Giustizia

Assange si dichiara colpevole, ma ora è libero

Si è conclusa l'udienza finale per il 52.enne: la giudice di Saipan ha accettato il suo patteggiamento – La battaglia legale del fondatore di WikiLeaks, dopo quattordici anni, è giunta al termine
© AP Photo/Eugene Hoshiko
Red. Online
26.06.2024 07:45

Dopo quattordici lunghi anni di battaglie legali, ora è realtà: Julian Assange è un uomo libero. La giudice del tribunale del territorio americano di Saipan, Ramona Mangola, ha accettato il patteggiamento del 52.enne, fondatore di WikiLeaks. Mettendo la parola fine, una volta per tutte, al suo calvario giudiziario. 

La corsa verso la libertà è iniziata ieri, a sorpresa, quando Assange è stato liberato e ha lasciato il carcere di massima sicurezza vicino a Londra, dove era stato incarcerato per cinque anni. La scarcerazione, ha comunicato WikiLeaks, è avvenuta lunedì mattina, 24 giugno, grazie a un accordo siglato con le autorità statunitensi. Il 52.enne ha accettato di dichiararsi colpevole di un reato relativo al suo ruolo in una delle più grandi violazioni di materiale classificato statunitense. 

Assange ha quindi abbandonato la sua cella di due metri e mezzo, in cui aveva vissuto isolato per 23 ore al giorno per gli ultimi cinque anni e ha lasciato, finalmente, il Regno Unito. Imbarcandosi verso l'Australia. Ma prima, il 52.enne ha dovuto compiere una sosta nelle Isole Marianne Settentrionali. Territorio americano dove, nelle scorse ore, nel tribunale di Saipan si è tenuta l'udienza finale. Quella in cui il fondatore di WikiLeaks ha firmato il patteggiamento con gli Stati Uniti, terminando, una volta per tutte, il suo calvario. 

Con un abito scuro, una cravatta ocra e i capelli pettinati all'indietro, come da copione, Il 52.enne si è dichiarato colpevole di cospirazione per ottenere e diffondere informazioni sulla difesa nazionale di fronte al tribunale delle Isole Marianne. In quel frangente, ha quindi dichiarato di aver firmato il patteggiamento con gli Stati Uniti ieri, martedì 24 giugno, all'aeroporto di Londra, prima di iniziare il suo viaggio verso il territorio oceanico. Specificando, inoltre, di aver «letto a fondo» il documento. 

Ciononostante, Assange non ha potuto evitare di «togliersi un sassolino dalla scarpa». Dopo essersi dichiarato colpevole, ha quindi sottolineato che «a suo parere, il Primo emendamento e l'Espionage sono in contraddizione tra loro». Pur riconoscendo che «sarebbe difficile vincere una causa del genere, date tutte queste circostanze». 

Accettato, ufficialmente, il patteggiamento, il fondatore di WikiLeaks ha lasciato anche le Isole Marianne a bordo del suo jet privato per far ritorno in Australia. Prossima destinazione, Canberra. Dove lo attendono la moglie Stella e i suoi due figli, che lo hanno conosciuto solo da dietro le sbarre. WikiLeaks, inoltre, in un post su X ha dichiarato che questa sera terrà una conferenza stampa a Canberra, senza specificare, precisamente, chi sarà presente. 

Il suo avvocato per i diritti umani, Jennifer Robinson, ha definito quella appena trascorsa «una giornata storica». Una giornata storica che mette fine a quattordici anni di battaglie legali. Nonostante il patteggiamento, Julian Assange non potrà però tornare negli Stati Uniti senza un permesso speciale. 

Barry Pollack, altro avvocato del 52.enne, si è invece rivolto ai media sottolineando come il procedimento giudiziario contro Julian Assange non abbia precedenti nei cent'anni di attività di spionaggio. «Non è mai stato utilizzato dagli Stati Uniti per perseguire un editore, un giornalista, come il signor Assange.Il signor Assange ha rivelato informazioni veritiere e degne di nota, inclusa la rivelazione che gli Stati Uniti avevano commesso crimini di guerra. Ha sofferto tremendamente nella sua lotta per la libertà di parola, per la libertà di stampa e per garantire che il pubblico americano e la comunità mondiale ricevano informazioni veritiere e importanti degne di nota».

«Spero che il fatto che siamo stati in grado di liberare Julian Assange oggi, contro tutte le probabilità, e contro uno dei più potenti governi del mondo, daranno speranza a tutti i giornalisti e gli editori che sono imprigionati in tutto il mondo», ha dichiarato quindi Jennifer Robinson. L'avvocata e Assange, al termine del patteggiamento, si sono uniti in un forte abbraccio, come testimonia una fotografia postata sul profilo X di WikiLeaks, sulla quale si legge: «Solo un momento». Un momento atteso da tanto tempo. 

In questo articolo: