Il caso

«Attacco di droni ucraini all'elicottero di Putin? Una bufala inscenata dal Cremlino»

Un'inchiesta del Moscow Times smonta la narrativa di Mosca: «Volevano convincere la popolazione russa che anche il presidente sta facendo sacrifici per il Paese: ma lo zar non è mai stato in pericolo»
©ALEXANDER KAZAKOV/SPUTNIK/KREMLI
Red. Online
31.05.2025 10:30

Ma quale attacco. Un'inchiesta del Moscow Times smonta la narrativa del Cremlino, che la scorsa settimana aveva diffuso la notizia di come il presidente russo Vladimir Putin – in visita nel Kursk dopo il totale respingimento delle forze ucraine – fosse stato bersaglio, insieme all'elicottero che lo trasportava, di un attacco di droni di Kiev.

«Mentre la popolazione russa continua a sopportare il peso interno della guerra di Putin, il Cremlino e i servizi di sicurezza hanno inscenato questa trovata di pubbliche relazioni per convincere l'opinione pubblica che anche il presidente sta facendo sacrifici per il Paese», hanno dichiarato al giornale quattro funzionari ed ex funzionari russi a conoscenza del caso.

La bufala

Lo scorso 25 maggio, il comandante della forza di difesa aerea russa, Yuri Dashkin, aveva fatto sapere – citato dall'agenzia di stampa ufficiale russa TASS – che l'elicottero su cui il presidente russo Vladimir Putin aveva compiuto la sua visita il 20 maggio era stato «bersaglio» di un «massiccio attacco di droni» ucraini, respinto con successo dall'esercito del Cremlino. L'elicottero di Putin «è stato di fatto al centro del respingimento di un attacco su larga scala da parte di droni nemici. L'intensità dell'attacco durante il volo con il comandante in capo sul territorio della regione di Kursk è aumentata significativamente. Pertanto, abbiamo dovuto simultaneamente condurre una battaglia di difesa aerea e garantire la sicurezza del volo dell'elicottero presidenziale», aveva dichiarato Dashkin in un'intervista trasmessa anche dal canale televisivo di stato Rossija 24.

Smontata

Il caso, tuttavia, è stato smontato da ufficiali russi che hanno parlato con il Moscow Times a condizione di anonimato. Secondo i funzionari ed ex funzionari interrogati dal giornale, la messinscena sarebbe stata organizzata per rispondere a un'esigenza concreta: quella di calmare l'insoddisfazione della popolazione russa. «Russi, cari, guardate. Lo stesso Presidente Putin sta soffrendo, tormentandosi e rischiando persino la vita. I vostri problemi sono inezie. Dovete stringere i denti e sopportare», ha dichiarato un funzionario russo, descrivendo il messaggio che si celerebbe dietro la notizia diffusa dalla TASS.

Il recente intensificarsi degli attacchi di droni ucraini ha portato a cancellazioni senza precedenti di voli negli aeroporti russi e a diffusi disservizi nella rete mobile: il malumore della popolazione russa sarebbe in crescita anche per questo.

Di qui l'idea: dichiarare di aver subito un attacco.

«Mai in pericolo»

Sebbene la regione sia ancora regolarmente bersaglio di attacchi ucraini, i funzionari anonimi intervistati dal Moscow Times hanno dichiarato che la sicurezza di Putin è sempre garantita ai massimi livelli. «Nessuno permetterebbe mai una simile negligenza criminale. Nemmeno in un incubo», ha dichiarato un ufficiale governativo che ha familiarità con la sicurezza dello zar. «Putin non vuole correre rischi. Le cose che gridiamo a gran voce in TV sono solo per fare scena. Al contrario, si stanno prendendo sempre più misure per garantire la sicurezza del presidente».

Secondo quanto appreso dal Moscow Times, la sicurezza di Putin coinvolge abitualmente centinaia di agenti di varie agenzie, tra cui il Servizio di sicurezza presidenziale (SBP), i servizi segreti (FSB), la Guardia nazionale e il Ministero dell'Interno. Per nascondere gli spostamenti del presidente vengono utilizzati cortei di auto di riserva, percorsi paralleli, attrezzature specializzate e aerei esca. I viaggi sono pianificati con mesi di anticipo, con il personale di sicurezza che ispeziona in dettaglio ogni possibile luogo e percorso. «Putin viaggia in modo così occulto che persino i funzionari dell'intelligence spesso non sono a conoscenza dei suoi esatti spostamenti», ha dichiarato al giornale Vitaly Brizhaty, un ex ufficiale del Servizio federale di protezione (FSO) che ha lasciato la Russia dopo l'invasione dell'Ucraina.

«Una performance mediatica»

Interrogato dal Moscow Times, l'esperto militare Ivan Stupak, ex ufficiale del Servizio di sicurezza ucraino (successore del KGB sovietico), ha affermato che il presunto incidente sarebbe stato un grave fallimento per i servizi segreti russi. Uno di una portata tale da rendere necessarie grosse, evidenti, contromisure: «Se fosse successo davvero, ogni dipendente del Servizio di sicurezza presidenziale e del FSO avrebbe dovuto essere licenziato«, ha dichiarato al Moscow Times Stupak, che vede invece nel caso una «performance mediatica» coordinata per far ben figurare le istituzioni: «Putin emerge come un leader impavido, quasi eroico, mentre i servizi di sicurezza vengono acclamati per aver operato in condizioni estremamente pericolose».

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