Alta velocità, ma quanto mi costi?

Alta velocità, ma quanto mi costi? La domanda, nel Regno Unito, è più che mai attuale. E la risposta, beh, è sempre la stessa: tanto. Anzi, troppo. I costi della cosiddetta High Speed 2, la seconda linea veloce del Paese dopo quella che collega l'Inghilterra alla Francia tramite il tunnel sotto la Manica, sono esplosi. Dieci anni fa, nel 2013, erano stati stimati in 37,5 miliardi di sterline. Ora, si parla di quasi 100 miliardi per consegnare l'opera, che mira a collegare Londra alle principali città del nord dell'Inghilterra. Possibile? Evidentemente sì.
Ma andiamo con ordine. I lavori, cominciati nel 2020, dovrebbero consentire la circolazione sulla prima tratta, fra Londra e Birmingham, a partire dal 2029. Gli ultimissimi binari, invece verranno posati fra il 2040 e il 2045. I costi, esorbitanti rispetto alle previsioni iniziali, ne fanno «uno dei progetti ferroviari più costosi al mondo» per chilometro, come ha spiegato all'AFP Sam Dumitriu, uno dei responsabili di Britain Remade, movimento il cui scopo è proporre «soluzioni pratiche ai problemi che frenano la Gran Bretagna». Dumitriu ha confrontato i progetti infrastrutturali di 14 Paesi.
Dal confronto, manco a dirlo, High Speed 2 è uscita male. Molto male. I 215 chilometri della prima sezione, quella appunto fra Londra e Birmingham, costeranno 247 milioni di sterline al chilometro. Otto volte quanto spese la Francia per la linea ad alta velocità Tours-Bordeaux, inaugurata nel 2017.
A frenare, e non poco, la costruzione della High Speed 2, come ha spiegato Jon Thompson, a capo della società statale responsabile dei lavori, sono state le rimostranze dei residenti e degli ambientalisti. Di qui la frecciata alla Cina, ma anche alla Francia e alla Spagna. «Nel Regno Unito non ci facciamo beffe dell'ambiente, delle leggi urbanistiche, delle autorità locali o della popolazione». E ancora. «Stiamo scegliendo di scavare gallerie piuttosto che demolire intere comunità e zone di campagna».
Detto delle possibili ragioni, l'impennata dei costi sta facendo ammattire il governo. Se non addirittura incazzare. Governo che, qua e là, ha cercato di apportare tagli per risparmiare denaro. Due anni fa, ad esempio, ha cancellato il tratto che avrebbe dovuto collegare Birmingham a Leeds. Lo scorso luglio, invece, l'Autorità britannica per le infrastrutture e i progetti, la IPA, ha dichiarato che nella sua forma attuale il progetto «appare irrealizzabile» mentre secondo la stampa britannica sarebbe imminente la cancellazione di un altro tratto, stavolta fra Birmingham e Manchester, con buona pace dei politici locali che tanto avevano investito con la prospettiva che, un domani, Londra sarebbe stata più vicina grazie al treno veloce.
Ma anche tagliando a più non posso, beh, il progetto potrebbe comunque arrivare a costare oltre 90 miliardi di sterline, complice l'impennata dell'inflazione. Alta velocità, già. A costi ancora più alti.