corridoi dell’Europarlamento.